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Salieri Circus Award. Un festival come nessun altro.

di Alessandro Serena

L’evento nel quale grandi performance circensi si fondono con musica d’arte, arriva alla terza edizione. Con due spettacoli di selezione molto solidi, la conferma di avere ottenuto l’attenzione della categoria e la consapevolezza di avere inventato una formula unica al mondo.

Titos Tsai foto di Erica Mela Magagnato

“Un festival come nessun altro”. Sono le parole pronunciate da Alain Frère, il decano tra gli storici, esperti ed appassionati di arti circensi, durante la cerimonia di conferimento dei premi. Attenzione. Per chi non lo sapesse, non si tratta di un topo di biblioteca chiuso in archivi polverosi, bensì di una specie di enciclopedia vivente, sempre in viaggio per il globo, attento studioso di ogni aspetto legato alle discipline, alle imprese e alle famiglie di circo, con le quali è in rapporti di stretta frequentazione e amicizia. Fondatore di un museo a Tourrette – Levens e colonna portante del Festival Internazionale del Circo di Monte Carlo, alla cui fondazione ha collaborato attivamente dando sostegno al Principe Ranieri III di Monaco nei primi anni Settanta. Insomma, se lo dice lui, c’è da fidarsi. 

In effetti la terza edizione della rassegna che si svolge al Teatro Salieri di Legnago, ha confermato la felice intuizione dei fondatori, i fratelli Letizia, Antonio e Luciano Giarola di mettere la musica d’arte al servizio del circo, e viceversa. Se attorno alla figura del grande compositore italiano che operò fra Sette e Ottocento c’è ancora un alone di mistero, oggi, per quanto riguarda il festival che prende il suo nome ci sono solo certezze assolute. Un evento che di fatto si propone come motore dinamico dello sviluppo dell’arte circense. La maggior parte delle grandi rassegne internazionali presenta al pubblico una selezione di numeri. In rari casi ci si propone di presentare inediti. Ma al Salieri gli artisti presentano solo numeri pensati o adattati per l’occasione sempre con pezzi di musica classica o d’arte.

Hng Thean Leong foto di Erica Mela Magagnato

Oltre al maestro Frère in giuria c’erano altri operatori di prestigio e provata esperienza. Dominique Jando (Circopedia, Big Apple Circus), Laszlo Endresz (Blackpool Tower Circus), Carmen Lupascu Rhodin (Brazil Jack), Irina Naumenko (casting department Cirque du Soleil), Silke Pan (acrobata) e tre italiani: Giampiero Garelli (Le Cirque), Ambra Orfei (Sceniko Events) e il Senatore Livio Togni, presente anche per la presentazione al pubblico del libro dedicato al padre, la leggenda Darix (di Jamila Attou, Ester Bonfante e Arianna Pianesi).

Il lavoro di questo consesso di esperti ha prodotto un palmarès ricco e per certi versi sorprendente. Due Oro ad artisti dal lontano Oriente. Titos Tsai, da Taiwan, per la sua ipnotica danza con spade fluttuanti. Pareva di vedere antiche immagini di acrobati cinesi nelle quali le armi erano utilizzate per rituali ancestrali. Per lui anche il premio della critica, assegnato da una giuria composta dai responsabili delle principali testate specializzate europee, presieduta da Roberto Bianchin.

Oro anche per il malese Hng Thean Leong, la dimostrazione vivente che in ogni disciplina della meraviglia, anche le più diffuse, è sempre possibile sviluppare tecniche nuove e più complesse. Questo giovane virtuoso del diabolo ha di fatto creato nuovi tricks usando in maniera del tutto inedita le bacchette del proprio attrezzo che teneva due per mano riuscendo a far roteare i propri rocchettoni in un carosello magico.

Due Argento. Uno all’italiano Monsieur David, raffinato maestro del teatro con i piedi, che ha presentato una romantica storia d’amore fra il suo piede destro e quello sinistro, i quali sembravano prendere vita acconciati come una coppietta al primo incontro.

Secondo gradino del podio anche la brasiliana Nina Rodriguez, con la sua sospensione per i capelli presentata in maniera elegante e leggera allo stesso tempo.

Cinque Salieri di Bronzo. Uno ad un “remake”, quello della troupe di acrobati in banchina Crazy Flight, fondata anni fa da Sergey Sakun ed ora performata da un gruppo di giovani bravi allievi. Ispirato al film Birdy, le ali della libertà, di Alan Parker, racconta la storia di un reduce del Vietnam detenuto in un ospedale psichiatrico che sogna di volare.

Ex aequo alla coppia etiope, Duo Sabawian, con un numero di mano a mano ben disegnato e con alcuni exploit notevoli. Così come il Duo Contorsion, dalla Mongolia, un originale numero di contorsione nel quale entrambe le artiste tirano d’arco con i piedi durante figure difficoltose. Bronzo anche al Duo Twins, gemelli ucraini, impegnati in un divertente numero di acrobazie e mano a mano.

Giordan Anselmi Alessandrini. Foto Salieri Circus

Bronzo infine all’italiano Giordan Anselmi Alessandrini, con un bel numero di verticali su scala, nella bella tradizione dei Macagi o dei Nicolodi, e guarda caso con ambientazione Moulin Rouge. Giordan ha ricevuto anche il premio dell’Ente Nazionale Circhi dalle mani del presidente Antonio Buccioni.

Il premio del pubblico, che votava attraverso la applicazione del festival, è andato ad un altro italiano Davide Zongoli, veterano del palo aereo, reduce da successi al Fringe di Edimburgo e a Las Vegas.

Nella serata di gala di lunedì ha brillato anche, fuori concorso, la stella Anatoliy Zalevskyy, l’equilibrista ucraino che ha ridefinito gli standard dell’equilibrismo a cavallo dei due secoli. 

Presenti, con le loro opere, alcuni dei più grandi compositori di sempre, tra i quali Bach, Bartok, Beethoven, Bizet, Morricone, Offenbach, Puccini, Rossini, Strauss, Verdi, Vivaldi e ovviamente il “padrone di casa” Antonio Salieri. Tutti i brani sono stati suonati dal vivo dall’Orchestra Ritmico Sinfonica Italiana magnificamente condotta dal Maestro Diego Basso.

Ogni performance è stata “guidata” dallo sguardo e dalle indicazioni di Antonio Giarola. Il maestro di cerimonie Maurice Agosti (il “principe”), la direzione tecnica di Marco Togni e Paride Orfei, le coreografie di Elena Grossule, hanno contribuito a rendere unico l’evento. Come detto da Alain Frère: “un festival come nessun altro”.

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