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Rimini: canile non a norma e gestito da “volontari” pagati

canile-corianoCon una ordinanza del sindaco di Coriano (in provincia di Rimini), datata 7 ottobre, è stato chiuso il canile comunale, gestito da “volontari”, che ospita 30 cani e 29 gatti. Motivo? La struttura non sarebbe a norma. Stando al verbale dell’Ausl redatto il 31 maggio 2011, a fare difetto ci sarebbe “la mancanza di un sistema adeguato di fogne, di una procedura adeguata che permetta di capire il sistema di smaltimento delle deiezioni degli animali e delle acque di lavaggio e disinfezione”. Inoltre “le cartelle cliniche dei cani infetti risultano carenti”.
Nonostante l’autorità sanitaria avesse chiesto, addirittura 20 anni fa, l’adeguamento della struttura, nulla pare sia mai stato fatto. A sostegno della sua decisione il sindaco porta la relazione dell’Ausl. E siccome “i tempi necessari per l’adeguamento delle strutture sono incompatibili con l’interesse alla salute e al benessere degli animali”, e richiamando la sentenza del Tar di Napoli (13 gennaio 2011) con la quale si afferma che “non può considerarsi regolare la struttura destinata a canile che risulti priva, non avendolo mai ottenuto, del necessario nulla-osta sanitario, prescritto obbligatoriamente dall’art. 24 D.P.R. 8 febbraio 1954 n. 320, che detta regole in materia di Polizia veterinaria”, il sindaco ha ordinato la chiusura del canile, gestito da “Gli amici di Benny”, che pare incamerasse un po’ meno di 40 mila euro l’anno per il servizio prestato.
Ovviamente l’associazione che si occupava del canile ha protestato vivacemente ed è così scaturita una interessante precisazione del sindaco. Con un comunicato stampa ufficiale, l’amministrazione comunale, oltre ad invitare le associazioni animaliste del territorio ad una assemblea aperta per discutere alla luce del sole della decisione di chiudere il canile, e fare chiarezza sull’accaduto, definisce “molto strano” il fatto che l’associazione Amici di Benny non si sia mai accorta delle mancanze. E “in merito al termine “volontari” che viene utilizzato in questi giorni in relazione agli operatori dell’associazione – si legge nella nota del Comune – senza nulla aver a sindacare sulla giusta retribuzione di chi lavora, ci teniamo a precisare che, in realtà, parte del bilancio destinato al canile è utilizzato dall’associazione per i compensi agli operatori.” Su 38.760 euro versati dal Comune, scrive un giornale di Rimini, 26.250 andavano per le buste paga dei “volontari”.
Vuoi vedere che se si conteggiassero le spese di gestione dei canili e si andasse a vedere in maniera sistematica come vengono gestiti, ci sarebbe da rimanere a bocca aperta?
Prima di parlare di maltrattamenti e “malessere” degli animali utilizzati negli spettacoli, gli animalisti dovrebbero guardarsi in casa. Anzi, nel canile.

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Corriere Romagna

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