Da ballerina ad un grande circo
Ingrid Nawrot nasce l’8 luglio 1933. E’ ballerina del corpo di ballo Los Camillos quando viene ingaggiata dal Circo Apollo dopo la seconda guerra mondiale per una tournée in Italia. Conosce Enis Togni e si sposano. Nel maggio dello scorso anno la coppia aveva festeggiato, nel corso di una cerimonia in presenza del sindaco di Verona Flavio Tosi, nella Sala comunale degli Arazzi, i 50 anni di matrimonio.
Dal loro matrimonio nascono tre figli: Flavio, Daniele e Silvana.
La vita di Ingrid è stata tutta spesa per la sua famiglia, in una dedizione totale e sempre lontana dai riflettori. Negli ultimi tempi colpita da malattia, si è spenta il 3 settembre.
Cara Ingrid, grazie per la tua lezione di umiltà
di Egidio Palmiri
Mentre mi accingo a chiudere l’ufficio prima della solita ora, a ciò indotto da un pensiero costante che oggi non mi ha consentito di svolgere la mia normale attività, apprendo che mia nipote Ivana aveva comunicato ad un paio di conoscenti – come me rimasti perplessi nel venire a sapere del desiderio della famiglia di non avere persone estranee al funerale della cara Ingrid – che questo fatto, inusuale nel mondo del Circo, esprime un preciso desiderio di colei che ci ha lasciati nella notte fra il 3 e il 4 settembre.
Ivana è certa di quel che afferma, perché ha avuto in più occasioni, in particolare durante i saggi dell’Accademia, la piacevole opportunità di parlare a lungo con Lei e sempre nei posti meno in vista e più appartati possibili. La riservatezza di Ingrid non era un fatto di opportunità, ma il suo modo di essere, che raramente si riscontra in una persona della sua posizione. Una posizione, va aggiunto, che aveva meritato a pieno diritto.
Moglie di un direttore di circo tra i più importanti d’Europa, Madre di un ammaestratore tra i migliori, avrebbe potuto comportarsi di conseguenza. Invece non lo ha mai fatto. E’ stata sempre estremamente discreta. Non vorrei che queste righe fossero interpretate come un elogio “post mortem”, perché oltretutto questo sarebbe in contrasto con la volontà di Ingrid. Ma terminando la giornata e ricordando qualche discorso fatto con Lei nella sua lingua, confesso di aver versato qualche lacrima. Una debolezza forse dovuta all’età, ma credo, invece, soprattutto conseguenza del rammarico di non aver avuto la possibilità di frequentarLa più a lungo. E oggi con il desiderio che forse mi avrebbe insegnato ad essere più umile, eliminando completamente quella parte di vanità – anche se minima – che ogni essere umano possiede. Lassù, ove adesso sicuramente Sei, cara Ingrid, avrai sicuramente il posto che ti sei meritata in vita. E noi che restiamo, quando parleremo di semplicità non potremo che riandare alla Tua immagine e ricordarTi con crescente affetto.
Grazie di tutto Ingrid, anche per l’esempio che mi hai, e ci hai, regalato.