Quando l’Arena di Verona faceva “sold out” col circo
di Stefania Ciocca
Ogni città riserva tanti tesori, alcuni grandi e palesi, altri piccoli e nascosti. Altri ancora sono sotterrati in qualche meandro, in passate memorie, in polverosi articoli di giornale e aspettano solo che a qualche studioso o appassionato (o entrambe le cose) venga l’idea di dirigersi verso di loro e iniziare a scavare.E’ quello che è successo a Verona, città scaligera ben nota alle arti, alle lettere e alla poesia. Gli storici del circo Antonio Giarola e Alessandro Serena, studioso, poeta e regista il primo, storico, autore televisivo e direttore artistico il secondo, hanno deciso, forti dei loro studi e della loro esperienza trascorsa al CEDAC (Centro Educativo di Documentazione sulle Arti Circensi), di dedicare un grande lavoro di ricerca, analisi ed esposizione di ciò che è stato il panorama spettacolare di natura circense nella città di Verona nel periodo compreso tra Settecento e Novecento.
Il titolo di questo mastodontico lavoro è Corpo Animali e Meraviglie. Le arti circensi a Verona tra Sette e Novecento e ha visto la luce grazie alle pregresse conoscenze in materia di Giarola e Serena, all’ampio materiale a disposizione presso lo stesso CEDAC, e alla preziosa collaborazione con un’équipe di studiosi e ricercatori. E’ stato così possibile tracciare un quadro dettagliato di ciò che era l’offerta di spettacolo a Verona.
Tutt’altro che una città spenta, Verona era una delle mete predilette per la gente dello spettacolo, equestre e circense in particolare, nella città veneta, sebbene noi oggi conosciamo Verona solo per i suoi famosi shakespeariani amanti e per l’Arena dove ogni anno si susseguono spettacoli musicali.
Tra Sette e Novecento, e dunque nel periodo neoclassico, Verona mostrava alla cittadinanza un vero e proprio menù degli incanti, la cui portata principale presentava spesso una compagnia equestre a cui si accompagnavano virtuosi delle varie discipline del corpo come i giocolieri, gli equilibristi, i trapezisti, gli acrobati e gli spericolati funamboli. E ancora animali ammaestrati, bestie esotiche e pulci sapienti, fenomeni della natura e curiosità etnografiche, maghi e illusionisti di ogni tipo. Ma anche arti affini come gli spettacoli pseudoscientifici, i panorami, i diorami, le dimostrazioni della luce elettrica, del telegrafo e le molto amate ascensioni aerostatiche.
Un normale cittadino veronese poteva così avere a disposizione curiosità, magie o spettacolo popolare spesso combinato con altre festività o inserite nel tessuto cittadino, tutte magie e meraviglie che si dislocavano nei principali luoghi di spettacolo della città come l’Arena, il Teatro Ristori, il Teatro Diurno in Cittadella ma anche in luoghi piccoli e più quotidiani come locali o osterie.
Per fare qualche nome: i Guillaume, famiglia francese naturalizzata italiana che a Brescia fondò il Teatro Sociale, hanno visitato a più riprese la città divenendo molto amati e apprezzati negli anni; Buffalo Bill nelle sue due tournée italiane toccò anche Verona suscitando grande curiosità e regalando agli annali delle cronache locali tanti coloriti pezzi giornalistici; i celebri Ciniselli vennero numerose volte nella cittadina veneta, anche in occasione della festa più attesa, il Baccanal del Gnoco durante il carnevale.

Spesso gli spettacoli non erano solo occasione di festa o svago, ma divenivano anche pretesto benefico, non è raro infatti scovare testimonianze di complessi di spettacoli equestri che devolvevano il ricavato della giornata per questa o quella causa, dagli orfani ai reduci di battaglie. Erano anche occasione per assistere sì all’assurdo e al bizzarro, ma anche di poter vedere il quotidiano declinato in maniera diversa: non bisogna dimenticare che il cavallo era allora un bene comune e prezioso, per gli spostamenti e per il lavoro (addirittura è in questi secoli presi in esame che a Verona si inaugura il primo mezzo di trasporto pubblico trainato da cavalli), e che dunque vederlo impiegato in spettacoli circensi era qualcosa di strabiliante. Anche in questo caso non è raro trovare testimonianze di cavallerizzi o direttori di circo che si prestavano anche a dare lezioni di equitazione o ad ammaestrare i cavalli della cittadinanza.
Gli spettacoli circensi costituivano dunque un momento di aggregazione e spettacolo molto amato e apprezzato, tanto che i principali giornali delle epoche prese in esame dedicavano loro almeno un trafiletto quotidiano, dalla semplice informazione alla più elaborata e lirica cronistoria.
Per scoprire le curiosità nascoste tra le pieghe della storia veronese, gli autori e i loro collaboratori hanno compiuto un percorso a ritroso che si è focalizzato sui due secoli presi in esame viaggiando attraverso di loro grazie a macchine del tempo costituite da quotidiani, stampe, manifesti e documenti antichi custoditi al CEDAC o provenienti da molti altri archivi, tra cui la Biblioteca Civica e l’Archivio di Stato di Verona, il museo Correr di Venezia e la raccolta Bertarelli di Milano.
Il volume che ne è scaturito è completato da una ricca parte di apparati contenenti l’insieme delle fonti archivistiche ed emerografiche utilizzate per la stesura dell’opera.
Basta così prendere due semplici ingredienti, una città e un genere di spettacolo, li si combina e si cerca la loro storia per far sì che nuove pagine di storia del costume, dello spettacolo e della società si animino davanti ai propri occhi. Il risultato è un ricco e completo testo che si intitola Corpo Animali e Meraviglia. Le arti circensi a Verona tra Sette e Novecento, edito dalla casa editrice Equilibrando, con le presentazioni di Luca Zaia (presidente della Regione del Veneto) e di Flavio Tosi (sindaco di Verona).
Il volume è stato presentato all’Università degli Studi di Milano in occasione dell’apertura delle Giornate di Studio sulle Arti Circensi quando ne è stato fatto omaggio al preside del dipartimento di Beni Culturali e Ambientali Paolo Inghilleri e a David Larible. E’ stato inoltre presentato anche all’annuale raduno del CADEC tenutosi a Milano sabato 23 novembre sotto lo chapiteau del circo di Moira Orfei.
Una perfetta strenna natalizia nonché pezzo da collezione per appassionati, riccamente rilegato e rifinito e in grado di aprire una finestra su un mondo vicino ma sconosciuto.
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