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di don Roberto Sanguinetti*

Il prete clown insieme ad Arcangelo Busnelli
Molti hanno scritto libri o saggi sul mondo del circo e del Luna Park; chi la storia di questi mondi; chi di una famiglia o di un Circo in particolare. Ma non molti hanno scritto standone dentro o hanno respirato l’odore della pista come l’autore stesso dice: “la segatura, quella della pista, cominciava a entrarmi nel sangue”. Il trovarsi al cospetto di un pubblico, non solo la prima volta ma anche le volte successive con le ansie, le paure ed i sentimenti che pervadono la mente dell’uomo, vivendole come un autentico artista.
È tale contesto che fa di questo libro (Pompelmo, il circo e don Luciano, Edb, pag. 192, euro 16,90) un’opera importante ed essenziale per ogni operatore pastorale di questo settore (prete o religioso o laico); per un incontro privilegiato con questo mondo, con questi mondi.
L’opera mette in luce l’esperienza sul campo di un prete che con molta umiltà e amore entra nella vita interiore ed intima delle carovane. Facendo conoscere dall’interno una realtà di vita, una cultura e una tradizione ultracentenaria, ove si evidenzia la forza, la tenacia della gente del viaggio.
Ma soprattutto si rende evidente la genuina semplicità di persone con una profonda religiosità e spiritualità che non ha nulla da invidiare a nessuno dei “fermi”: nome con cui veniamo definiti noi non viaggianti.
Il libro percorre tutte le tappe di Don Luciano, prete livornese. Un percorso iniziato trent’anni fa, dapprima come seminarista e poi giovane prete, che la progettualità divina ha permesso l’incontro con un parroco illuminato, attento e capace di profezia: ascolto della parola e della volontà divina, e il suo mettersi a servizio di questa. Anche per questo per un quinquennio divenne direttore dell’ufficio nazionale per la pastorale dei fieranti e circensi della fondazione Migrantes; ha collaborato e poi diretto una rivista, per il Circo e il Luna Park, chiamata “In cammino”. Rivista molto apprezzata da questa gente, soprattutto dai circensi che muovendosi per il mondo si portava con essa non solo le informazioni su questo mondo ma anche un pezzetto della nostra nazione. Peccato per la poca illuminazione di qualcuno che ne ha decretato la fine. Come l’aver messo in disparte un’esperienza così importante: contravvenendo ad ogni logica (uomo giusto al posto giusto). All’interno di questo testo, si possono trovare informazioni su come è nata questa pastorale prima che l’ufficio Migrantes ne assumesse l’esercizio; vi sono anche informazioni che possono aiutare ogni operatore a immedesimarsi in questo mondo, piccoli suggerimenti per vivere quella “empatia” che è a base di ogni incontro con loro.
Credo che l’autore abbia centrato l’obiettivo che si è prefissato nello scrivere e nel comunicare questa sua esperienza. Spero anche possa diventare un piccolo aiuto per migliorare ed ampliare il nostro amore per questo “Popolo in movimento” spesso malvisto e poco considerato sia dal mondo ecclesiastico che dal mondo politico.

* Capellano Migrantes