Otto e Vladi: l’uno Ottavio Togni, l’altro Vladi Rossi.
Lavorano insieme da molto tempo, dapprima erano acrobati poi, come il circo impone, l’evoluzione tocca anche le capacità e con il passare del tempo, in parte per esigenze fisiche e in parte per maturazione, si è pronti per essere clown.
La coppia Vladi&Otto funziona, “ci amiamo”, dice quest’ultimo.
Vladi Rossi è clown da sempre, con Otto si conoscono dagli anni ’70, lavoravano insieme al circo di Cesare Togni. Anche Vladi, oltre alla clownerie, si prestava all’acrobazia e ai salti con Otto e ricorda che “quando c’era poco pubblico si saltavano pure i pasti!”.
Qualcuno dice che il clown è come il vino: più è sottoposto al passare del tempo e più si rivela buono. Le esibizioni in pista al Medrano possono confermare tutto ciò, la comicità di Otto e Vladi ha raggiunto quella naturalezza che solo una grande abitudine alla pista sa dare, confutando quel luogo comune, purtroppo estremamente diffuso, secondo il quale il circo è “roba da bambini” (e alcuni circhi nutrono tale diceria compiacendola e creando gag ad hoc apposta per i più piccoli). A tal proposito Vladi dice: “Tante volte mi è capitato di vedere i bambini che dopo un po’ si mettono a correre a destra e a sinistra incuranti dello spettacolo mentre i genitori se ne restano lì fermi a vederlo”.
Durante lo show capita che i due clown si affidino alla parola ma spesso giocano di più con gag mimiche e puntano sul loro aspetto bizzarro: “Qualche volta la parola servirebbe, ma noi lavoriamo tanto all’estero per cui affidarsi alla mimica viene un po’ da sé”, dice Vladi. Qui da noi luoghi comuni e un pubblico variegato, appassionato, prevenuto, fatto di grandi e bambini e comunque sempre molto critico. “In Italia ho riscontrato la presenza di un pubblico un po’ freddo, di più rispetto che all’estero. Questo può anche portarti ad annoiarti: uscire in pista, cercare la risata quando non c’è risposta per un clown non è proprio il massimo”, commenta Otto. Mentre Vladi è sicuro che il pubblico al circo venga per divertirsi, perchè il circo, indipendentemente da tutto, piace sempre “però è un pubblico che nota più facilmente ciò che ha già visto, cosa che all’estero non capita. Il pubblico italiano è in assoluto uno dei più difficili”.
Sempre sfatando i luoghi comuni, la giornata tipo di due clown come Otto e Vladi, in realtà non è come la si può immaginare: “Non proviamo quasi mai se non per apportare vere e proprie modifiche. La vera prova la si può fare solo davanti al pubblico, avendo il coraggio di rischiare e farlo per la prima volta. Al circo ovviamente non è solo spettacolo”. E così si scopre che laddove non c’è lo spettacolo c’è una vita quotidiana fatta di occupazioni varie e spesso di mestieri e manutenzioni, soprattutto nel caso di una grande azienda come è il circo: in questa grande impresa Otto è meccanico e carrozziere, mentre Vladi si occupa di vari approvvigionamenti come quelli di segatura e fieno.
Un acrobata o un giocoliere ha bisogno di prove mattutine mentre, dice Vladi, “nel nostro caso basta solamente spiegarci, anche perchè dopo tutti questi anni metterci a provare farebbe solo ridere”. Che poi è il vero scopo di un clown.
Stefania Ciocca