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Open Circus porta il circo in due atenei di Milano

Nel mese di novembre Open Circus ha portato il circo in due atenei di Milano, coinvolgendo centinaia di studenti e confermando l’appeal che quest’arte possiede ancora per le nuove generazioni.
Dal 7 all’11 novembre l’Università degli Studi di Milano ha ospitato quello che è ormai un appuntamento classico per il Dipartimento di Beni Culturali e Ambientali: le Giornate di Studio sull’Arte Circense. Questa ottava edizione, oltre che dal consueto e apprezzatissimo workshop di giocoleria e acrobatica, è stata contrassegnata da un approfondimento a 360 gradi sul circo contemporaneo italiano, un evento unico e mai avvenuto prima in ambito accademico. Open Circus ha infatti radunato ben 6 compagnie del nostro Paese: Circo El Grito, Compagnia Zenhir, Circo Paniko, Side Kunst-Cirque, Circo Patuf e La Capra Grassa; quest’ultima è stata presentata agli studenti grazie ad un collegamento da Bangkok col video-maker Valerio Morini, autore di un documentario su quell’interessantissima realtà italiana.

Arricchito dai dati emersi col Censimento Circo Italia di Filippo Malerba e Gaia Vimercati, il dibattito è stato particolarmente vivace ed ha riservato alcune sorprese, la più importante delle quali è data dalle forti connessioni emerse con il circo classico. Innanzitutto, tutte le compagnie sono state concordi nel rifiutare l’etichetta di “circo contemporaneo” intesa come rigida separazione dalla tradizione o come costrutto teorico formulato a priori. L’aperta passionalità che caratterizza tutte le compagini intervenute le avvicina allo spirito delle dinastie storiche, fatto di manualità, gusto del viaggio come scelta di vita e fascino del circo come “mondo altro” separato dall’esterno dal tendone, elemento spesso ripreso dalle nuove leve proprio per la sua iconicità. La poetica della meraviglia, insomma rimane intatta; “Il circo è quella cosa che ti fa dire: Oooh” ha commentato a tal proposito Salvatore Frasca del Side Kunst-Cirque, e ciò vale per ogni forma di questo spettacolo popolare fondato sullo stupore. E’ infine il senso di comunità e di condivisione, forse, il tratto saliente comune tra circo tradizionale e circo contemporaneo.
Ecco gli altri ospiti delle Giornate di Studio: Raffaele De Ritis, Arianna Pianesi del Cedac, Enrico Bonavera (intervenuto durante la giornata organizzata con la Fnas), Alessio Michelotti, il direttore di Mirabilia Fabrizio Gavosto, Marco Migliavacca, Carlo Lanciotti, Aurelio Rota, il pittore Silvio Sangiorgi, Paride Orfei, Sneja Nedeva e Barbara Zappellini del Piccolo Circo dei Sogni, i videomaker Adriano Sforzi, Luigi Cuomo e Roberto Guideri, Luca Bonomelli e Giovanni Spadaro Norella della Piccola Scuola di Circo di Milano, Maurizio Accattato e i Pronto Intervento Clown.
La settimana successiva il circo è sbarcato alla Libera Università di Lingue e Comunicazione IULM di Milano: il 14 e 15 novembre gli studenti del corso di Corso di Fondamenti di Teatro moderno e contemporaneo tenuto dalla Professoressa Valentina Garavaglia, organizzatrice dell’evento assieme ad Alessandro Serena, docente di Storia dello Spettacolo Circense e direttore scientifico di Open Circus, hanno infatti incontrato il Clown dei Clown David Larible. Il celebre pagliaccio ha intrattenuto i presenti raccontando aneddoti della sua lunga carriera e spiegando la sua poetica che ne ha fatto uno dei talenti italiani più apprezzati al mondo. Il clown ha esordito rivendicando con orgoglio la natura classica e popolare dei suoi spettacoli e dimostrando un profondissimo rispetto nei confronti del pubblico, al quale si deve dare il 100%. “Popolare significa del popolo” ha precisato l’artista “ed io sono al servizio del popolo. Non usiamo questa parola in modo negativo!”. Ha sintetizzato il suo pensiero in proposito con una frase illuminante: “Al circo c’è una pista e delle sedie. Bisogna riempire entrambe”; la prima col talento, le seconde col pubblico.
Quello di Larible è stato un intervento fatto col cuore, che ha strappato più di una volta risate e applausi dagli universitari. L’apoteosi è avvenuta nel momento in cui l’artista, posato il microfono, si è cimentato in una piccola performance munito di una semplice bottiglietta d’acqua, che nelle sue mani è diventata uno strumento divertentissimo; accompagnato da uno studente scelto dalla prima fila, David ha mandato in visibilio gli spettatori scherzando con loro a suon di spruzzi d’acqua.
Il 2016 è stato un anno importante per Open Circus, che ha implementato notevolmente il lavoro a contatto coi giovani: grazie a queste due iniziative e ai numerosi workshop organizzati da Karakasa Il Laboratorio delle Meraviglie nelle scuole di Noventa, San Donà di Piave e dintorni, questo progetto di diffusione della cultura circense ha raggiunto oltre 2.000 ragazzi tra i 7 e i 25 anni.

Nicola Campostori

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