di Flavio Michi
Gli Zamperla sono presenti da generazioni nel mondo del circo e del luna park. Famosi i componenti che si dedicano allo spettacolo viaggiante e alla costruzione di attrazioni per giostre e parchi. Ma questa famiglia ha ottenuto ottimi risultati anche in pista nei tanti e tanti show ai quali ha preso parte da protagonista di molti spettacoli, per tanti e tanti anni. Flavio Michi intervista Nelson, che porta avanti la tradizione dell’ammaestramento.
Nelson Zamperla è un giovane addestratore di felini erede di una grande famiglia italiana del viaggio (è figlio di Lucio e Teresa Alves) che, ingaggiata o in proprio, poteva fare da sola metà dei numeri di uno show. Segnaliamo i loro circhi “di Madrid” e “Colosseo”, ma anche le numerose altre produzioni alle quali hanno partecipato in tutta Europa. Negli anni Ottanta li ricordiamo al Circo Nazionale Togni di Wioris. Un grande spettacolo con, oltre a loro, gli animali di Gerd Siemoneit del tedesco Zirkus Barum, il pick pocket Charlie Borra, i trapezisti Flying Bells, i numeri della famiglia di Eugenio Larible. Parte di un cast strepitoso e memorabile. Il papà di Nelson, Lucio, presentava un gran bel gruppo di felini. Iniziava con la tigre al guinzaglio, sulla pista, fuori dalla gabbia, e dopo un’ottima routine con tigri e leoni concludeva con il giaguaro sulle spalle, sempre camminando sulla pista, all’esterno. Molto bello e coinvolgente. Nel 1980 gli Zamperla parteciparono al settimo Festival International du Cirque de Monte Carlo. Lucio, naturalmente, col suo bel numero misto di gabbia. In quello stesso anno in gara c’era anche il bravissimo addestratore inglese Dicky Chipperfield. Carmen e Cinzia, le sorelle di Lucio, presentavano il bel numero con gli scimpanzè. Poi tutta la famiglia si esibiva con le piramidi a cavallo e il jockey. Quell’anno vinsero l’Oro i Parvanovi, acrobati alle bascule. Con molte polemiche, dato che i bravissimi Flying Jimenez vinsero “solo” l’Argento. Può capitare. Quel che è certo è che gli Zamperla fecero una gran bella figura. E con loro anche l’Italia, rappresentata anche dal clown Elder Miletti e da Oscar Togni col suo numero di cani. Oggi Nelson lavora al Circo Kino dei Caveagna, e racconta con grande emozione la sua storia.
Nelson, gli appassionati sono molto affezionati alla vostra famiglia per il livello artistico che ha sempre mantenuto in tanti anni di attività. Cosa ti ha spinto ad avventurarti in questo mestiere, visto che da diverso tempo ci sono polemiche sui numeri di animali?
È un amore che è nato con me. Fin da piccolissimo sono stato a contatto con gli animali. Erano quelli di mio papà, naturalmente. C’erano i cuccioli con cui giocavo da piccolo. Ti affezioni e ti abitui ad averli vicino a te. Segui il papà in tutto quello che fa durante il giorno e la tua vita diventa quella. È qualcosa di contagioso. Vedi, ti sembra che ci sia solo quello. Diventa la tua vita. Anche se alla fine non faccio questo mestiere in prima persona da molto. Ho iniziato a seguire gli animali e a provare nel 2013, ma lavoro in pista dal 2017. Mio papà mi ha seguito fin dall’inizio. Mi dà una bella mano, tanti consigli. Non è solo un papà, ma un grande maestro. Una vera fortuna averlo accanto a me.
Nelson, quanti anni avete?
Io 28 e lui ne compirà 70 a novembre.
Parlaci dei tuoi animali.
Ho un leone bianco e sei leonesse. Mi danno parecchio da fare. Mi riempiono la giornata. La mattina inizio con la pulizia, poi c’è il pasto, ci sono le prove e poi gli spettacoli. Il grande Lucio è sempre presente. Papà, maestro e collaboratore indispensabile. Ha una grande esperienza e chi meglio di lui potrebbe darmi una mano? C’è tanto da fare. Montare i recinti esterni, seguire gli animali, curarli e accudirli. È un dovere: sono i nostri animali e li amiamo tanto. Ci vuole tanta passione e tanto amore.
Dove hai iniziato?
Ho iniziato da Claudio e Franco Vassallo al Circo Coliseum. Poi sono stato al Circo Città di Roma dei Bizzarro. E poi ancora al Millennium di Derek ed Elvis Coda Prin. Sono arrivato qui al Kino dei Caveagna nel 2018. Ci sto bene. Penso alla mia famiglia, al mio bambino che ora ha nove mesi, al mio lavoro di tutti i giorni. È bello qui al Kino. Peraltro, gli affari stanno andando piuttosto bene. È una realtà medio piccola, ma funziona. Siamo contenti e questo è quello che conta, sopra ogni altra cosa.