Nella città degli ottimi salumi piacentini (che non risulta vengano realizzati con verdure di campo) gli animalisti riuniti nel Coordinamento Animalista e ambientalista di Piacenza ce l’hanno col circo Moira Orfei che fa tappa in questa splendida città. Un clamoroso controsenso, una comica rappresentazione della realtà, un paradosso da farci due risate. Sta di fatto che gli animalisti hanno diffuso un comunicato stampa che qualche sito di informazione ha già pubblicato. Tono piccato, accuse feroci, annunciano un flash mod e una raccolta di firme, forse per movimentare il loro sabato. I circhi fanno soffrire gli animali, assicurano gli animalisti, costretti a comportamenti innaturali, offrono una visione distorta della relazione uomo-animale. Invece gli animali che diventano goletta piacentina, culatello e coppa, ringraziano.
Quella che segue è la replica del presidente Enc, Antonio Buccioni, al comunicato stampa degli animalisti.
E’ patetico che le associazioni animaliste non vedano la realtà, accecate come sono dal fanatismo che anima poche decine di militanti in guerra contro i circhi. In una Italia con una disoccupazione giovanile sopra il 40%, impegnata a proporre un fondo “salva lavoro”, gli animalisti si battono per aumentare la disoccupazione e far chiudere i circhi. Sarà perché le principali associazioni animaliste hanno bilanci da società per azioni e, visto il sostegno del quale godono fra la casta dei politici (dal livello locale a quello nazionale), non temono di rimanere senza lavoro.
E’ vergognosa la mistificazione che viene compiuta. Se Piacenza – come reclamano gli animalisti – “non deve più essere una città per i circhi con animali”, allora non deve coerentemente utilizzare nessun animale, e quindi chiudere tutti gli allevamenti e i negozi che commerciano animali con annessi e connessi; basta, poi, cani al guinzaglio e gatti “costretti” negli appartamenti: libertà per tutti!
Antonio Buccioni, presidente Ente Nazionale Circhi