Come ogni appassionato ben sa l’immagine dello chapiteau, del tendone itinerante, non è all’origine della storia del circo, che invece viene presentato dapprincipio in edifici stabili, spesso costruiti appositamente nel centro delle più importanti città europee (in seguito anche in altri continenti). Anzi, la fortuna del nuovo genere reinventato da Philip Asltey poggia le sue solide fondamenta proprio su quelle altrettanto solide dei circhi stabili. In Italia in realtà le compagnie equestri e poi circensi hanno utilizzato soprattutto spazi alternativi e spesso polivalenti, come i numerosi politeama sparsi per tutta la penisola o, anche se in maniera meno frequente, le imponenti arene (come quelle di Milano o Verona) o edifici semistabili costruiti in circostanze particolari come grandi esposizioni universali o altro.
In effetti da noi si sente la mancanza di una struttura del genere, non solo per il prestigio che essa apporterebbe al settore, ma anche perché la gestione di un circo stabile comporta una serie di strategie e di modalità produttive che possono generare effetti positivi per tutta la categoria.
Per comprendere di cosa si tratta analizziamo un esempio recente ed interessante, quello del Teatro Circo Price di Madrid. Un caso molto peculiare. L’unico in epoca recente e in paesi occidentali di una struttura stabile dedicata al circo e voluta, costruita e gestita direttamente da una municipalità. Alcuni cenni storici. Madrid ha conosciuto momenti gloriosi in quanto a circhi stabili, nella metà del XIX secolo quando erano attivi in città il Teatro Circo Principe Alfonso, il Teatro del Circo (anche dedicato a spettacoli di Opera), il Circo Rivas, il Circo Colon, il Circo Nuevo. Thomas Price crea un proprio circo nel 1868, una semplice struttura di legno con pista centrale.
Nel 1880 viene inaugurata una struttura più solida, dove adesso ha sede il Ministero della Cultura, distrutta però da un bombardamento durante la guerra civile per essere ricostruita nel 1940. Allora la direzione passa per mani differenti, fra le quali quelle dei noti Manuel Feijoo e Arturo Castilla (1960-1970). Al momento della cessazione dell’attività, subito molti operatori del settore, così come critici e storici, iniziano una lunga campagna per la costruzione di un nuovo edificio fino a che, nel 1999 viene trovato un accordo fra il Ministero della Cultura e il Comune di Madrid per la costruzione di un nuovo circo stabile vicino alla stazione ferroviaria Atocha. Tocca all’architetto Mariano Bayón disegnare il progetto i cui lavori iniziano nel 2002. L’investimento totale supera i 25 milioni di euro da parte del comune che dota così la città di un teatro circo stabile inserito di fatto nella rete comunale di edifici per lo spettacolo. Come già accade a Parigi, Bruxelles, Monaco, Amsterdam, Lisbona, Budapest, Copenaghen. Per il natale 2006 il Teatro Circo Price apre per la prima volta le sue porte al pubblico con una produzione circense ed una mostra.
Da allora il complesso è gestito in maniera interessate e peculiare. La proprietà è del municipio che individua un direttore generale a cui affidare la programmazione e la gestione complessiva. Attualmente in carica è Pere Pinyol che ha saputo conciliare la difficile situazione economica con un aumento costante della qualità, della varietà e della eterogeneità delle proposte. Circo classico, cabaret, burlesque, circo contemporaneo rappresentato sia da grandi e celebri compagnie come Les 7 doigts de la main che da delle kermesse dedicate a giovani promesse.
In quanto a numeri di spettatori ed incassi la parte del leone la fa il circo classico, che apre l’anno con una produzione allestita per le feste di Natale. In realtà la permanenza di questo grande spettacolo va dai primi di dicembre a quasi tutto gennaio. La creazione e il marketing sono affidati da qualche anno ad un produttore esterno, Manuel Gonzalez, nipote del noto Maria Gonzalez direttore del Circo Mundial, il quale, dopo alcuni anni di tirocinio nell’azienda di famiglia, ha preso una strada autonoma che gli consente fra l’altro di circuitare il Circo de los Horrores, oramai un fenomeno al botteghino in tutta la Spagna. Manuel Gonzalez, di concerto con la direzione del Price, sceglie di volta in volta l’equipe artistica: creatore dello spettacolo, regista, direttore musicale, coreografa, scenografo, etc. Si individua un tema attorno al quale ruoterà la serata e si seleziona un cast spesso d’eccezione con artisti vincitori del Festival di Monte Carlo, grandi troupe di acrobati da Russia e Cina, clown di talento. Quest’anno la direzione artistica e il concetto dello spettacolo sono stati affidati al clown catalano Leandre (anche protagonista della produzione), che ha scelto come fil rouge il carillon gigante del gruppo di teatro di strada La Tal. Di fronte ad esso si muovono strani personaggi e dalle sue colorate e meccaniche viscere entrano in pista gli artisti dello spettacolo.
Nel cast il Duo Guerrero (pluripremiati a Monte Carlo), la troupe di Hebei (anche loro con vittorie nei più importanti festival), l’asso del diabolo, il giapponese Tempei, la graziosa donna a testa in giù Graziella (per gentile concessione di Kay Leclerc), la troupe al trampolino elastico Olimecha, gli Habana boys, quattro scatenati acrobati cubani alla barra russa, e la troupe Nicolaev al trapezio volante, proveniente dal Circo Bolshoj di Mosca. Grande successo e come obbiettivo il record di incassi e di numero di spettatori che appartiene allo spettacolo natalizio dello scorso anno, ideato da David Larible.
Un circo stabile quindi che si rivolge all’intera cittadinanza ed ai numerosi turisti che visitano la bella capitale spagnola. Con una programmazione strategica e differenziata in quanto a periodi dell’anno e target di riferimento affiancata da attività quali laboratori di circo per bambini o adulti, mostre, conferenze. Un approccio all’impresa che “costringe” anche a realizzare ogni anno una nuova produzione classica, nelle intenzioni sempre migliore della precedente. Un metodo di lavoro che non può che portare ad una maggiore valutazione del circo presso spettatori ed istituzioni. Come dice il materiale informativo del Price, un festival che dura 365 giorni l’anno.
Alessandro Serena
L’articolo compare sulla rivista Circo di gennaio.