
Antonio Buccioni il 25 novembre scorso ha convocato tutte le parti in causa, tutti coloro che già 15 anni orsono avevano contribuito a far nascere un progetto che dopo essere stato ben vivo quasi solo in istanze simboliche, per quanto importanti, come l’udienza con Papa Benedetto di tre anni fa, arriva ora quasi alla maggiore età e al momento di assumersene la piena responsabilità.
Il presidente dell’Ente Nazionale Circhi ha voluto al suo fianco al tavolo della sala riunioni dell’Agis di Roma, il presidente emerito Egidio Palmiri, come simbolo delle radici antiche di questo progetto. Palmiri, con il carisma che gli è proprio, amplificato da ogni anno che passa, ha lanciato i lavori ribadendo il proprio orgoglio di far parte del mondo del circo e della cultura popolare italiana e dando la massima fiducia alle nuove leve.

Fanno parte del progetto Arcipelago tutte le tipologie dello spettacolo che nella loro eterogeneità hanno molti punti in comune. Soprattutto si tratta di tipologie che parlano al popolo, lo portano in piazza, tra la gente. Spettacoli per tutti laddove gli spettacoli che qualcuno vuole etichettare con la “s” maiuscola sono spettacoli solo per taluni. Per questo la battaglia di Arcipelago è di civiltà e di cultura. Buccioni ha affermato che in un’altra nazione artisti come Mimmo Cuticchio o David Larible non sarebbero considerati inferiori a Roberto Bolle, Gigi Proietti o altri.

Antonella Maria del Ministero dello sviluppo economico ha elencato una serie di attività che il Ministero può offrire alle imprese dello spettacolo popolare. Ivo Di Matteo, della Federazione Italiana Tradizioni popolari ha ricordato che la propria associazione vanta oltre 500 gruppi affiliati per circa 9.000 iscritti. Gianpaolo Lazzeri, di Ambima, l’associazione nazionale delle bande, ha ricordato una frase di Puccini: “Le bande sono il pane musicale del popolo”, ma anche che ciò non viene per niente riconosciuto dalle istituzioni. Nonostante ci siano in Italia circa 1.600 bande per quasi 85.000 soci che producono, nel solo periodo natalizio, quasi 5.000 concerti.
Anche il mondo del teatro di figura, sia attraverso Unima (la prima associazione internazionale nata nel 1929 a Praga) ha dato adesione, manifestando il desiderio di creare rete anche con altri sindacati di categoria come l’Associazione Teatro di Figura rappresentata da Stefano Giunchi. Il quale ha ribadito alcuni dei concetti che legano tutte le forme di spettacolo polare, per esempio il mettere il pubblico al centro della propria attività.
Alessio Michelotti ha coordinato la partecipazione del mondo delle arti di strada ricordando come siano sempre di più gli italiani che almeno una volta l’anno hanno assistito a festival (si parla di almeno 26.000.000) che hanno la capacità di sviluppare occupazione e ricadute positive sull’indotto, vocazione al dialogo interculturale e potenzialità di forte innovazione. Ha poi dato la parola a Carlo Lanciotti della Compagnia dei Folli, un esempio di realtà produttiva unico in Italia e a Giuseppe Boron, presidente della Fnas il quale ha ribadito l’importanza di tenere viva la tradizione delle arti di strada non solo per la durata di un festival ma per tutto l’anno.

Gaetano Costantini di El Grito (una compagnia che si definisce di circo contemporaneo all’antica) ha raccontato la storia del gruppo che passa attraverso una conoscenza diretta di molte delle esperienze radunate all’Agis. Il rappresentante di Claps, circuito multidisciplinare lombardo, ha comunicato la scelta di proporre anche spettacoli di circo contemporaneo insieme a danza e teatro, suscitando un vivace dibattito sul termine. Antonio Giarola ha proposto il superamento delle etichette ricordando anche la propria esperienza personale del Clown Circus e ha raccontato le numerose attività del Centro Educativo di Documentazione di Verona. Importante l’intervento di Andrea Togni, direttore dell’Accademia d’Arte Circense, che ha sottolineato l’importanza, allargando il bacino di referenti, di allargare in maniera proporzionale anche il sostegno degli enti pubblici. Oscar Mancini rappresentava il Club Magico Italiano con moltissimi iscritti in tutta Italia. Raffaella Marastoni il Museo dei Madonnari della Associazione Centro Italiano Madonnari e Marco Soana l’Associazione Madonnari Rodemonte Gonzaga.

L’avvocato Benedetto Valerio che ha sottolineato l’importanza di una corretta e moderata ma decisa difesa contro molti degli attacchi ai circhi. Per altro era numerosa la partecipazione del mondo circense con Paolo Pristipino (marito di Liana), Paride Orfei, Alberto Vassallo, Derek Coda Prin, Samanta e Tamara Bizzarro, Eusanio Martino e vari altri.
Tutti curiosi verso il progetto Arcipelago e ansiosi di conoscerne meglio le linee di massima per poter aderire in toto. Come hanno aderito pur se assenti Franco Severi (Ammi, Musica meccanica), Sante Fornasier (Feriarco, dei cori), Afro Livero (Snav Cigl, spettacolo viaggiante) e molti altri.
Con il sostegno dei contenuti espressi dagli ospiti, Buccioni ha potuto ribadire quanto esposto in premessa. Il mondo dello spettacolo e della cultura popolare è un grande e pacifico esercito con migliaia di operatori e milioni di consumatori. Il primo obbiettivo di Arcipelago sarà far capire il valore del lavoro svolto quotidianamente e farlo riconoscere anche in maniera concreta. Il prossimo passo sarà la costituzione di un Comitato nazionale per lo spettacolo e la cultura popolare che abbia il compito di tradurre in realtà tutte le istanze manifestate durante la vissuta riunione dell’Agis.
L’articolo è uscito sulla rivista Circo novembre 2015.

