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NandOrfei nel cuore di Milano

di Roberto Bianchin

Come nasce un progetto culturale sul circo in una grande città europea? Roberto Bianchin, una vita come corrispondente de La Repubblica, si conferma ottimo creatore di eventi con passione per le discipline della meraviglia. Il racconto di un’idea che prende forma e cresce, in collaborazione con Paride Orfei.

Il circo prima del circo al Teatro Gerolamo.

Un circo dell’Ottocento in un teatro dell’Ottocento. Il colpo di fulmine scattò immediato, fin dal primo giorno in cui misi piede nello storico Teatro Gerolamo di Piazza Beccaria a Milano, un gioiellino del 1868, tutelato come monumento nazionale. Era il 2012, e la proprietà del teatro, una famiglia milanese di imprenditori e mecenati dal carattere schivo e riservato, aveva in animo di riaprire il Gerolamo che era chiuso da trent’anni perché privo delle misure di sicurezza imposte per legge dopo il rogo del cinema Statuto di Torino del 1983. L’architetto Chitose Asano, un’elegante signora giapponese che stava dirigendo gli accuratissimi e delicatissimi restauri, e che poi sarebbe stata nominata direttore generale del teatro, mi propose di diventarne il direttore artistico, per ridare al Gerolamo un’anima e un’identità. Si era innamorata degli spettacoli della “Cavalchina” che avevo messo in scena alcuni anni prima al Teatro La Fenice di Venezia con la complicità del regista Antonio Giarola. Per i primi tre anni lavorai in una stanzetta diroccata del cantiere riscaldata da una stufetta, a suggerire alcune modifiche alla struttura teatrale: palcoscenico mobile su tre livelli e attrezzato anche per numeri aerei, poltroncine della platea rimovibili, sale per esposizioni e conferenze, bancone bar modello Magenta, camerini moderni, tecnologie d’avanguardia. Per altri tre anni, una volta riaperto il teatro, mi divertii a mettere in scena gli orizzonti immaginati: dal recupero dell’arte delle marionette (il Gerolamo era nato, con i Fiando e con i Colla,
proprio a questo scopo), alla riproposta della canzone d’autore, dal cabaret al teatro milanese, dalla danzamoderna al circo contemporaneo. Fu un successo che andò al di là delle più ottimistiche previsioni. Un solo rammarico quando dopo sei anni, attratto da altre sirene, lasciai l’incarico: non essere riuscito, per vari motivi (c’erano altre cose più importanti da pensare alla riapertura del teatro), a realizzare il mio sogno proibito: portare un circo dell’Ottocento in un teatro dell’Ottocento. Dovettero passare altri sei anni. Intanto il Gerolamo, ormai affermatosi sulla pur affollata scena milanese, continuava brillantemente la sua vita. Fui colto di sorpresa l’anno scorso, quando l’architetto Asano, con cui ero rimasto in ottimi rapporti, mi telefonò e mi chiese a bruciapelo se ero ancora dell’idea di fare circo nel suo teatro. “Adesso i tempi sono maturi”, mi disse. “Non aspettavo altro”, risposi. Ma non mi interessava fare soltanto uno spettacolo. Avevo (ho) l’ambizione di costruire attorno al circo un vero e proprio progetto culturale (quello che servirebbe al circo italiano, per inciso, ma questa è un’altra storia).

Uno scorcio della mostra dedicata a Nando Orfei

Un progetto che valorizzasse la storia del circo e facesse conoscere i suoi valori e la sua cultura, in un mondo in cui sembra che, per vari motivi, si vadano perdendo. Perciò allestimmo una mostra storica sulla figura di Nando Orfei e la sua famiglia, con antichi e preziosi costumi originali, oggetti, attrezzerie, foto, manifesti, ritagli di giornale. Presentammo un videostorico sui grandi spettacoli di Liana, Nando e Rinaldo Orfei.
Organizzammo un convegno per parlare di circo e teatro con i massimi studiosi, storici e critici del settore. Impartimmo lezioni di circo, gratuite per bambini e per adulti, prima degli spettacoli. Un’immersione, insomma, nei vari aspetti del pianeta circo. Per farlo meglio conoscere e apprezzare. Al mio fianco, come regista (ma anche e soprattutto come complice), volli uno dei massimi artisti del nostro Paese, che viene da una famiglia che ha scritto la storia del circo italiano: Paride Orfei, figlio del leggendario Nando, addestratore di cavalli e di elefanti, fondatore e presidente dell’Accademia di Arti Circensi del Piccolo Circo dei Sogni di Peschiera Borromeo. Avevamo già collaudato la nostra intesa nelle precedenti edizioni dell’International Salieri Circus Award di Legnago, e il resto venne da sé. Togliemmo tutte le poltrone dalla platea del teatro, che trasformammo nella pista di un circo d’antan, appendemmo trapezi, cerchi e tessuti, e debuttammo nel febbraio scorso al Teatro Gerolamo l’ultima settimana del carnevale ambrosiano con lo spettacolo “Il Circo prima del Circo” e un cast artistico di un certo peso come il mimo e clown Carillon (Paolo Casanova) in esclusiva per l’Italia dal Circus Theater Roncalli (Germania), l’acrobata bulgara Snezhinka Nedeva, il comico francese Benjamin Delmas (più noto come Mister Bang), l’antipodista Romy Meggiolaro, il giocoliere Sonny Caveagna, la verticalista Britney Bricherasio, gli acrobati Cristian Orfei, Matilde Pasotti, Simone D’Agostino, la violinista Nicole Davis, oltre ai migliori allievi dell’Accademia milanese. Il risultato, non scontato, fu di sei repliche con sei sold out e sei standing ovation.

Roberto Bianchin e Paride Orfei al Teatro Gerolamo.

Fatto che ha indotto la proprietà del teatro a decidere di iniziare a produrre in proprio, annualmente, il “CircoTeatro Gerolamo” durante il carnevale ambrosiano, e a chiederci di portare in scena, sempre con la “Pregiata Compagnia Circo dei Sogni”, un nuovo spettacolo anche per il 2024 (13-18 febbraio, biglietti già disponibili sul sito del teatro, www.teatrogerolamo.it), aggiungendo due giornate in più di rappresentazioni. Ci sarà ancora, a grande richiesta, l’elegante Carillon, considerato il massimo interprete della “Clownerie del Cuore”, mentre gli altri artisti saranno tutti nuovi. A cominciare dal grande clown russo Anatoli Akerman, un’esplosione di comicità, già star del Cirque du Soleil, per continuare con l’incredibile verticalista e contorsionista Maria Sarach, applauditissima al Festival Internazionale del Circo di Monte Carlo, l’acrobata-cantante Noemi Nox, gli spassosissimi ventriloqui-cantanti Davide Tommasi e Naimana Casanova, rivelatisi al Festival Salieri e al programma televisivo “Dalla strada al palco”. Ma il lungo viaggio verso la riscoperta e il recupero della cultura circense, che proprio a Milano, nella lunga e felice epopea delle mitiche “Varesine”, aveva vissuto i suoi migliori momenti di gloria, non poteva fermarsi in un teatro, sia pure storico, sia pure splendido.

La mostra dedicata a Nando Orfei al Teatro Gerolamo

Doveva tornare anche nella sua vecchia casa, sotto lo chapiteau. Ce n’è uno, bellissimo (anzi, due), a un tiro di schioppo da Milano, immersi nel verde di Peschiera Borromeo, dove tutti i giorni dell’anno quattrocento bambini, ragazzi e anche adulti di ogni età si avvicinano alle arti circensi, vuoi per passione, vuoi per passatempo, vuoi perché vogliono diventare davvero artisti di circo. È l’Accademia di Arti Circensi fondata e presieduta proprio da Paride Orfei, direttrice artistica la celebre acrobata bulgara Snezhinka Nedeva, moglie di Paride e madre del venticinquenne Cristian, diventato anch’egli un ottimo acrobata. E proprio per iniziativa dell’Accademia, sotto il suo chapiteau, nascerà, dal 12 al 21 aprile 2024, un nuovo evento dedicato alle arti circensi dagli obiettivi ambiziosi come il nome che porta: Festival Internazionale NandOrfei. La rassegna è dedicata, nel decennale della scomparsa, alla figura leggendaria di Nando Orfei (1934-2014) che fu giocoliere, clown, acrobata, domatore, musicista, attore (memorabili le sue interpretazioni nei film di Federico Fellini Amarcord, I Clowns, E la nave va), e che fu da esempio e da guida per molti giovani artisti. Per questo il festival sarà riservato ad artisti circensi under 21 di ogni Paese e di ogni disciplina, che si esibiranno su colonne sonore di musica classica e contemporanea, nell’intento di valorizzare i nuovi talenti emergenti di quest’arte antica, e insieme il patrimonio culturale di musica d’arte di qualità, sia italiana che internazionale. Il vincitore, designato da un’apposita giuria di esperti, prenderà parte di diritto, grazie ad un accordo di collaborazione, alla quarta edizione dell’International Salieri Circus Award (Legnago, 26-30 settembre 2024).

Alcuni dei costumi esposti

A Nando Orfei, nella ricorrenza del World Circus Day (la “Giornata Mondiale del Circo”, sabato 20 aprile 2024) verrà intitolato, alla presenza delle Autorità, il Nuovo Giardino Botanico di Peschiera Borromeo, un grande parco aperto alla cittadinanza, ricco di una varietà di centinaia di alberi e piante. A Nando Orfei verranno dedicati anche un video e una mostra, e nel suo ricordo verrà celebrata una Santa Messa in suffragio, con gli artisti circensi che si esibiranno sul sagrato della chiesa. Ma nei dieci giorni del Festival, realizzato con la preziosa ed entusiasta collaborazione dell’Amministrazione Comunale, vi saranno anche molti altri eventi, tutti correlati, che ne faranno una grande festa e un importante momento culturale, capace di coinvolgere il territorio, le sue istituzioni, le scuole, le associazioni culturali e sportive. Vi saranno attività di animazione, parate, lezioni di circo, spettacoli, mostre, convegni, feste, concerti, rassegne di film sul tema del circo, mercatini, presentazioni di libri, incontri nelle scuole, concorsi a premi per gli studenti (ci sarà anche una “giuria dei bambini”) e per i negozianti che allestiranno le vetrine piùbelle sul tema del circo. Ma Milano, quanto mai vivacissima di questi tempi su circo e dintorni, sta anche coltivando un altro grande sogno nel cassetto: l’apertura di un nuovo, bizzarro locale. Si tratta di un’osteria, per la verità. E di un’osteria milanese, di quelle di una volta, come non ce ne sono quasi più. Ma sarà un’osteria milanese ispirata al mondo del circo. Ecco la novità (o la follia?). Il luogo, una vecchia cascina abbandonata, in un posto ben noto agli amanti del circo, è già stato individuato (ma è ancora top secret…). Il modello a cui ispirarsi anche. È quello, grosso modo, dell’affascinante “Baraque” dei Dromesko (attiva dal 1995 al 2008, passata in Italia alla Biennale Teatro nel ’99). Solo che sarà in chiave tutta milanese. Con l’ossobuco e la cassoeula e le canzoni di Gaber, di Svampa e di Jannacci ad accompagnare i balzi e le piroette degli acrobati.

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