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Monte Carlo, statistiche di un sogno

di Flavio Michi

Ci aveva già pensato il carissimo amico Roberto Pandini nel 1996, alla vigilia della ventesima edizione del Festival International du Cirque de Monte Carlo facendo delle statistiche sul festival circense più importante del mondo. Un altro caro amico, David Larible, mi ha spronato e convinto a raccogliere i dati dei 45 festival che abbiamo vissuto fino ad oggi. Ne sono scaturiti curiosità, aneddoti e meraviglie.

Ho avuto il piacere e l’onore di assistere a ben quaranta edizioni della kermesse monegasca e per il resto ci pensano i programmi, i video, i racconti di qualche altro amico. “Ognuno ha tante storie, tante facce nella memoria” cantava Gabriella Ferri in Sempre. È verissimo. Allora raccontiamo un po’ di questa grande storia. L’immenso Principe Ranieri III aveva avuto questa idea e la realizzò grazie all’amico (e Amico del Circo) Alain Frère, il mitico dottore di Tourrette Levens. Così, grazie anche alla collaborazione dell’Ente Nazionale Circhi e ai grandi nomi italiani, nacque il Festival di Monte Carlo per rilanciare l’immagine del circo nel mondo. Una scommessa vinta subito che, di anno in anno, ha visto aumentare gli spettatori sia in presenza sia in TV. Un successo straordinario. Ma quante cose sono cambiate in questi 50 anni, visto che tra poco il Festival celebrerà il suo cinquantesimo anno di esistenza insieme al centenario dalla nascita del Principe Ranieri. La location era del tutto nuova per il Principato: la spianata di Fontvieille. Era solo uno spazio rubato al mare per estendere il territorio monegasco, un po’ come si sta facendo adesso dalle parti dell’Hotel Fairmont con la nuova isola artificiale. Nel 1974 quello spazio era ancora vergine, appena creato. Il 26 dicembre risuonarono per la prima volta le note della marcia del festival sotto lo chapiteau del Cirque Bouglione. L’anno seguente venne scelta la struttura dei fratelli Liana, Nando e Rinaldo Orfei, quella del Circo delle Mille e una Notte. Gli Orfei ne avevano fatta una nuovissima che si trovava a Palermo per le festività natalizie e così la struttura vecchia trovò spazio a Fontvieille. Dall’anno successivo, il 1976, e fino al 1985, le strutture del festival furono quelle dell’American Circus della famiglia di Ferdinando Togni. Quindi il comitato organizzatore decise di dotarsi di una propria struttura, quella attuale. I primi tre festival si svolsero dal 26 al 30 dicembre e quindi nella prima settimana di dicembre, fino al 1985. Purtroppo, durante le fasi di montaggio della nuova struttura, nel 1986, una vera e propria bufera mandò in mille pezzi il nuovo chapiteau. Canobbio, il famoso costruttore, si mise subito all’opera per farne una nuova, ma il festival slittò al 1987, anche se a metà gennaio. E così erano già due le edizioni saltate. La prima, quella del 1982, purtroppo a causa della tragica morte della Principessa Grace. 62 metri di diametro, sei metri di altezza del “giro”, il perimetro, 16 metri di altezza del “graticcio” dove vengono agganciati tanti attrezzi, quasi 4.000 posti: una struttura imponente. Tornando alle edizioni saltate ricordiamo quella del 1991, per la Guerra del Golfo e quelle del 2021 e 2022 per la pandemia.

Le prime edizioni, e così per alcuni anni, presentavano quattro spettacoli di selezione completamente diversi. Quindi quattro numeri di cavalli, quattro di elefanti, quattro di animali feroci e tanti altri artisti. Non c’erano problemi di spazio e quindi si poteva fare. Poi però le cose sono cambiate con alcune ripetizioni di numeri, via via, fino ad arrivare ai due spettacoli A e B, con circa 24 numeri in totale rispetto agli oltre 40 delle prime edizioni. In questo modo la Giuria ha modo di visionare ogni numero due volte e giudicare in modo opportuno. Tanti cambiamenti anche nelle giurie: sempre composte da sei giurati e dal Presidente, prima il Principe Ranieri e poi la Principessa Stephanie. Nelle prime edizioni erano formate da molti personaggi dello spettacolo e divi del cinema, poi sono diventate molto più tecniche. Ricordiamo con piacere il mitico attore americano Cary Grant che ne ha fatto parte per parecchi anni. Durante i primi anni venivano assegnati solo i Clown d’Oro e d’Argento. Poi dalla 25a edizione sono stati introdotti i Clown di Bronzo e le statuette hanno cambiato forma. Ma l’Italia quando ha vinto la sua prima statuetta importante?
Flavio Togni, il nostro grande addestratore, ha partecipato a tanti festival. Al primo con l’alta scuola dei Togni Junior, al terzo con gli elefanti dell’American Circus (Argento), al nono nel 1983 con bellissimi numeri di animali (Argento), nel 1998 con un bellissimo numero di cavalli in libertà (Argento). Solo nel 2011 è arrivato l’Oro per la presentazione di bellissimi numeri di tigri, cavalli, cavalli e cammelli, elefanti. Ha partecipato anche al 30° e al 40° festival dove non c’era gara, ma con invitati premiati nelle edizioni precedenti e di grande livello. E il nostro primo Oro? È arrivato grazie a Giuseppe “Massimiliano” Nones e al suo bellissimo numero di tigri nel 1987. Era del Circo Moira Orfei. Ci ricordiamo ancora quella serata: che bellezza. Poi sono arrivati altri Oro e l’Italia si trova al quarto posto con otto statuette dietro a Russia, Cina e Corea del Nord. Siamo in vetta alla classifica dei paesi occidentali. Otto Oro, 13 Argento e cinque Bronzo per un totale di 26 statuette che ci porta al terzo posto della classifica generale. Ma la grande scoperta è che siamo al terzo posto anche come numero di artisti che hanno partecipato: ben 360. Terzi dopo Russia e Cina, ancora. Ricordiamo anche che il festival ha presentato oltre 1400 numeri con 5000 artisti e ben 3000 animali. Ma quali animali? I cavalli prevalgono con un migliaio di presenze. Gli elefanti vantano 250 presenze: 177 indiani e 73 africani, prima che qualcuno possa chiederselo.

E chi direbbe che sono state presenti al festival ben 300 tigri e 240 leoni? Ma i cani non sono da meno: ben 230. L’ippopotamo è arrivato nel 1978 con gli ungheresi Eotvos e il primo rinoceronte nel 1984: era Vouta del circo tedesco William Althoff. Qualche anno dopo è arrivata Jumba del Circo di Moira Orfei, che faceva parte del grande esotico presentato da Stefano Orfei Nones il quale lasciava la pista alla fine del numero gionglando tre clave in groppa a questo bellissimo animale. Se guardiamo il grafico delle presenze degli animali al festival notiamo una forte diminuzione dagli inizi fino ad oggi. Sicuramente ce ne sono di meno in senso generale, anche nei circhi. O almeno di meno di alto livello per essere presentati al festival. Ma per fortuna la Principessa Stephanie ci tiene comunque molto a mantenere la presenza degli animali nella grande manifestazione monegasca.

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