di Alessandro Serena
Il Festival della ripartenza. È vero che lo hanno preceduto altre importanti manifestazioni come Girona e Budapest. Parigi ha realizzato una raffinata versione in streaming. La nostra Latina ha persino raddoppiato, proponendo un talent riservato ai giovani. Ma non si può parlare di vera ripresa se non riparte il Festival dei Festival, la manifestazione che ha lanciato il format e di fatto da quasi cinquant’anni dà al circo un impulso di portata incalcolabile.
Il momento è arrivato. Monte Carlo dopo due anni di stop forzato riparte alla grande accorpando due anniversari. Il 45^ del Festival e il 10^ di New Generation. E lo fa del tutto allineato con le vibrazioni del pianeta, sia dal punto di vista del cast che da quello dell’energia positiva.
Grande spazio dunque all’Ucraina, che sta passando un momento difficile, ma con artisti scelti come sempre per merito e non certo per semplice empatia. Anche perché l’altissimo livello degli artisti di quel paese è confermato da anni di palmarès eccelso. Tornano i Bingo con i loro quadri di coreografie e tecniche realizzati appositamente da Irina Herman. Un piacere per gli occhi con la compagnia gestita da Igor Protsenko che, anche nei difficili anni del Covid e della guerra, ha mantenuto costante l’invio di gruppi numerosi in alcuni dei più importanti circhi di tutto il mondo. Ma quasi tutti gli artisti dell’ex paese sovietico hanno dovuto subire un arresto forzato della propria carriera a meno che non siano riusciti a riparare all’estero. La partecipazione gialloblu è comunque numerosa. Torna il Trio Equivokee, clown che avevano già conquistato un Bronzo, con un repertorio nel frattempo consolidato. Poi il duo al cerchio aereo Secret of my Soul. Ed una bella presenza femminile con la verticalista Victoria Dzuiba e le tre giovani soliste che partecipano a New Generation: al corpo libero Vladislava Naraeva e Sofia Hrechko, e al filo mollo Amelie Bilyk.
Sono assenti due nazioni importanti per la rassegna: la Russia per motivi politici e la Cina per motivi di gestione della salute pubblica, legata alla pandemia da Covid19.
Quasi di conseguenza, ampio spazio per l’Italia, che risulta essere la seconda nazione più rappresentata. A testimonianza di un valore che è ben dimostrato anche dal quarto posto assoluto nel medagliere di tutti i tempi, oltre che da un rapporto con l’evento quasi simbiotico sin dalle origini.
Grande attesa per il giovane ma già veterano Bruno Togni. La storia incredibile di un ragazzo che in questo particolare momento storico e nonostante doti eccelse di giocoliere decide di investire tutto sé stesso nell’ammaestramento e presentazione di grandi felini. Questo artista dotato di un carisma e di una presenza eccezionali raccoglie un’eredità che farebbe tremare le ginocchia a molti. È figlio di Flavio Togni, una delle ultime grandi leggende del settore. Recordman con un Oro e tre Argento conquistati in una carriera che procede da oltre quattro decenni con esiti rari ad incontrarsi che gli hanno fruttato la stima incondizionata di tutta la categoria. Ma la classe non dipende solo dal Dna, va anche coltivata e Bruno Togni è nel principato con dieci tigri di vario colore per dimostrare al mondo che il talento naturale ed ereditario è stato affinato da grande lavoro e sacrificio.
Molta attesa anche per i Flying Martini, con Michael già premiato qui a New Generation e fra i candidati ai gradini alti del podio con il suo notevole quadruplo salto mortale, incastonato in un repertorio fra i più completi al trapezio volante.
Elisa Cussadiè, compagnia di Alessio Fochesato, porta un nuovo numero di pappagalli nel principato. Un gruppo di sei esemplari ara cresciuti da un artista che è diventato ormai ovunque un marchio di fabbrica in quanto a performance spettacolari e ottimo stato di salute degli esemplari presentati. Con uno stile di lavoro che di fatto da qualche anno ha rivoluzionato l’estetica del genere spingendola sempre di più verso un impatto naturalista e leggiadro.
Un altro ritorno è quello di Alex Giona (Argento nel 2009) con una nuova creazione di Antonio Giarola, il massimo esperto italiano di spettacoli equestri, che per l’occasione ha incluso la vibrante esecuzione dal vivo di un’eccelsa violinista, per una e vera propria danza equina su segatura.
Kimberly Zavatta si presenta con una creazione alle cinghie aeree per la cui realizzazione è stato fondamentale il periodo trascorso all’Accademia del Circo di Verona, sotto la guida di Andrea Togni.
Spetta infine a Lorenzo Carnevale, in arte Mr Lorenz, portare avanti la grande tradizione della comicità all’italiana. Un percorso che pare disegnato per portare a risultati importanti. Anch’egli fomato all’Accademia fondata da Egidio Palmiri e con la frequentazione di complessi come Florilegio e Medrano, dove vige importanza assoluta per la pantomima. Fino agli ingaggi in piste prestigiose come il Krone. Insomma, la clownerie nel sangue, e l’occasione per mostrarlo.
Ma il mondo del circo non si limita a due nazioni. È grande ed accorre nel principato. C’è molta attesa per René e Merrylù Casselly e Quincy Azzario. Questo trio porta in dote un totale persino difficile da calcolare di premi vinti, da soli o in coppia. Il giovane artista prodigio, ottimo acrobata e grande ballerino (come dimostrato dalla vittoria del contest tv tedesco equivalente a Ballando con le stelle) si esibirà con la sorella Merrylù, che quando era sposa di Josef Richter ha sbancato la pista, e con la fidanzata Quincy già Argento qui con la sorella Katie (e lo stupendo maestro Eugenio Larible ad assisterle). Insieme presentano una straordinaria implementazione del passo a due equestre, icona del circo del Settecento, che diventa appunto a tre, con una serie di esercizi mai visti prima, seriamente candidata ad un Clown d’Oro.
Torna a Monte Carlo anche una leggenda della giocoleria. Lo svizzero Kris Kremo questa volta in coppia con il figlio Harrison. Anche in questo caso un filo rosso che attraversa i secoli, in quanto lo stesso Kris aveva iniziato la sua carriera in coppia col padre Bela, negli anni ’60, prima di intraprendere un brillante percorso da solista che lo aveva portato nelle migliori case e a vincere l’Argento qui, oltre ad essere invitato fuori concorso.
Altro recordman che potrebbe puntare in alto, in tutti i sensi, è lo statunitense Wesley Williams con i suoi monocicli a grande altezza. Una disciplina che, per quanto molto diffusa, raramente è arrivata sul podio, ma Wesley ha già abituato a imprese notevoli.
Una specialità antica che negli ultimi anni è stata rigenerata nell’aspetto estetico è quella del lancio di coltelli e dell’utilizzo di balestre, tocca ai Deadly Games (in rappresentanza di Brasile e Polonia) mostrarci la loro personalissima interpretazione di questa arte millenaria.
Il principato per alcuni anni è stato anche la casa della magia con un festival che si teneva nel Teatro Principessa Grace. Uno dei grandi vincitori di quella manifestazione fu lo svizzero Peter Marvey che ora passa dal palcoscenico alla pista per presentare la sua personale rivisitazione di alcuni esercizi di grande illusione.
Monte Carlo è stato sempre in prima linea nell’indicare nuovi orizzonti dell’arte circense anche e soprattutto in termine di nazioni poco frequentate o capaci di portare nuovi approcci anche con declinazioni che sfociano nel sociale. Si possono enumerare in questo variegato elenco la troupe di acrobati mongoli che presenterà un numero di acrobatica in banchina su globi e un numero di salti alla corda. L’esibizione di adagio acrobatico della coppia cubana Dust in the Wind. La Troupe Danguir del marocchino Mustafa (fra i ragazzi della leggendaria Ciudad de los Muchachos) con il numero della ruota della morte e del filo alto. E i Black Blues Brothers, provenienti dalla realtà di circo sociale kenyana Sarakasi, ma da anni protagonisti nei teatri di tutto il mondo.
Insomma, come da tradizione, la giuria (di cui quest’anno fa parte anche il presidente dell’Ente Nazionale Circhi, Antonio Buccioni) avrà un compito difficile, quello di segnalare i migliori di un cast già straordinario. Come sempre selezionato da Urs Pilz e approvato in prima persona da Sua Altezza Serenissima la Principessa Stephanie.
Ritorni, esordi, circo etnico, conferme, scoperte. Tutto questo è da anni il Festival di Monte Carlo, la manifestazione che più di qualsiasi altra di qualsiasi settore registra e allo stesso tempo definisce un genere, una categoria, un mondo. E se alle olimpiadi l’importante è partecipare, quest’anno a Monte Carlo l’importante è ripartire. E farlo con slancio ed entusiasmo, nell’evento più importante del mondo.