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Monte Carlo. Il domani è qui! E parla italiano

di Alessandro Serena

Il luogo dove si costruisce il circo del domani è senza dubbio Monte Carlo. Da ormai mezzo secolo si potrebbe usare il titolo del celebre film Ritorno al futuro. Si è avvertito in particolare quest’anno con un palmarès pieno di giovani artisti che guardano avanti con slancio. E anche il nutrito gruppo di artisti italiani risponde appieno a questa descrizione.
Se qualcuno pensava che l’assenza delle due super potenze Russia e Cina avrebbe abbassato il livello è stato smentito dai fatti con un’edizione davvero memorabile. Come sempre le decisioni del comitato una volta raccolte le opinioni della giuria (quest’anno con il presidente dell’Ente Nazionale Circhi Antonio Buccioni) aprono discussioni interminabili fra giornalisti, operatori o semplici appassionati, proprio come accade in tutti i grandi eventi del genere, inclusi Oscar e Nobel. Perché non è facile distribuire in maniera equa i premi con un cast straordinario.

Tutte le fotografie hanno il copyright dell’ufficio stampa del Principato.

Un Clown d’Oro. Ad un numero che ridefinisce gli standard della categoria, il bellissimo passo a tre equestre formato da René Casselly Junior, Merrylu Casselly e Quincy Azzario, spagnola ma formatasi all’Accademia del Circo fondata da Egidio Palmiri e sotto la sapiente guida di Eugenio Larible.
Un numero senza precedenti con esercizi mai visti prima o rarissimi. Fra questi la colonna di due donne, la colonna a tre, il notevole doppio salto mortale di René con la spinta posteriore del cavallo a tempo. Il tutto con costumi, musiche e movenze organiche, incisive, incalzanti.

Renè e Marilù Casselly e Quincy Azzario.

Con il ritiro dei fratelli Errani il più forte acrobata al mondo oggi è il giovane artista tedesco, per altro già star televisiva in patria, per aver vinto sia Ninja Warriors che Let’s Dance unendo doti eccelse di ballerino. Tre giovani artisti già premiati a Monte Carlo in discipline diverse che non smettono di guardare al domani. Per proiettarsi nel futuro la fiducia non basta, ci vuole talento e lavoro, doti che hanno in abbondanza. Ma ci vuole anche un obiettivo. E spesso per artisti di tutto il mondo la motivazione è proprio il sogno di partecipare al Festival dei Festival che a quasi 50 anni dalla nascita continua a costruire il futuro del circo.

Bruno Togni.

Sono stati conferiti sei Clown d’Argento, dei quali la metà ad artisti italiani. Un risultato davvero incredibile. Tre performance che raccontano uno stato di salute altissimo del circo tricolore. E che avrebbero forse potuto puntare anche al primo gradino del podio.
Una perla il numero di tigri colorate di Bruno Togni. Un repertorio molto più che completo presentato con fluidità, scioltezza, sicurezza da un artista la cui presenza in pista si fa ogni giorno più convincente. Il carosello del gruppo di tigri. Il salto delle tre tigri di Sheeba. Il salto in piedi. Le tre tigri a camminare insieme. Quelle sui globi di specchio. Immagini che rimarranno negli occhi e nel cuore degli appassionati del genere. Tutto ciò sarebbe stato già straordinario vent’anni orsono. Ancora di più brillano questi risultati in un mondo dove esibirsi con animali selvatici diventa sempre più difficile. Onore ai Togni per questa scelta difficile, ma percorsa senza esitazioni e al massimo livello. Questa performance in qualche modo incarna il desiderio di tutti coloro che credono che sia possibile presentare al circo degli animali in dolcezza ed armonia.

Michael Martini.

Altro exploit straordinario il quadruplo di Michael Martini, primo italiano ed europeo a presentare questo esercizio al Festival, scatenando un tifo da stadio nello chapiteau di Fontvieille. Un numero con tutti esercizi notevoli, che ha forse pagato alcuni errori in figure più semplici perché altrimenti avrebbe potuto puntare al metallo più prezioso.
Bruno e Michael sono stati per qualche giorno gli idoli delle folle portando a casa un premio importante, anche se non del colore più ambito. Ma c’è da essere convinti che un trionfo del genere servirà ai due per motivarli a tornare presto nel principato per una conferma delle proprie eccelse qualità.

Alex Giona.

Come in effetti ha fatto il più maturo Alex Giona, già Argento nel 2009, e di nuovo qui con la raffinata regia di Antonio Giarola. Un capolavoro equestre che è stato diviso in due ed ogni volta capace di sprigionare poesia e delicatezza e trasportare il pubblico in un universo onirico autonomo ed incantevole.
Argento anche per la troupe di Mustafa Danguir che ha presentato due numeri con otto artisti. Un filo alto con tutte le più importanti figure del genere e una spettacolare doppia ruota della morte sull’esterno della quale sono stati presentate due serie di salti mortali in “araba” e persino un doppio nello stesso stile. Mustafa è già un artista maturo, ma la troupe è composta da giovani artisti da lui stesso formati.

La troupe di Mustafa Danguir.

Altro giovane prodigio la verticalista ucraina Viktoriia Dziuba. Un piccolo gioiello post moderno di equilibrismo su di un’alta e scarna piramide, con una musica quasi atonale, un costume minimalista, dei tempi dilatati. Ma un’energia ed una fluidità tali da rendere la performance ipnotica, con gli spettatori incapaci di staccare gli occhi dal corpo essenziale dell’artista.

La verticalista ucraina Viktoriia Dziuba.

È noto come nell’alto della cupola si possano presentare storie d’amore, ma mai come in questo caso, il racconto ha mosso il sentimento degli spettatori. La coppia di Secret of my soul, è formata dall’ucraino Olekesi Grigorov e la russa Marina Glavatsky. Anche per il momento storico hanno versato e fatto versare lacrime per tutta la durata della performance, per altro tecnicamente egregia.

Elisa Cussadié con i pappagalli ammaestrati.

Quattro Bronzo. Uno ad Elisa Cussadié, con i pappagalli ammaestrati da Alessio Fochesato. La presenza di questa artista circense fino al midollo, la bellezza e lo stato di salute degli splendidi esemplari, la costruzione del numero con esercizi fluidi e naturali, la scelta di musiche e costumi, trasformavano questa splendida ragazza in una vera e propria Dea della natura.
Bronzo alla troupe di Erdene Nergui che ha presentato due numeri ben diretti dal russo Dimitri Chernov, in particolare un’originale esibizione di acrobatica in banchina sui globi ed una di salti di corde.
Il lancio dei coltelli è una delle discipline più iconiche del circo, ma i Deadly Games l’hanno interpretata in maniera moderna ed efficace.
Bronzo infine per il tableaux di due equilibristi e del corpo di ballo dei Bingo, che sono una parte importante dell’evento anche con i loro quadri acrobatici sempre dinamici e funzionali.
Quest’anno si svolgeva in maniera contestuale anche New Generation, sezione riservata alle giovani promesse. In questa sezione l’Oro è andato alla funambola Ameli Bilyk, i due Argento a Vladislava Naraieva e Sofiia Hrechko e il Bronzo a Kimberly Zavatta anche lei un prodotto dell’Accademia del Circo di Verona, capace ormai di padroneggiare le cinghie aeree con interpretazioni sempre diverse, come aveva ben dimostrato già al Salieri Festival di Legnago.
La leggenda della giocoleria Kris Kremo ha ricevuto un premio speciale per l’incredibile carriera esibendosi col figlio Harrison in un numero che è un’ulteriore dimostrazione della capacità del circo di puntare al futuro tramandando antiche tradizioni.

Lorenzo Carnevale.

Il cast era completato da altri artisti notevoli. La parte comica pur non andando a podio è stata varia ed efficace con il Trio Eqeevokee e il nostro Lorenzo Carnevale, ormai un veterano delle piste più importanti d’Europa.
Hanno avuto feedback positivi dal pubblico anche l’illusionista svizzero Peter Marvey, l’equilibrista Vladyslava Naraieva, il monociclista da record Wesley Williams, la coppia di cubani Dust in the Wind e gli acrobati kenyani Black Blues Brothers (di solito impegnati in palcoscenico).

I Black Blues Brothers.

Peccato che il presentatore Petit Gougou afflitto da una raucedine non abbia potuto dare il meglio. Invece, come d’abitudine, lo staff tecnico agli ordini di Urs Pilz (assistito da Sebastian Huchterbrock) si è mosso in maniera encomiabile. Agli storici Enrico Caroli e Daris Huesca, da qualche edizione si è aggiunto Tommy Cardarelli (dedicato alla stabulazione degli animali). Quest’anno ha collaborato anche Kristian Kristof in particolare rispetto alle dinamiche dei numeri aerei. Questo quartetto ha garantito esperienza e dedizione come in pochi altri contesti simili.
È tornata Rai 3, dopo due anni di rimontaggi, per quello che comunque si conferma come uno degli appuntamenti più graditi durante le feste natalizie. La squadra è cambiata dal punto di vista di autori e regia, ma confermata in quanto alla conduzione affidata a Melissa Greta Marchetto. La televisione nazionale riapre alla presenza di animali, fatta eccezione per i numeri di gabbia. Un peccato, in particolare quest’anno. Bisogna dire che si tratta purtroppo di una tendenza europea quella di limitare la presenza di animali anche in tv, ma la speranza è che si possa tornare in futuro a mostrare anche i grandi felini o altre specie.
SAS la Principessa Stephanie per una banale influenza non ho potuto seguire tutte le repliche come ama fare, ma la sua presenza si è sentita sempre comunque. Resta lei, che anni fa ha raccolto l’eredità di suo padre SAS il Principe Ranieri, la principale garante del futuro del circo. Che continua a costruirsi qui, nel Principato del Circo!