Gli automobilisti che a Milano si trovano all’incrocio di due strade importanti come via Melchiorre Gioia e viale della Liberazione hanno solo due scelte: passare se il semaforo dà luce verde, fermarsi se il semaforo dà luce rossa. Ci voleva l’arte circense per proporne una terza. Ne parla il Corriere della Sera di oggi nelle pagine di cronaca di Milano. Un giovane artista di strada di nome Jonathan si colloca lì all’incrocio con le sue clave e impone agli spettatori al volante i tempi della sua arte. Mezzo minuto, quando le clave volano verso l’alto, sono misura bastante a fare uno spettacolo. E infatti l’accoglienza è buona, e tale da tradursi non solo in sorrisi ma anche in offerte generose dagli automobilisti in colonna. Così si legge: “Trenta secondi di evoluzioni e poi l’inchino deferente al pubblico. Nessuno strombazzava, non c’era fretta di ripartire”. Miracolo a Milano, miracolo della giocoleria per noi nevrotici abituati a considerare ogni pausa in mezzo al traffico come un sorta di oltraggio alla nostra impazienza anche quando, a ben guardare, autentici motivi di impazienza non ci sono perchè arrivando alla meta un minuto prima o un minuto dopo non sarebbe questione di vita o di morte. In quegli attimi il sortilegio circense si pone fra il semaforo verde e quello rosso per ricordarci una banale verità di cui ci scordiamo sempre. Peccato che la lezione duri soltanto per brevi istanti. Peccato che quei miei concittadini non sappiano, o non desiderino sapere, che quel breve sortilegio l’avrebbero a portata di mano in tante altre, e più favorevoli occasioni, senza avere l’ansia del passaggio del rosso al verde. Peccato, intendo, che a molti sfugga che esiste il Circo, e che al circo non si va per “ammazzare il tempo”, espressione che fosse per me farei abolire per legge. Il circo ha fatto, del tempo, lo strumento della sua arte. Essere al circo non è starci un’ora, o due ore, o magari tre. E’ stare all’interno di una proposta di fantasia dove, volendo, il tempo non passa mai perché lì è lo spettacolo dell’uomo che perennemente reiventa se stesso. Il giovanotto che fra i due semafori coglie l’attimo per questa proposta di fantasia, restituendo al guidatore un guizzo di umanità in mezzo a un flusso ininterrotto di ottusità meccanicistica, ha alle sue spalle un’arte senza tempo perché non si conta con il cronometro la libertà creativa dell’uomo. Qui è il segreto dell’arte più antica del mondo, e grazie anche a chi ce lo ricorda pure in quei pochi istanti in cui si passa dal rosso al verde.
Ruggero Leonardi