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Livio Togni: Circo e animali amore indissolubile

“Pensiamo che il circo ancora oggi non si possa fare senza gli animali e i motivi sono diversi”. Intervistato dalla “rubrica di Tatiana”, Livio Togni entra nel merito di una questione che, soprattutto sotto Natale, non ha mancato di scatenare gli animalisti in cerca di una loro visibilità al traino dei circhi. “Anzitutto se non ci fossero stati i circhi che portano in giro gli animali, non ci sarebbe stata neanche la cultura animalista, che oggi esiste grazie alla conoscenza che noi abbiamo portato. Inoltre, non tutti hanno i mezzi per poter andare in Kenia o a fare i grandi safari per vedere certe specie animali che altrimenti sarebbero solo alla portata di pochissimi. E poi c’è ormai una tradizione consolidata: l’adattamento di questi animali alla vita insieme all’uomo è un dato di fatto e credo che sia conveniente anche per gli animali”. Non solo. Livio Togni, ex parlamentare e da anni insieme ai fratelli alla guida dei circhi Darix e Florilegio, aggiunge anche altro: “In natura la vecchiaia non esiste, gli animali muoiono tutti i giorni mentre quelli che vivono nei circhi sono i più longevi, hanno trovato un modus vivendi che li gratifica e li fa star bene. Vorrei dire che stanno quasi meglio che in natura. Così come teniamo il nostro cane a casa e siamo sicuri che stia meglio in questo modo che se costretto a vivere randagio in mezzo ai pericoli, libero nella natura, allo stesso modo avviene per gli animali nei circhi. Comunque la natura significa grandi difficoltà e grande sofferenza… Non a caso si dice che ogni mattina in Africa la gazzella deve cominciare a correre sin da quando si sveglia per salvare la pelle, e il leone deve fare lo stesso se vuole mangiare e sopravvivere”.

Livio Togni accarezza una delle sue tigri
Ventitré anni da ammaestratore e figlio di colui che è passato alla storia come il “gladiatore” diventato famoso per i numeri in gabbia con le tigri, Livio ne ha maturata di esperienza e rispondendo ad una domanda sugli incidenti che ogni tanto avvengono per chi sta a contatto con gli animali, dice: “Per gestire un gruppo di animali devi poter tenere in mano la situazione altrimenti qualcuno prende il sopravvento, come accade in natura… Gli animali sono molto intelligenti e il rapporto con loro va tenuto non con la forza ma con la personalità, cosa che a volte non succede nemmeno fra gli uomini, dove spesso non prevale la personalità ma la potenza, il denaro… Fra noi e gli animali no, si tratta di un grande rapporto di reciproca stima e fiducia. Gli animali si adattano all’uomo perché fa parte della loro natura farsi guidare da un capobranco e di certo il capobranco che trovano nel circo li fa stare bene”.
A proposito di chi anche in queste feste di Natale ha manifestato davanti a qualche circo per chiedere il divieto agli spettacoli con animali, Livio Togni non usa mezzi termini: “Ci sono grandi interessi che giocano contro il circo. Le associazioni animaliste che vivono in sostanza di finanziamenti, se hanno visibilità ottengono anche potere politico e quando l’hanno ottenuto lo sfruttano al meglio … Oggi la nostra attività sarebbe molto più vantaggiosa economicamente senza animali, ma non ce ne priviamo ugualmente, difendiamo la nostra libertà di scelta, la nostra tradizione, la nostra cultura, ma difendiamo anche gli animali e ci dispiacerebbe abbandonarli. Sentiamo spesso ripetere, e giustamente, di non abbandonare il cane! E si vorrebbe che noi abbandonassimo i nostri animali?”
Conclusa la permanenza a Milano con l’8 gennaio, il Darix Togni – fa sapere Livio – farà un’altra tappa in Italia e poi andrà all’estero: “L’Italia oggi mi sembra un paese del terzo mondo, ma di quelli cattivi cattivi, e lo dico girando il mondo. E questo non solo per la corruzione ma anche per la situazione economica: non si vive di finanza e non si vive di banche, si vive invece di lavoro e di produzione. Se non si produce, tutto quello che è stato costruito dovrà crollare, e allora tanto vale che crolli subito e poi si possa ripartire. Ma il mondo va avanti, non è tutto come l’Italia. Noi andremo in Ghana, uno stato dell’Africa che cresce, anche se non ha i soldi e i beni di consumo che ha l’Italia, ma sicuramente ha ancora l’entusiasmo di fare. Un augurio agli italiani? E’ giunta l’ora di svegliarsi!”
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