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L’informazione pubblica dia voce al Circo: Buccioni scrive a direttori di rete e programmi Rai

programmi-raiDel circo in tv si parla solo per casi sollevati dagli animalisti, per dare voce a chi il circo lo combatte dagli scranni della politica (un caso su tutti: Michela Vittoria Brambilla) o quando c’è in ballo un disegno di legge per vietare i circhi con animali. Il circo in quanto tale, formato da un centinaio di complessi, da scuole di formazione, da centri di ricerca e documentazione, da circa 10 mila addetti più un’indotto economico molto importante che va dalla grafica alla produzione di materiali promozionali/pubblicitari, fino alla realizzazione di chapiteaux, tensostrutture, costumi, attrezzistica e tanto altro, non ha mai dignità di notizia.
Un po’ di par condicio farebbe sicuramente bene e il pubblico italiano, che ama l’arte della pista, gradirebbe molto e potrebbe osì ascoltare la “campana” del circo e farsi anche un’idea di come vivono veramente gli animali, delle storie di affetto e convivenza che in nessun altro luogo come nel circo legano ammaestratori e animali.
Per spiegare tutto questo e chiedere che i programmi televisivi si aprano finalmente anche al circo, il presidente Enc Antonio Buccioni ha scritto ai nuovi direttori di rete del servizio pubblico (i prossimi giorni partiranno anche le lettere per le reti Mediaset e La7): Andrea Fabiano (Rai1), Ilaria Dallatana (Rai2) e Daria Bignardi (Rai3), Giancarlo Leone e Carlo Verdelli. “Il Circo inteso come realtà organizzata di direttori, artisti, uomini e donne che ogni giorno animano un centinaio di complessi su scala nazionale, e più in generale di una Categoria rappresentativa di tutto il settore in Italia, non trova ospitalità nell’informazione e nei programmi Tv”, sottolinea fra l’altro Buccioni nella comunicazione. L’invito ad affrontare il tema è sollecitato anche ai conduttori di diversi programmi, fra i quali Ballarò, Agorà, I fatti vostri, Cronache animali, La vita in diretta e Unomattina. C’è da augurarsi che non cada nel vuoto.