In relazione all’articolo comparso sulla Gazzetta del Sud in data 6 ottobre, dal titolo “No” all’utilizzo di animali negli spettacoli dei circhi, l’Ente Nazionale Circhi ha inviato al giornale la seguente nota che la Gazzetta del Sud ha pubblicato oggi. Per la cronaca, i sostenitori del circo con animali, senza troppi sforzi, di recente sempre a Reggio Calabria (in occasione della presenza del circo Amedeo Orfei) hanno raccolto più del doppio di firme.
Nella grande e bella Reggio Calabria, poco meno di 200 mila abitanti, gli attivisti che vorrebbero vietare l’attività ai circhi con animali hanno raccolto la bellezza di 650 firme. E, forti di questo successo, chiedono di impedire uno spettacolo che ha millenni di storia e che una legge dello Stato (18/3/1968 n. 337) consente e tutela? Se non è uno scherzo, come purtroppo temiamo, allora una breve risposta gli attivisti animalisti la meritano.
Primo. Chiedendo al Comune di Reggio Calabria di “adottare un divieto alla concessione di suolo pubblico comunale ai circhi che utilizzano animali”, i promotori sollecitano l’Amministrazione a compiere un atto illegittimo, che contrasta con una legge vigente e che cozza contro la giurisprudenza costante e consolidata in questa materia (decine di sentenze dei Tar dal 93 ad oggi favorevoli ai circhi con animali hanno “cancellato” Regolamenti e ordinanze in contrasto con la legge) e dunque a sprecare i soldi dei cittadini in battaglie legali sul cui esito sussistono pochi dubbi.
Secondo. Non è vero che i circhi utilizzino “animali provenienti da habitat naturali” e che li costringano ed esercizi innaturali. Si tratta di animali nati in cattività da più generazioni e, come spiegano veri esperti, “gli animali nati in cattività sono praticamente animali domestici, almeno se vivono a contatto con l’uomo fin dalla nascita” e “il segreto dell’addestramento consiste nell’utilizzare tendenze naturali al gioco … esattamente quello che si fa con gli animali domestici come cani o cavalli. Ogni mammifero è costruito per lavorare, cioè cercare di procurarsi il cibo, mediamente per un certo tempo ogni giorno e riposare il resto del tempo. Le ore di addestramento e di spettacolo suppliscono precisamente a quelle che, in natura, lo stesso animale spenderebbe per guadagnarsi da mangiare” (prof. Alberto Simonetta, a lungo zoologo all’Università di Firenze).
Come al solito, però, sono i fatti ad avere la meglio sulle parole: la Città di Reggio Calabria si è già inequivocabilmente espressa, e lo ha fatto, al di là di ogni più rosea previsione, affollando ogni giorno il tendone del circo.
Antonio Buccioni, Presidente Ente Nazionale Circhi