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L’Embell Riva lancia un’altra richiesta di aiuto

“Domenica abbiamo subito il terzo sequestro del circo: in Siria la domenica è il primo giorno feriale della settimana, sono venuti un ufficiale giudiziario e quattro poliziotti con l’avvocato dell’egiziano per prendere gli estremi dei mezzi, delle attrezzature e procedere al sequestro. Noi non abbiamo firmato niente, erano tutti documenti in arabo: l’avvocato ci ha consigliato di andare via da Homs, siamo scappati alle 7 del mattino per andare a Edleb, 300 km da Damasco”. Dalla Siria Roberto Bellucci continua a non vedere vie d’uscita ad una storia che ha del grottesco: è infatti bloccato da oltre due settimane a causa della truffa di cui è rimasto vittima, perpetrata dall’impresario che ha gestito la tournée e che poi, prima di fuggire in Libano, avrebbe “venduto” il complesso italiano ad un acquirente siriano.
I contorni della vicenda sono in parte ancora da chiarire, ma di certo l’Embell Riva sta vivendo giorni concitati. “La Farnesina ci aiuti a risolvere questa incredibile situazione: vogliamo tornare in Italia, la situazione qui va peggiorando di giorno in giorno, domenica abbiamo subito il terzo sequestro del circo”, dichiara Bellucci all’agenzia di stampa Agi. “Non sappiamo cosa fare: abbiamo speso tutto quello che abbiamo guadagnato con gli spettacoli per pagare i debiti lasciati ovunque dall’egiziano. Siamo fermi da 15 giorni con gli spettacoli per via dei sequestri, chiediamo aiuto alla Farnesina perchè questa situazione si sta facendo insopportabile, il circo è la nostra vita, vale oltre un milione di euro, e di certo non ripartiamo senza”. Il consolato italiano sta seguendo il caso e pare che sia in programma un vertice per cercare di trovare una via d’uscita.

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