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L’ecumenismo è di casa sotto il tendone di Monte Carlo

Foto Notre Dame Des Fleurs - Grasse

A Monte Carlo non va in scena solo l’arte circense ai massimi livelli, ma da dieci edizioni nel cuore del programma del Festival c’è anche spazio per una comunione che unisce le diverse fedi. Accade nella celebrazione della Santa Messa sotto lo stesso tendone che ospita anche le esibizioni, e quest’anno è stata presieduta da S.E. mons. Bernard Barsi, arcivescovo di Monaco, e insieme a lui da mons. Luis Sankalé, Vescovo di Nizza, mons. Matthias König, vescovo ausiliare di Paderborn in Germania, il vescovo anglicano mons. David Hamid e mons. Vittorio Lupi che guidava una delegazione della Migrantes della Liguria. In prima fila c’erano S.A.S. Alberto di Monaco, Stephanie, i Ministri del Principato, tanti artisti e tutti coloro che non hanno voluto perdere questa occasione particolarmente suggestiva e carica di significati.
Foto Notre Dame Des Fleurs - Grasse
Il pastore Paolo Morlacchetti, della chiesa riformata di Cannes, che ha partecipato alla celebrazione, spiega che il circo “è un’istituzione che non si frequenta spesso nella vita normale” quindi “la prima volta che ci si trova in quel contesto si è un po’ sbalorditi“. Però “piano piano ci si rende conto che questo contesto così strano è un luogo di vita, non unicamente un luogo di spettacolo“. Un luogo, tuttavia, “fatto di sradicamenti, di gente che ha fatto della precarietà la propria stabilità di vita; persone che vivono profondamente la loro fede in un contesto duro, che non fà sconti e concessioni, anche rispetto al fatto che nella società sono visti come personaggi a parte”.
Don Luciano Cantini
E non manca nemmeno il punto di vista cattolico su questo evento speciale che prende forma nel principato di Monaco in occasione del prestigioso Festival. Lo fornisce don Luciano Cantini su Migranti Press in uscita a fine febbraio: “È ormai una tradizione che durante il festival internazionale del Circo di Montecarlo la Chiesa Monegasca organizzi una grande celebrazione ecumenica sotto il tendone del Festival che vede riunite le comunità ecclesiali di diverse denominazioni presenti sul territorio della Costa Azzurra. Siamo nella Settimana di Preghiera per l’unità dei cristiani e le Chiese cattolica, luterana, armena, caldea, hanno offerto la loro preghiera confrontandosi con la Chiesa apostolica descritta nel libro degli Atti. Il tema, infatti, della settimana di preghiera era uniti nell’insegnamento degli apostoli, nella comunione, nello spezzare il pane e nella preghiera   (cfr. Atti 2, 42).
Durante il rito religioso gli artisti partecipano per quello che sono, e nel cerchio magico del circo la celebrazione ecumenica vede anche la loro partecipazione diretta. E’ don Cantini a spiegarne i motivi: “Alla celebrazione hanno partecipato molti artisti circensi ed alcuni hanno offerto un saggio della loro arte, come il nostro Flavio Togni, vincitore del Clown d’oro, che ha mostrato il suo numero di dodici cavalli in libertà. Non si può parlare di una “esibizione” così come di solito la vediamo in uno spettacolo di circo; è stato un atto religioso: mettere la propria vita e la propria cultura nelle mani di Dio. Lo si capisce dal fatto che gli artisti dopo il loro numero quasi fuggono dalla pista senza chiedere l’applauso perché non è per quello che hanno eseguito il loro numero, anche se alla fine l’applauso lo ricevono sempre, ma chi ha compreso il senso della celebrazione fatica un po’ battere le mani, ma vive la comunione con il lavoro dell’artista”.
La Madonna del Circo donata a Bello Nock (Migranti Press)
Fra i tanti artisti che si sono radunati in preghiera, c’era anche l’altro vincitore del Clown d’Oro: Bello Nock, di padre svizzero (la famiglia del Circo Nock) e di madre italiana, la signora Aurelia Canestrelli. E a Bello Nock i direttori nazionali delle organizzazioni europee, cattoliche e protestanti, che offrono il servizio pastorale nel mondo del circo e che sono riuniti in un Forum permanente, al termine della celebrazione – racconta don Luciano Cantini – “hanno consegnato un loro premio: una immagine della Madonna che sotto il suo manto protegge il circo, ed una Bibbia”. Uno splendido messaggio che parte da Monte Carlo e che va molto al di là del mondo del circo.