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Le speculazioni animaliste sull’elefante goloso

elefante-romaLo scorso 7 novembre un elefante si è allontanato da un circo a Ponte di Nona ed è andato al mercato a mangiare un po di frutta a metà tra lo stupore e la curiosità delle persone. «L’animale è stato recuperato dal Corpo Forestale dello Stato tra i banchi di frutta ed era affamato». Lo dichiara, in un comunicato, Walter Caporale, presidente dell’Associazione Animalisti Italiani Onlus.
«La denuncia dell’associazione Animalisti Italiani Onlus inviata alla Procura della Repubblica di Roma, a cura dell’Avvocato Alessio Cugini, – aggiunge la nota – è stata accolta e affidata ad un PM. Per cui siamo felici di annunciare che i fatti sono oggetto di indagine rispetto alla normativa attinente la corretta gestione degli animali nella struttura circense artt. 544-ter e 727 Codice Penale. Il circo è uno spettacolo indegno e incivile. Per fortuna sono poche le famiglie che scelgono questo tipo di spettacolo; infatti i circhi con gli animali sopravvivono solo grazie ai 6 milioni di euro di contributi elargiti ogni anno dal ministero dei Beni Culturali. Ossia soldi degli italiani, sottratti agli ospedali, agli asili nido, all’assistenza, ai diversamente abili. Tutti gli animali utilizzati negli spettacoli sono addestrati con la tecnica della ricompensa del cibo e gli esercizi innaturali effettuati negli spettacoli sono la conseguenza di grandi privazioni di cibo, spazio e movimento. L’elefante fuggito e affamato è la prova dello stato innaturale a cui sono sottoposti gli animali nei circhi.
Immediata la risposta del presidente dell’Ente Nazionale circhi, Antonio Buccioni che senza mezzi termini ha detto «Chi ha fatto queste dichiarazioni dovrebbe arrossire, vergognarsi e chiedere scusa. Quando qualche settimana fa ho dichiarato che c’è volontà di sterminio della gene del circo sono stato ogetto di critiche invece quanto dichiarato da Caporale rafforza questa mia tesi. Torniamo ai tanto sventilati contributi anche qui gli ambientalisti dimostrano ignoranza, si informassero meglio. Le aziende circensi riscuotono effetivamente dallo Stato poco più di un milione e mezzo di euro ben lontano dalla somma dei 6 dicharata da Caporale e dieci volte inferiore a quanto ad esempio la Francia stanzia per l’arte circense. La gente del circo lavora sodo e si sacrifica e fa star bene prima di tutto i suoi animali. Gli ambientalisti si occupino con più tenacia all’educazione per gli animali domestici. Sono decine e decine le vittime umane causate da incidenti di animali domestici».
Fra. Pug.

Il Tempo

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