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Le aree pubbliche per i circhi non ci sono e gli inconvenienti ricadono su tutti

La questione dei “disagi ai cittadini” sollevate in questi giorni in alcune città, ripropongono un tema che – purtroppo – si ripete da sempre. 
A Catanzaro, frazione di Giovino, un consigliere comunale se la prende con “la scorrettezza dei circhi” che scelgono aree private per lavorare.
A Fermo il circo si è posizionato su un’area privata e qualcuno ha subito sollevato la polemica col Comune perché è stata utilizzata un’area solitamente adibita a parcheggio per medici, infermieri e utenti del vicino ospedale.
La verità è una sola: se i Comuni si fossero dotati, come sarebbe stato loro dovere, di aree attrezzate, non saremmo qui a discutere di tutti questi problemi. Fra l’altro una legge dello Stato mette anche a disposizione dei fondi a questo scopo.
La legge che regolamenta l’attività dei circhi risale al 1968, ma nonostante siano trascorsi 42 anni, le amministrazioni comunali restano inadempienti nella stragrande maggioranza dei casi, dalle grandi città, passando per le medie e le piccole.
Ecco cosa prevede l’articolo 9 della legge 337/68: “Le amministrazioni comunali devono compilare entro sei mesi dalla pubblicazione della presente legge un elenco delle aree comunali disponibili per le installazioni dei circhi, delle attività dello spettacolo viaggiante e dei parchi di divertimento.
L’elenco delle aree disponibili deve essere aggiornato almeno una volta all’anno.
La concessione delle aree comunali deve essere fatta direttamente agli esercenti muniti della autorizzazione del Ministero del turismo e dello spettacolo, senza ricorso ad esperimento di asta.
È vietata la concessione di aree non incluse nell’elenco di cui al primo comma e la sub concessione, sotto qualsiasi forma, delle aree stesse.
Le modalità di concessione delle aree saranno determinate con regolamento deliberato dalle amministrazioni comunali, sentite le organizzazioni sindacali di categoria. Per la concessione delle aree demaniali si applica il disposto di cui al terzo comma del presente articolo”.

Invece sono davvero pochi i Comuni in regola, e spesso quelli che un’area l’hanno trovata si sono preoccupati di reperirla nella estrema periferia della città, in posizione assolutamente proibitiva per chi voglia lavorare.

Short URL: https://www.circo.it/?p=1643

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