Al Festival d’Italia va in pista la continuità
di Francesco Mocellin
Quello ideato da Giulio Montico e proseguito brillantemente da Fabio, Fabrizio e tutta la famiglia è attualmente uno dei più longevi e consolidati tra i festival in attività. Tra l’altro, nessuna edizione è mai saltata, neppure nel nefasto 2020 quando la competizione – tutta dedicata agli artisti italiani – è riuscita a svolgersi una settimana prima della seconda chiusura totale delle attività di spettacolo.
Quella appena conclusa verrà ricordata anche – ma non solo – per la partecipazione del più grande gruppo esotico ancora in circolazione, ovvero quello guidato da Massimiliano Martini del “Circo Madagascar”. Crediamo di non sbagliare azzardando che gli spettatori del festival conserveranno lungamente nel bagaglio dei ricordi l’immagine potente e fantasmagorica di animali e danzatori, l’esplosione di colori, odori, suoni che hanno richiamato un esotismo ormai praticamente impossibile da trovare sulla pista di un circo. Il grande sforzo compiuto dalla famiglia di Nini Martini per la partecipazione alla competizione è stato premiato col massimo riconoscimento, il “Latina d’Oro” cui si è aggiunto l’agognato invito al Festival di Monte-Carlo. Per Massimiliano anche il premio speciale del Club Amici del Circo.
Un altro oro è stato attribuito al trio di funamboli uzbeki “Triple breath” visto a Girona lo scorso marzo, prodotti e coreografati dai conterranei del duo Sky Angels (Clown d’Oro a Monte-Carlo 2017). Il numero propone le tipiche suggestioni di una specialità declinata tecnicamente secondo le modalità classiche dell’Asia Centrale con alcuni passaggi di assoluto pregio cui l’uso massiccio delle longe toglie un po’ di pathos. Anche per loro un invito a partecipare alla kermesse del Principato.
La numerosa giuria tecnica – ben sedici componenti tra i quali un’incontenibile Liana Orfei – presieduta dal direttore artistico del Festival di Monte-Carlo Urs Pilz non è stata altrettanto generosa con lo straordinario Anthony Cesar: il belga è oggi probabilmente quanto di meglio offra la specialità delle cinghie aeree e le sue evoluzioni sul tappeto sonoro di “Space oddity” evocano mirabilmente l’dea dell’angelo terreno: “solo” un argento per lui così come per la troupe di trapezisti volanti al femminile Flying Tabares e per i due energetici quanto brillanti giocolieri cileni Hermanos Reyes.
Quattro i bronzi tra i quali segnaliamo soprattutto quello attribuito al travolgente ensamble argentino di danzatori di malambo Argendence che forse avrebbero potuto aspirare anche a un gradino superiore del podio e quello andato al duo di pattinatori Holler Zavatta e Carmen Ribas che chiudono la loro performance con una notevole doppia presa coi denti.Il premio della critica è stato assegnato all’interessante lavoro al cerchio aereo del duo femminile transalpino Sweet Darkness in linea con l’estetica del circo contemporaneo.
La clownerie è stata affidata integralmente a Pastelito de Chile e al figlio Junior, due personaggi molto conosciuti nel panorama circense del loro paese e dell’intero Sud America. La loro comicità caciarona, caricata e un po’ infantile, molto lontana dai canoni espressivi di quella europea ha conquistato il pubblico che si è fatto trascinare dalla loro energia senza opporre resistenza.
Avevamo parlato di un’edizione da ricordare per la presenza del gruppo esotico di “Madagascar”. Ma la ventiquattresima è stata anche la prima senza Mirella Iuliano Montico, la figura che faceva da trait d’union tra le diverse generazioni della famiglia, tra gli artisti in gara, tra gli ospiti. Allo stesso modo, la recente scomparsa di Istvan Kristoff – uno dei grandi del Circo europeo a cavallo di due secoli – ha privato il festival dello storico presidente della giuria: entrambi sono stati ricordati nell’intensa serata di gala.
Archiviata questa edizione di successo già siamo proiettati verso il talent di fine novembre riservato alle giovani promesse e poi al giubileo del 2024.