di Flavio Michi
A chi ci ha chiesto se il 19° Festival of Italy, che si è appena concluso a Latina, fosse stato sottotono abbiamo detto che pensiamo esattamente il contrario.
Non sarà stato facile riprendere dopo un anno di stop, ma il risultato di quest’ultima edizione premia certamente la famiglia Montico.
Avremmo potuto pensare che quest’edizione non ci sarebbe stata. E’ difficile rimettere in moto qualsiasi meccanismo che si ferma, figuriamoci l’organizzazione di un festival del circo!
E invece a Luglio è arrivata la buona notizia. Ottima, dato tutto quello che ogni anno abbiamo potuto vedere a Latina: artisti e numeri che, in gran parte, non sarebbero venuti in Italia e chissà se mai torneranno. Un’occasione, insomma, che ci porta il bello spettacolo a casa invece di andare a cercarlo in giro per il mondo.
Fabio Montico, come sappiamo, viaggia molto ed è presente ai festival più importanti del mondo: da Montecarlo, a Mosca, a Budapest e in Cina.
Nei suoi numerosissimi viaggi è riuscito a stabilire molti contatti con circhi, scuole, impresari, direttori, artisti.
Se poi aggiungiamo la collaborazione di circensi doc nostrani riusciamo a vedere la luce e la grande ripartenza del festival.
Naturalmente occorre tenacia e determinazione da parte della famiglia organizzatrice, ma i Montico ci hanno dimostrato negli anni di averne da vendere.
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Sempre impeccabile la grande struttura che ospita la manifestazione. Tutto montato alla perfezione, con professionalità.
Se avessimo avuto qualche dubbio ce lo saremmo tolto nella serata di domenica 21 quando una vera e propria bufera si è abbattuta sulla città, mentre il secondo spettacolo era in corso. In circo non è entrata una goccia d’acqua mentre fuori era in corso un vero diluvio.
Sembra che anche le tigri si siano accorte di essere al sicuro perché non si sono scomposte, sicuramente anche grazie al loro addestratore!
La direzione di pista è stata impeccabile, come sempre d’altronde. Tommy Cardarelli, Fabrizio Montico e Ruby Merzari sono stati bravissimi a coordinare gli ‘uomini della pista’. Ogni spettacolo è filato liscio, senza intoppi, come la serata di Gala: perfetta!
La buona orchestra diretta da Fabiano Giovannelli ha sottolineato gran parte degli spettacoli, valorizzati anche dal bell’impianto luci.
Molti dei presenti ricordavano i quadri presentati dal Royal Circus di Gia Eradze nel 2016. Certo, ma seppur ricordandoli con grande piacere, per la ricchezza dei costumi, per la bellezza, per un risultato d’insieme straordinario, abbiamo voluto concentrarci sul presente. D’altra parte potremo vedere a Montecarlo tra meno di tre mesi i tre quadri presentati a Latina due anni fa, oltre ad un quarto che sarà altrettanto spettacolare!
Ogni edizione di un festival è diversa dalle altre, naturalmente, e quella che si è appena conclusa sarà ricordata per altri elementi che l’hanno caratterizzata: la famiglia Togni, per esempio!
Flavio, presentato come l’icona del circo italiano, non ha bisogno di conferme, ma ogni volta che si presenta in pista, e soprattutto nei festival, dimostra di essere un Artista straordinario.
Lo sappiamo, l’abbiamo detto molte volte, ma ci dobbiamo ripetere perché si merita tutti i complimenti di questo mondo.
In questo festival ha presentato un’ottima routine con otto cavalli, quattro bianchi ed altrettanti neri.
Grande classe, maestria e precisione. Gli esercizi finali, i ‘da capo’, sono stati la ciliegina sulla torta come il debout con tre cavalli affiancati che hanno fatto un giro completo di pista.
Tutta italiana la colonna sonora con pezzi di Anna Oxa, Eros Ramazzotti ed un saluto finale con l’Italiano di Toto Cutugno. E Flavio è veramente un grande italiano conosciuto e apprezzato in tutto il mondo!
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Adriana, sua figlia, con Sarah, figlia di Marco, erano in gara col loro bel tango sul ‘trapezio a due’. Dimostrano di aver imparato molto all’Accademia d’Arte Circense di Verona: hanno una buona tecnica e la loro esibizione ha molto ritmo, su una musica accattivante. Brave!
I cugini Claudio, Enis, Ilaria, figli di Daniele Togni, con Bruno, figlio di Flavio e fratello gemello di Adriana, hanno presentato l’Alta Scuola di equitazione tratta da “White”, lo spettacolo messo in scena da Antonio Giarola.
Un bel quadro, arricchito dal balletto del Bolshoi Circus di Mosca, che ci ha presentato bellissimi cavalli, bravi e giovanissimi cavalieri ed un’Ilaria luminosa, proprio in tutti i sensi.
Bruno ha presentato ad ogni spettacolo il suo numero di tigri.
Ci ha lavorato per parecchi mesi, sia in stagione, sia al quartiere invernale.
Da notare che questi sette bellissimi animali hanno lavorato solo per pochi giorni in un circo (da Larry Rossante) per poi trasferirsi a Latina.
Le luci, la musica il folto pubblico non li hanno per nulla turbati grazie all’ottimo addestramento.
Bruno, pur potendo contare su un addestratore d’esperienza come Flavio, per indicazioni e consigli, ha fatto proprio tutto da solo ottenendo ottimi risultati.
I momenti in cui la tigre in debout salta altri due esemplari distesi a terra, prima uno e poi l’altro, e il finale, con i due debout sulle sfere di specchi, rimarranno nella storia di questo festival e siamo sicuri di poterli rivedere in altri appuntamenti importanti.
Per Bruno, tra gli altri premi, un invito a partecipare a New Generation a Montecarlo anche se siamo sicuri che punterà al festival ‘grande’! In bocca al lupo!
Il bellissimo trofeo ‘Giulio Montico’ è andato a Flavio.
Per tutta la famiglia un invito a partecipare ad uno spettacolo del Bolshoi Circus di Mosca e, soprattutto, un meritato Latina d’Oro!
Il loro Oro è il primo di una serie di quattro del Palmares!
E’ la prima volta che al festival se ne attribuiscono così tanti.
La giuria tecnica internazionale avrà sicuramente avuto il suo bel da fare.
Due Latina d’Oro sono stati attribuiti alle due troupes russe Ruban e Pronin, provenienti entrambe dal Bolshoi Circus di Mosca.
Gli acrobati di Anatoly Ruban, sebbene in altra formazione, avevano già partecipato anni fa al festival.
Il loro numero è un capolavoro di regia, coreografia e tecnica. Il sogno onirico trasportato in pista in un numero di basculle. Ogni artista rappresenta un personaggio con un proprio ruolo. Il tutto magicamente bianco e arricchito da musiche originali che vanno dal suono armonico del violino, al jazz, a ‘scossoni’ di modernità, mixati magistralmente. Il risultato? Un numero da vedere!
La troupe Pronin aveva partecipato al Festival di Montecarlo in una veste completamente diversa.
Da uno stile ‘700 siamo passati al folklore russo di ‘Kalinka’, con costumi ricchissimi.
I Pronin erano contornati dalle bellissime ballerine del Bolshoi Circus: un mix di bellezza, ritmo indiavolato ed esercizi eseguiti con grande precisione.
Ci saremmo aspettati un triplo salto mortale da un altalena all’altra, come vedemmo eseguire dai Filinov di Gia Eradze, ma non c’è stato. Nonostante questo il loro Oro è meritato e vorremmo rivederli spesso!
Altro Oro alla Troupe della scuola di Nanchino: mimando una battaglia orientale eseguono difficili esercizi utilizzando insieme la basculla e la trinka degli icariani. Molto bello il doppio salto mortale con arrivo in piedi sui piedi del porteur! E anche il triplo in poltrona della ragazza ha avuto il suo peso nell’attribuzione di questo premio.
I due Latina d’Argento sono andati al Duo Ebenezer, da Cuba, e alla russa Olesya Fedotova.
Rey David Vela Perez e Nardelys Jiménez Aguila hanno presentato un bel mano a mano riscuotendo un grande successo di pubblico.
Hanno davanti a loro bei contratti in spettacoli prestigiosi. Proprio un bel numero!
Olesya Fedotova ha solo 15 anni e stupisce per la perfezione del suo numero di verticali tenendo una palla col piede per tutta la durata del suo numero.
E’ di una bravura impressionante. Ebbe un grande successo anche a New Generation a Montecarlo. L’Argento è strameritato!
Tre Latina di Bronzo: al duo A&J, a Vioris Zoppis, a Lisa Rinne.
Oleksii Malyi è l’Adamo del duo in cui Eva è impersonata da Julia Makarova.
Il Duo A&J, questo il loro nome, ha presentato un bel numero di cinghie aeree. Ce ne sono davvero molti ‘in giro’ in questi anni. Loro sono bravi e hanno ben figurato. Ah, per rafforzare la loro immagine, quella del primo uomo e della prima donna, hanno utilizzato anche una bella mela rossa!
Vioris Zoppis lo conosciamo bene.
Già all’Accademia di Verona, qualche anno fa stupiva per tecnica e grinta.
All’ultima New Generation, a Montecarlo, ha dominato conquistando l’Oro.
Qualcuno attratto dalla sua bravura vorrebbe poter lavorare con lui per migliorare ancora la coreografia e la regia del numero.
Bene.
Un terzo Latina di Bronzo è stato vinto dalla tedesca Lisa Rinne.
Era già approdata a Latina per il festival del 2012, ma una brutta influenza l’aveva costretta a rinunciare alla gara.
La sua routine alla scala di corda, nella parte iniziale del numero, è bellissima.
Poi assistiamo ad un cambio di ritmo per la parte al trapezio.
Alcuni passaggi sarebbero improbabili e anche inpossibili senza l’utilizzo della ‘longia’, in parte utilizzata non proprio come corda di sicurezza.
Nel finale esegue un doppio salto mortale dal trapezio alla corda verticale. Nell’insieme è un buon numero.
Ha ricevuto, oltre al bronzo, l’invito a partecipare al Festival di Montecarlo.
Julot Cousins ha ricevuto il Premio della Critica, attribuito da una giuria composta da giornalisti del settore, responsabili di siti web e personaggi dello spettacolo come l’attrice Karin Proia, il regista Raffaele Buranelli e il ballerino e coreografo Valerio Moro, ancora una volta Presidente.
Julot è un personaggio surreale che si esibisce a terra con l’hula hoop e poi sale su una pertica oscillante, sempre destreggiandosi con gli hula hoop. Un’esibizione originale che ci ha ricordato Fattini, i Bauer ed i Nock.
Chissà se lo vedremo in uno dei nostri circhi a Natale!
Gyula ed Elisa Saly, col figlio Victor, dal Circo Moira Orfei, hanno portato a Latina la loro comicità con le riprese di Gyula ed i campanelli con Elisa ‘saraffo’ (il complice che siede tra il pubblico).
In questa veste Elisa ha tratto in inganno diversi addetti ai lavori stranieri che non la conoscevano. Pensavano che fosse veramente una signora del pubblico ‘imbranata’ a far suonare la campanella.
Finale classico con lo xilofono suonato molto bene, successivamente in un intermezzo, anche da Victor.
Sono piaciuti ed hanno ricevuto alcuni premi meritati.
L’altro comico in gara era l’ucraino Konstantin Gerasimenko. Buona soprattutto la sua versione dell’orchestra interpretata da persone sedute nei palchi.
Brave anche le due artiste provenienti dal Kazakhstan con equilibri e giocoleria sull’hoverboard.
Un numero originale che avrebbe anche potuto accedere all’area dei Bronzo.
Due i giocolieri in gara: il messicano Amauri da Silva e il nostro Glenn Folco.
Amauri è il classico giocoliere sudamericano, coinvolgente per i movimenti e la musica. Utilizza clave, cerchi e palline da ping pong. Il passaggio tra il pubblico gionglando i cappelli, col breve riposo seduto sulle gambe di uno spettatore, ci ha ricordato Picaso, che purtroppo con c’è più.
Glenn Folco continua la tradizione di giocoleria della sua grande dinastia.
Si è specializzato in ‘racchette da tennis’. Se ne vedono pochi giocolieri che lavorano con le racchette e Glenn è proprio bravo.
Ha personalità, stile, presenza e tecnica. Coinvolge il pubblico.
Nello spettacolo di sabato ha ben eseguito un passaggio con ben sette racchette.
Peccato che non sia stato inserito nello spettacolo di Gala di lunedi.
Però ha vinto il bel premio attribuito dal Dr Alain Frère. Avanti così!
Ricordiamo anche il buon ‘mano a mano’ del Duo Solys, con la francese Tatiana nelle vesti di porteuse, con tanto di tacchi, l’hula hoop della bella e brava Geraldine Philadelphia, gli aereoplanini telecomandati di Daniel Golla.
Inoltre Oleg Spigin al trapezio washington, il palo cinese degli ungheresi Adam & Benjamin, il Duo Costache alle pertiche e al sostenuto aereo, gli ologrammi con la danzatrice Demi Cabras.
Alla fine dobbiamo dire di aver assistito ad un buon festival, piacevole, ben organizzato e ben condotto, con Andrea Giachi presentatore di 13 edizioni, con tanti appassionati e addetti ai lavori ad ogni spettacolo.
Il Circo è stato praticamente sempre pieno.
Grazie Montico per quello che fate.
Adesso però stiamo già pensando al Giubileo dei vent’anni.
Ci speriamo e ci crediamo.
Grazie!