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L’assessore di Monza, il circo e i doveri di un pubblico amministratore

Il 16 febbraio l’assessore di Monza Massimiliano Longo probabilmente era a corto di idee per la sua pagina Facebook. E allora cos’ha fatto? Si è inventato un post di questo tenore: “Oggi voglio festeggiare un importante traguardo: nessun circo con animali a Monza dal 15/10/2017!”
In quest’Italia può accadere di tutto, intendiamoci, ma uno pensa: con tutte le deleghe di cui gode quell’assessore (Attività produttive, Commercio, Lavoro, Cultura, Turismo, Marketing territoriale, Smart City) deve attaccarsi al circo per beccarsi la sua dose di scarsa (circa 200 mi piace e 7 condivisioni) popolarità sui social?
Per un amministratore comunale avrebbe senso vantarsi per le attività commerciali che crescono a vista d’occhio, per i furti che scompaiono, perché tutti hanno trovato un lavoro, perché le presenze turistiche raggiungono picchi insperati. Invece questo amministratore di cosa si vanta?

Ad amplificare le notizie che contano c’è sempre qualche testata pronta. E così Repubblica gli ha fatto un titolo civetta: “Monza città circus free”, da 16 mesi nessuno spettacolo con animali: il Comune festeggia l’anniversario.
A questo punto non si sa se ridere o piangere.

L’assessore che ha scritto quel post epocale e davvero decisivo per le sorti dei cittadini di Monza e degli italici destini, è talmente amico degli animali che in foto si mostra sorridente “accanto a vari cani, che, spiega, sono di proprietà di amici”. Cominciamo bene.
Poi l’assessore spiega al giornale che l’idea di quel geniale post gli è venuta “pochi giorni” dopo aver “letto la notizia della cattura di 35 elefantini in un parco naturale dello Zimbabwe. Sono stati separati dalle madri e venduti a circhi cinesi – dichiara l’assessore – A me, che sono da sempre contrario ai circhi che impiegano animali perché mi sembra assurdo obbligare delle creature a comportamenti contro natura, questo ha fatto particolarmente male”.
Ora, la notizia “Baby elephants torn from mothers and shipped 7,000 miles to China” viene dal Times (9 febbraio) e non parla di circhi ma di zoo cinesi. In Italia è stata riportata correttamente da Lazampa.it ma anche da altri siti.
Nonostante abbia capito fischi per fiaschi, il collegamento di idee Zimbabwe-Monza lo ha fatto decidere “di verificare da quanto tempo a Monza non si tengano spettacoli circensi di quel tipo: l’ultimo a ottenere l’autorizzazione fu un circo che arrivò in città sedici mesi fa”. Non per infierire ma: si rende conto l’assessore di quel che sta dicendo? Mah!

Infine, si è andato a infilare in questo vicoletto molto cieco: da quando è arrivato lui al Comune di Monza i circhi hanno avuto vita dura: “…non è in mio potere vietarli a Monza. Posso però esigere il completo rispetto di tutte le norme del caso, che sono innumerevoli”.
Con questo pugno duro, pensa il lettore, a chissà quanti circhi avrà impedito di varcare i confini di Monza. Zero. Nessuno. Si è fatto anche “accompagnare più volte dalle associazioni animaliste e non solo nei primi giorni di spettacolo”. Ma, attenzione, “alla fine diedi l’autorizzazione, perché le gabbie erano ampie e pulite”. Ma allora perché non tacere, assessore, invece di postare stravaganti prese di posizione?

Però, resta ancora qualche riga da leggere nell’articolo dal titolo altisonante, sarà lì la notizia, forse: da quel 15 ottobre 2017 non sono arrivate richieste dai circhi con animali per installarsi a Monza “forse perché”, udite udite, “c’è stato un passaparola tra i circensi e ora tutti sanno che qui c’è un assessore particolarmente puntiglioso e attento a questi temi”. E se un domani arrivasse a Monza un altro circo con tigri, elefanti e leoni al seguito? “Mi impegno a garantire quella stessa attenzione – conclude Longo – Non ho nulla contro le famiglie circensi, ma sono convinto che se tutti smettessimo di andare a vedere gli spettacoli in cui sono coinvolti animali loro cambierebbero il tipo di offerta. In tanti lo fanno già”.

Caro assessore stia sereno: i circhi italiani non vivono col terrore di incontrare Massimiliano Longo. Hanno altro a cui pensare.
Però l’Ente Nazionale Circhi attraverso il suo presidente Antonio Buccioni un messaggio vuole inviarlo all’assessore: “Il Comune non è qualcosa di privato che possa essere gestito in nome di interessi altrettanto privati. Costituzione della Repubblica Italiana, art. 97 primo comma: “I pubblici uffici sono organizzati secondo disposizioni di legge, in modo che siano assicurati il buon andamento e l’imparzialità dell’amministrazione…”. Art. 54 secondo comma: “I cittadini cui sono affidate funzioni pubbliche hanno il dovere di adempierle con disciplina ed onore…” Anche in materia di circhi con animali l’assessore è tenuto ad osservare la legge, in questo caso la n. 337 del 1968, senza frapporre ostacoli al lavoro e all’esercizio delle imprese (al riguardo cerchi lei assessore i riferimenti costituzionali appropriati). Il tipo di offerta la lasci decidere a chi gestisce i circhi. Non credo che lei normalmente si intrometta nella gestione delle attività che si svolgono a Monza. Non lo faccia nemmeno per i circhi. I circensi e i tanti cittadini che amano assistere allo spettacolo più antico del mondo, esigono da lei, pubblico amministratore, quanto meno rispetto, oltre all’imparziale applicazione della legge. I circhi torneranno a Monza, perché sono liberi di muoversi su tutto il territorio nazionale coi loro animali, non appena riterranno conveniente farlo. Un saluto affettuoso a tutti i cittadini di Monza, che dimostrano sempre grandissimo affetto verso il circo di tradizione”.