Larible & Family. La quintessenza del circo
di Alessandro Serena

La famiglia Larible al completo sul palcoscenico del Teatro Curci di Barletta (tutte le fotografie sono di Fabio Marino)
David è da tempo una piacevole tradizione per il pubblico di Barletta che in ogni occasione riempie il bel Teatro Curci, grazie all’intuizione del direttore artistico Sergio Maifredi. Ogni anno uno spettacolo differente, e per questa stagione ha presentato un evento davvero speciale: David and family. Il racconto di un percorso di formazione attraverso una sequenza mozzafiato di numeri di acrobazia aerea, giocoleria, equilibrismo, musica a testa in giù. Il tutto condito dalla irresistibile comicità e dalla delicata poesia di David. Sulla scena si alternano a lui, il padre Eugenio, la moglie Mery, i figli David junior e Shirley, le sorelle Eliana e Vivienne, i nipoti Lilian, Elan e Noemi. Tre generazioni di Larible per una serata unica ed indimenticabile.
Un evento importante che rinsalda l’amore per il circo e che ricorda come l’arte circense possa e debba essere considerata almeno alla pari di tutte le altre.
Lo spettacolo inizia con l’ingresso in sala di David nei panni di uno spettatore smarrito (un segno della situazione odierna?). Se ne intuisce il carattere clownesco per i calzoni e le maniche della giacca troppo corti. Uno spettatore che non trova il suo posto in platea e che, dopo una serie di esilaranti gag di improvvisazione con gli spettatori, finisce per arrampicarsi dentro un palchetto del primo ordine. Si apre il sipario e appare un bel maneggio rosso con stelle dorate ed una moquette rossa circolare. Il simbolo più essenziale, quello del cerchio, eppure così pregno di significati. Con un trapezio appeso al cielo, sullo sfondo brillanti costumi appoggiati ad un separé, su un lato un pianoforte a coda.

Piano piano entrano in scena altri giovanissimi, salutano dolcemente l’anziano patriarca e a loro volta si mettono a provare, poi entrano in scena un terzetto di mamme, accarezzano i frutti dei loro ventri e si mettono anch’esse a provare, chi giocola, chi è impegnato in equilibrismi sulle mani, chi in piccole acrobazie. Ma manca qualcuno. Tutti si guardano attorno alla ricerca di David. Il bimbo più piccolo lo individua fra il pubblico. E tutti si precipitano a prenderlo, lo portano al centro del palco ed inizia un divertente charivari dove ciascuno, oltre a mostrare un antipasto del proprio numero, porta un accessorio di trucco e costume, chi giocola con batuffoli di cotone per truccare il volto, chi vola in cielo a prendere la giacca, chi porta gli scarponi, chi il naso rosso, alla fine di questo veloce e divertente opening si trova vestito da clown, David Larible, il clown dei clown!
David si avvicina al più giovane della compagnia, lo stesso che stava provando con il nonno, gli tocca la spalla ed una luce lo illumina, come fosse la vocazione all’arte (il disegno luci è di Mirko Oteri).
Il piccolo Elan Espana Larible comincia il suo scatenato numero di giocoleria con diabolo. Questo grande piccolo artista (appena otto anni) presenta una routine con questi particolari attrezzi con una personalità ed una mimica spiccate. È per la prima volta in Italia, arriva direttamente dagli Stati Uniti dove la mamma ed il papà risiedono oramai da anni ingaggiati di volta in volta da prestigiosi complessi (come Ringling Bros. and Barnum & Bailey) o impegnati in eventi speciali (con Stevie Wonder, ad esempio).
Poi entra in scena David che porta una bottiglietta d’acqua al nipote con la quale presenta una delle sue ultime creazioni, l’acqua col bambino. L’ennesima dimostrazione del modus operandi di questo straordinario artista che pesca nella tradizione (gli spruzzi d’acqua hanno radici lontane e nobilissime come si desume anche dal classico per eccellenza Ape dammi il miele) ma rinnovando completamente i canovacci originali.

Poi un momento particolarmente toccante per gli appassionati di arte circense. In scena la sorella di David, Vivienne, quella stessa che veniva roteata sui piedi dal papà Eugenio a testa in giù sul trapezio. Il numero che propongono è lo stesso che li aveva resi celebri da Ringling oltre vent’anni fa. La suonata dei campanelli a testa in giù di Vivienne sul trapezio con il rimando di David a terra.
E’ poi la volta di David Junior detto Dede, il giovane secondogenito di David e America Jimenez è un notevole giocoliere per i suoi quindici anni, con notevoli routine e sicurezza fino a cinque clave e nove cerchi. Interessante notare come abbia scelto per la sua vita una professione diversa dal padre. Ed è giusto così, che ognuno segua la propria passione. Quella che si vede nel lavoro di Eugenio Larible, spalla seria di David senior nella classica gag del carillon, magistralmente eseguita.
Fa effetto vedere in scena il patriarca della famiglia, uno dei più grandi Maestri di arte circense dei nostri tempi, che oltre ad aver formato i propri figlioli, in seno all’Accademia d’Arte Circense di Egidio Palmiri ha cresciuto anche artisti del calibro delle Azzario e degli Errani (Argento e Oro a Monte Carlo). Una figura d’altri tempi che in scena emana un carisma palpabile. Ecco in scena Noemi Espana Larible agli hula hoop, primogenita di Vivienne. Il padre Noel è stato trapezista ed è tuttora artista del brivido alla ruota della morte. La figlia ha ereditato dai genitori classe e senso del ritmo.
Altra bellezza è Shirley, la maggiore di David, che si esibisce alle cinghie aeree con sicurezza e potenza unite a eleganza e fascino femminile, accompagnata dal padre alla concertina e alla voce con la suggestiva canzone Bella, tratta da Notre Dame de Paris di Riccardo Cocciante. Come numero di chiusura David, accompagnato al piano da Stephan Kunz, presenta uno dei suoi capolavori di ironia e raffinatezza, i campanelli che, fatti suonare a sei involontari spettatori, compongono le note della celebre New York New York. Ed è curioso constatare ancora una volta come la gag ottenga lo stesso successo sia nei grandi spazi come il Madison Square Garden della “grande mela”, che nei piccoli gioielli all’italiana come il Curci.

Il risultato di questo spettacolo è stato ogni sera una convinta e sentita standing ovation. Applausi che vanno anche al circo tour court, perché è di questo, alla fine, che parla lo show. Con interpreti di altissima classe mette in scena una metafora del circo italiano che parla dell’importanza della famiglia e della capacità di rispettare gli anziani e puntare sui giovani per tramandare di generazione in generazione la propria arte. Una caratteristica importante del circo, di tanto buon teatro italiano e dello spettacolo popolare in genere.
L’articolo è stato pubblicato sulla rivista Circo marzo 2013.
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