di Alessandro Serena
David è da tempo una piacevole tradizione per il pubblico di Barletta che in ogni occasione riempie il bel Teatro Curci, grazie all’intuizione del direttore artistico Sergio Maifredi. Ogni anno uno spettacolo differente, e per questa stagione ha presentato un evento davvero speciale: David and family. Il racconto di un percorso di formazione attraverso una sequenza mozzafiato di numeri di acrobazia aerea, giocoleria, equilibrismo, musica a testa in giù. Il tutto condito dalla irresistibile comicità e dalla delicata poesia di David. Sulla scena si alternano a lui, il padre Eugenio, la moglie Mery, i figli David junior e Shirley, le sorelle Eliana e Vivienne, i nipoti Lilian, Elan e Noemi. Tre generazioni di Larible per una serata unica ed indimenticabile.
Lo spettacolo inizia con l’ingresso in sala di David nei panni di uno spettatore smarrito (un segno della situazione odierna?). Se ne intuisce il carattere clownesco per i calzoni e le maniche della giacca troppo corti. Uno spettatore che non trova il suo posto in platea e che, dopo una serie di esilaranti gag di improvvisazione con gli spettatori, finisce per arrampicarsi dentro un palchetto del primo ordine. Si apre il sipario e appare un bel maneggio rosso con stelle dorate ed una moquette rossa circolare. Il simbolo più essenziale, quello del cerchio, eppure così pregno di significati. Con un trapezio appeso al cielo, sullo sfondo brillanti costumi appoggiati ad un separé, su un lato un pianoforte a coda.
Al centro della pista un anziano che insegna i rudimenti dell’arte circense ad un bimbo. Ecco con pochi segni tratteggiato un mondo, quello del circo italiano del ‘900, l’arte del circo, il senso del lavoro che si tramanda di generazione in generazione.
Piano piano entrano in scena altri giovanissimi, salutano dolcemente l’anziano patriarca e a loro volta si mettono a provare, poi entrano in scena un terzetto di mamme, accarezzano i frutti dei loro ventri e si mettono anch’esse a provare, chi giocola, chi è impegnato in equilibrismi sulle mani, chi in piccole acrobazie. Ma manca qualcuno. Tutti si guardano attorno alla ricerca di David. Il bimbo più piccolo lo individua fra il pubblico. E tutti si precipitano a prenderlo, lo portano al centro del palco ed inizia un divertente charivari dove ciascuno, oltre a mostrare un antipasto del proprio numero, porta un accessorio di trucco e costume, chi giocola con batuffoli di cotone per truccare il volto, chi vola in cielo a prendere la giacca, chi porta gli scarponi, chi il naso rosso, alla fine di questo veloce e divertente opening si trova vestito da clown, David Larible, il clown dei clown!
David si avvicina al più giovane della compagnia, lo stesso che stava provando con il nonno, gli tocca la spalla ed una luce lo illumina, come fosse la vocazione all’arte (il disegno luci è di Mirko Oteri).
Poi entra in scena David che porta una bottiglietta d’acqua al nipote con la quale presenta una delle sue ultime creazioni, l’acqua col bambino. L’ennesima dimostrazione del modus operandi di questo straordinario artista che pesca nella tradizione (gli spruzzi d’acqua hanno radici lontane e nobilissime come si desume anche dal classico per eccellenza Ape dammi il miele) ma rinnovando completamente i canovacci originali.
Tocca poi a Lilian, splendida quindicenne, figlia di Eliana Larible e di Bernhard Paul, ideatore del Zirkus Roncalli che ha di fatto cambiato il modo di fare circo nel tardo Novecento. La giovane artista presenta una performance di contorsionismo ed equilibrismo impreziosita da alcuni esercizi di antipodismo con tappetini. Tutti questi giovani sono figli d’arte da ambo le parti e si vede per la maniera di stare in scena con assoluta padronanza e con una buona dose di carisma. Torna di nuovo in scena David che questa volta chiama sul palco due spettatori invitandoli a fargli saltare la corda. Anche qui torna uno dei capisaldi dell’artista, la capacità di coinvolgere il pubblico.
Poi un momento particolarmente toccante per gli appassionati di arte circense. In scena la sorella di David, Vivienne, quella stessa che veniva roteata sui piedi dal papà Eugenio a testa in giù sul trapezio. Il numero che propongono è lo stesso che li aveva resi celebri da Ringling oltre vent’anni fa. La suonata dei campanelli a testa in giù di Vivienne sul trapezio con il rimando di David a terra.
Per concludere David canta In concerto dei Pooh, una canzone che parla della magia e della malinconia di trovarsi ogni sera di fronte alla luce dei riflettori.
Il risultato di questo spettacolo è stato ogni sera una convinta e sentita standing ovation. Applausi che vanno anche al circo tour court, perché è di questo, alla fine, che parla lo show. Con interpreti di altissima classe mette in scena una metafora del circo italiano che parla dell’importanza della famiglia e della capacità di rispettare gli anziani e puntare sui giovani per tramandare di generazione in generazione la propria arte. Una caratteristica importante del circo, di tanto buon teatro italiano e dello spettacolo popolare in genere.
L’articolo è stato pubblicato sulla rivista Circo marzo 2013.