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Intervista a Rocco Buttiglione: l’animalismo e la caduta dei diritti dell’uomo

Rocco Buttiglione

“Io amo molto gli animali, ho anche avuto diversi cani in famiglia. Il problema è un altro: attenti a non dimenticare che tra l’animale e l’uomo esiste un salto qualitativo”. Chi parla è Rocco Buttiglione, presidente dell’Udc e vicepresidente della Camera, ma prima di tutto un filosofo di lungo corso. Accetta di parlare con Circo.it della cultura animalista che è alla base della richiesta di introdurre una serie di divieti: non solo degli spettacoli con animali, ma anche della corrida, della caccia, degli zoo, dell’allevamento degli animali a fini di ricerca scientifica o per ricavarne pellicce.

Michela Vittoria Brambilla ha scritto una lettera aperta al Corriere della Sera nella quale si è definita orgogliosa di essere un ministro animalista. Insieme ad altri personaggi pubblici come Umberto Veronesi, Vittorio Feltri, Susanna Tamaro, Dacia Maraini, ha firmato il famoso manifesto sulla coscienza animale. Cosa ne pensa?

“Mi preoccupo quando vedo gente che parla di diritti degli animali ma non vuole sentire parlare di diritti degli embrioni. Mi sembra che ci sia qualcosa di stonato. Mi preoccupo quando sento gente che pensa a salvare la tigre ma che considera un problema di scarsa importanza quello della gente mangiata dalle tigri che ormai escono dalle riserve”.
Perché questi atteggiamenti la preoccupano?
“Perché l’uomo è la cosa più perfetta che Dio abbia creato e c’è una solidarietà con l’uomo che deve venire prima di tutto, c’è un giusto ordine che va salvaguardato. Molte volte la passione per gli animali è il modo di travestire il disprezzo e la lontananza rispetto all’essere umano. Ha scritto molto bene Mark Twain: Si dice che il cane è il migliore amico dell’uomo; sciagurato quel poveraccio che veramente come migliore amico ha soltanto il cane.
Il filosofo inglese Roger Scruton ha sostenuto nel suo “Gli animali hanno diritti?” che “fintantoché gli esseri umani sono stati certi di appartenere a uno status superiore nell’ordine della creazione, fatti a immagine e somiglianza di Dio, con il dono di un’anima immortale, destinati al giudizio divino e alla vita eterna, non hanno avuto difficoltà a razionalizzare la differenza fra se stessi e gli altri animali”. Ma oggi non sembra esistere più nessuna differenza.
“Ha  ragione Scruton: chi è convinto, come io lo sono, di essere creato da Dio non ha difficoltà a capire, non già a razionalizzare, la differenza fra gli uomini e gli altri animali. Certo, anche l’uomo è un animale perché ha un corpo animale, ma esiste una differenza qualitativa enorme”.
Come spiega che su certe idee di uguaglianza fra uomo e animale non ci siano ormai differenze nei due diversi schieramenti, almeno per molti parlamentari?
“Se si perde l’idea che Dio ti chiama per nome e che ogni uomo è qualcosa di unico e irripetibile, allora che cosa diversifica un uomo da un animale? Al massimo resta una differenza quantitativa ma non qualitativa, forse solo un po’ più di intelligenza ma niente altro. La cosa terribile è che questo modo di ragionare in realtà non fonda i diritti degli animali ma fonda la caduta dei diritti dell’uomo. Il risultato che produce non è che devo amare gli animali come fossero uomini, ma è che posso trattare gli uomini come fossero animali”.
Ma, insisto, non è paradossale che su questo tema così importante non ci sia uno spartiacque culturale netto fra destra e sinistra? 
“Oggi emergono questioni nuove, questioni antropologiche e i nuovi confini non sono più quelli vecchi di destra e sinistra”.
E quali sono?
“Riguardano soprattutto l’idea che si ha della dignità dell’uomo, anzi dell’esistenza dell’uomo. D’altra parte la conseguenza dell’ateismo che segna l’epoca moderna è la fine dell’uomo: se l’uomo non è immagine di Dio, è un animale come gli altri. Ma questo, sottolineo, non migliora i diritti degli animali, piuttosto peggiora quelli degli uomini”.

Chi è Rocco Buttiglione. Nato a Gallipoli nel 1948, vive a Roma dove è professore ordinario di Scienza della Politica presso l’Università S. Pio V. Ha studiato Giurisprudenza a Torino ed a Roma, dove si è laureato con una tesi in Storia delle Dottrine Politiche condotta sotto la guida del prof. Augusto Del Noce di cui diverrà assistente ed amico e con il quale vivrà un sodalizio intellettuale durato oltre vent’anni. Si è occupato di Filosofia, Etica sociale, Economia e Politica presso l’Accademia Internazionale di Filosofia del Principato del Liechtenstein di cui è stato Prorettore ed ha tenuto lezioni e seminari di Etica presso l’Università Cattolica di Lublino che gli ha conferito la laurea honoris causa in Filosofia nel maggio del 1994. Ha svolto attività di corsi, seminari, incontri, lezioni negli Stati Uniti promossi in collaborazione con i più autorevoli rappresentanti dell’intellighenzia nordamericana. Attualmente è vice presidente della Camera dei Deputati e presidente dell’Unione di Centro.