Nella storia della Coppa dei Campioni d’Europa di calcio, oggi Champions League, per la stagione 1984 è scolpito nell’Albo d’Oro della competizione il nome del Club Liverpool.
La finale si disputò allo stadio Olimpico di Roma e vide contrapposti alla squadra inglese, i giallorossi capitolini, sconfitti, infine, dopo un estenuante incontro, ai calci di rigore.
Conservo tra i miei più preziosi cimeli di guerra, la sciarpa a bande bianche e rosse dei campioni inglesi, regalatami da alcuni tifosi nella circostanza e divenuti negli anni miei fraterni amici.
Ancora oggi nei bar e nelle osterie di Testaccio, noto quartiere feudo della tifoseria romanista, puoi imbatterti in anziani che, tutti i giorni, più o meno volgarmente, stramaledicono la codardia di Falcao (campione brasiliano in quegli anni in forza alla Roma) che, rifiutandosi di calciare il penalty decisivo, consegnò nei fatti la Coppa agli avversari.
Valga il vero: nella vita conta l’Albo d’Oro. Pali, traverse, espulsioni, infortuni, voglia di fare e non riuscire, sono tutte circostanze destinate nel breve volgere del tempo al naufragio, all’oblio.
Qualcosa in questi mesi abbiamo fatto, noi omini. Con l’aiuto di molti, entusiasti, competenti, senza secondi e terzi fini, e innamorati del loro lavoro, continueremo a fare perché nell’Albo d’Oro del Circo italiano di noi resti menzione ed in senso positivo.
Antonio Buccioni, presidente Enc