Il Corriere della Sera, sempre molto avaro nel riportare anche il punto di vista del mondo del circo, oggi dà ampio spazio alla protesta di un piccolo gruppetto di animalisti (150 persone) che ieri sera ha scagliato invettive ed ha fatto, come si suol dire, il proprio mestiere di lobby antagonista ai circhi. Fra l’altro dalla protesta esce una richiesta che fa a pugni con la legge, oltreché con la logica: «Un deciso appello a tutti i sindaci affinchè vietino il suolo pubblico ai circhi con gli animali». I Comuni non possono vietare ciò che una legge dello Stato prevede. Lo ripetono da circa 20 anni decine di Tar, ma a quanto pare le loro sentenze sono poco lette da animalisti e giornalisti.
La richiesta che viene dagli animalisti di professione fa comunque pensare che a loro non interessi la verità sull’accaduto, perché in questo caso dovrebbero – prima di chiedere “punizioni” – cercare di capire come sia fuggita la giraffa, perché chi ha seguito le fasi della cattura non abbia coinvolto gli addetti del circo e chiamato un veterinario esperto di animali esotici, se l’anestetico “sparato” alla giraffa sia stato adeguato o meno. E poi gli stessi animalisti dovrebbero spiegare perché quando fuggono animali da allevamenti durante i trasporti o in altre occasioni, nessuno chiede la chiusura degli allevamenti stessi. O quando gli animali da allevamento e compagnia subiscono maltrattamenti, nessuno chiede che si metta fine agli allevamenti e alla possibilità di detenere cani e gatti.
E’ facile comprendere che dietro alla mobilitazione degli animalisti ci sia faziosità, antico astio, prevenzione ideologica.
Un po’ di visibilità se la prende anche il Partito animalista Europeo, che continua a diffondere bugie clamorose sui finanziamenti ai circhi e potrebbe doverne rispondere in tribunale.