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La parola al circo italiano

Sulla rivista Circo di aprile sono molti i contenuti che riguardano da vicino il circo italiano. A partire dall’importante assemblea generale dell’Ente Nazionale Circhi, la più partecipata degli ultimi anni, che si è riunita a Roma. Claudio Monti ha stilato una cronaca dettagliata degli interventi che si sono succeduti, da quello del presidente Buccioni fino ai saluti degli ospiti e, ovviamente, soffermandosi sulle novità più significative che riguardano la categoria.
Francesco Mocellin racconta la nuova avventura del circo Medrano che dopo la piazza di San Giovanni Lupatoto (Verona) lascia il Belpaese per puntare sulla Slovacchia (dopo un breve passaggio in Slovenia) dove troverà anche l’insegna Mundial della famiglia Alessandrini, un marchio in società con i Casartelli.
Si rimane nell’ambito di un’altra grande impresa della pista made in Italy con l’intervista di Claudio Monti a Livio Togni che passa in rassegna problematiche concrete con piglio deciso: le spese che devono affrontare i circhi, la difficoltà di lavorare in Patria e la necessità di emigrare, i contributi pubblici (che non è proprio vero che “mantengono i circhi”, come sostiene la propaganda animalista), il nuovo corso dell’Ente Nazionale Circhi, il futuro del circo e il ruolo dei complessi di diversa dimensione, fino a qualche rivelazione dell’ex senatore relative al rapporto fra alcuni dei suoi illustri colleghi e l’arte circense.
Un’altra voce che si esprime sulla rivista di aprile è quella di Bianca Montico – intervistata da Stefania Ciocca – che ha dato vita al Movimento Giovanile del Circo Italiano: parla di sé, della famiglia, lancia ipotesi di lavoro e proposte, come questa: “E’ importante che i giovani direttori si concentrino nel produrre spettacoli moderni, pur senza perdere il contatto con la tradizione e lasciando la centralità alle tecniche circensi senza farsi attrarre dal cosiddetto “circo contemporaneo”, che è una cosa completamente differente”.
Si passa poi alle notizie sparse a cura di Flavio Michi e alla rubrica di Maria Vittoria Vittori: E’ ancora una volta il circo a fornire l’ispirazione per l’ennesimo best seller internazionale. Un romanzo che ha un’appendice interattiva su internet e del quale si preannuncia già un kolossal cinematografico firmato dai produttori di Twilight e Harry Potter: si tratta de Il circo della notte di Erin Morgenstern, edito da Rizzoli.
L’abitudine di utilizzare appellativi stranieri per attirare il pubblico e comunque la confusione fra nazionalità nel mondo circense risale a tempi remoti: è quanto emerge dall’analisi comparata di documenti del Cedac di Verona che testimoniano dell’attività di una “compagnia atenese” diretta da un italiano di nome Wonaff: se ne occupa Antonio Giarola.
Ruggero Leonardi scrive di fede nel circo. Il circo come incontro, non solo di persone, ma di idee, culture, tradizioni e religioni differenti. Da Don Bosco a Papa Giovanni Paolo II, attraverso chi con la propria presenza ha fatto molto, come don Franco Baroni.
Stefania Ciocca passa in rassegna i ritratti in forma di clown di una fotografa americana assai nota come Cindy Sherman: il clown come arte del travestimento e la fotografia come linguaggio provocatorio e rivoluzionario convergono in una serie di scatti della nota artista ora omaggiata da una mostra al celebre MOMA di New York.
La vittoria di Putin alle recenti elezioni ha creato qualche contraccolpo e smottamento, ma una cosa è certa: la situazione del circo russo non è destinata a cambiare. Nel più grande circo della capitale, il Bolshoi, il direttore artistico Leonid Kostjuk racconta in un’intervista esclusiva ad Alessandro Serena della situazione nella città più importante di questa grande nazione.

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