Ormai ci sono prove in abbondanza che il circo, puro e semplice così com’è nella sua tradizione, oppure in commistione con altre discipline, o ancora rivisitato e mescolato, ha saputo sempre creare magia ed esercitare fascino.
Ma alle volte non è nello spettacolo vero e proprio che esercita questo fascino; alle volte può succedere che solo con una piccola ombra di luce possa portare le sue suggestioni dando vita a nuove esperienze.
E’ il caso della Dorothy Circus Gallery, fondata a Roma nel 2007 da Alexandra Mazzanti. Già nella scelta del nome il richiamo alla fantasia è forte, sia con il riferimento a Dorothy e al colorato mondo del Mago di Oz che con il riferimento al circo, che la stessa Alexandra Mazzanti definisce come “metafora della vita”. Attraverso il richiamo ad una necessità di magia e fantasia nasce così un luogo che differisce completamente dalle solite gallerie che popolano le città, innanzitutto nel suo presentarsi: a differenza di bianchi minimalismi, lo spazio in questione è fortemente connotato già dalla scelta dei colori e dei materiali, rosso alle pareti e pavimento di legno, nero come il soffitto. Un’atmosfera calda e accogliente che già ha sapore di spettacolo.
E poi arriva l’esigenza di creare qualcosa di unico e personale, dove poter diventare collezionista, promotrice di talenti senza però perdere il proprio background artistico (una menzione la meritano anche le cornici che racchiudono i quadri: tutte scelte e ideate da Alexandra, fatte su misura a unire opera e spazio circo-stante).
Proprio pochi giorni fa, la sera di giovedì 28 aprile, si è inaugurata alla Dorothy Circus Gallery la mostra intitolata “The Magic Caravan”. Il giapponese Naoto Hattori e l’americano Mark Elliott sono i due artisti ospiti. Il primo è un pittore e illustratore giapponese il cui lavoro è caratterizzato da un flusso di coscienza di creatività che si esprime in quadri (per lo più acrilico su tela di piccola e media dimensione) di un nitore incredibile. Precisione da fiammingo, colore, dettagli meticolosi tanto quanto fantasiosi e di autorevole ispirazione; e poi volti che si perdono tra sfere, animali bizzarri, forme geometriche e continue metamorfosi caratterizzano le sue opere.
Mark Elliott ha nella sua formazione, oltre che l’illustrazione, anche la tecnica fotografica alla quale si ispira con piccole citazioni. Lo stupore e la meraviglia sono spesso rappresentati con toni pastello, colti nella quotidianità di scenari domestici.
Il magico caravan del titolo ospita il circo personale di ciascuno dei due artisti; un caravan che viene riempito dalle suggestioni e dalle idee di entrambi e che, attraverso la propria poetica, rivisitano questo tema proponendone visioni che continuamente si reinventano e permettono di mostrare come alla fantasia non ci sia mai fine, che ancora non è stato detto, visto e sognato tutto.
La mostra proseguirà fino all’1 giugno presso la Galleria Dorothy Circus, in via dei Pettinari 76, Roma.
Stefania Ciocca