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La Dorothy Circus Gallery ospita Naoto Hattori e Mark Elliott

Ormai ci sono prove in abbondanza che il circo, puro e semplice così com’è nella sua tradizione, oppure in commistione con altre discipline, o ancora rivisitato e mescolato, ha saputo sempre creare magia ed esercitare fascino.
Ma alle volte non è nello spettacolo vero e proprio che esercita questo fascino; alle volte può succedere che solo con una piccola ombra di luce possa portare le sue suggestioni dando vita a nuove esperienze.
E’ il caso della Dorothy Circus Gallery, fondata a Roma nel 2007 da Alexandra Mazzanti. Già nella scelta del nome il richiamo alla fantasia è forte, sia con il riferimento a Dorothy e al colorato mondo del Mago di Oz che con il riferimento al circo, che la stessa Alexandra Mazzanti definisce come “metafora della vita”. Attraverso il richiamo ad una necessità di magia e fantasia nasce così un luogo che differisce completamente dalle solite gallerie che popolano le città, innanzitutto nel suo presentarsi: a differenza di bianchi minimalismi, lo spazio in questione è fortemente connotato già dalla scelta dei colori e dei materiali, rosso alle pareti e pavimento di legno, nero come il soffitto. Un’atmosfera calda e accogliente che già ha sapore di spettacolo.

Una immagine della inaugurazione della mostra (foto Alesià Moroni Nawezi)
La seconda differenza sta nella scelta della corrente artistica ospitata, il Pop Surrealismo. Nato sul finire degli anni ’60 negli Stati Uniti il Pop Surrealismo è arrivato in Italia grazie ai film di Tim Burton, ma nella sua storia sono racchiuse le lezioni di grandi antecedenti della storia dell’arte, ovviamente su tutti il surrealismo. Al momento non ci sono molti artisti italiani che possono annoverarsi in questa corrente, piuttosto ci sono moltissimi statunitensi, ma anche russi e giapponesi. In tutto ciò la Dorothy Circus Gallery si pone come il punto di riferimento europeo per il Pop Surrealismo, senza cedere a lusinghe o a particolari logiche di mercato persegue l’obiettivo di ospitare sempre il meglio, dal momento che tutti gli artisti vengono accuratamente scelti e poi contattati.
(foto Alesià Moroni Nawezi)
Scelti e contattati dall’ideatrice di questo piccolo e fantasioso mondo, Alexandra Mazzanti: di nascita romana ma di formazione artistica veneziana, dove in contemporanea agli studi presso l’Accademia di Belle Arti ha potuto mettere alla prova le conoscenze pratiche mettendosi “a bottega” da pittori e scultori. A tutto ciò unisce la conoscenza della tecnica fotografica applicata alla scena e agli spettacoli di danza che confluiscono insieme nell’ideazione di scenografie che giungeranno, oltre che in importanti teatri romani, fino al Teatro Bols’oj di Mosca.
E poi arriva l’esigenza di creare qualcosa di unico e personale, dove poter diventare collezionista, promotrice di talenti senza però perdere il proprio background artistico (una menzione la meritano anche le cornici che racchiudono i quadri: tutte scelte e ideate da Alexandra, fatte su misura a unire opera e spazio circo-stante).

Naoto Hattori: Ballerina
Mostre in corso…
Proprio pochi giorni fa, la sera di giovedì 28 aprile, si è inaugurata alla Dorothy Circus Gallery la mostra intitolata “The Magic Caravan”. Il giapponese Naoto Hattori e l’americano Mark Elliott sono i due artisti ospiti. Il primo è un pittore e illustratore giapponese il cui lavoro è caratterizzato da un flusso di coscienza di creatività che si esprime in quadri (per lo più acrilico su tela di piccola e media dimensione) di un nitore incredibile. Precisione da fiammingo, colore, dettagli meticolosi tanto quanto fantasiosi e di autorevole ispirazione; e poi volti che si perdono tra sfere, animali bizzarri, forme geometriche e continue metamorfosi caratterizzano le sue opere.
Mark Elliott ha nella sua formazione, oltre che l’illustrazione, anche la tecnica fotografica alla quale si ispira con piccole citazioni. Lo stupore e la meraviglia sono spesso rappresentati con toni pastello, colti nella quotidianità di scenari domestici.
Marck Elliot: The Cap
Ad ispirarlo è soprattutto la cultura dell’America anni ’30. Solo che alla quotidianità si mescolano elementi bizzarri e, naturalmente, surreali, come rane, piccoli animali, insetti che rompono una presunta normalità raffigurata.
Il magico caravan del titolo ospita il circo personale di ciascuno dei due artisti; un caravan che viene riempito dalle suggestioni e dalle idee di entrambi e che, attraverso la propria poetica, rivisitano questo tema proponendone visioni che continuamente si reinventano e permettono di mostrare come alla fantasia non ci sia mai fine, che ancora non è stato detto, visto e sognato tutto.
La mostra proseguirà fino all’1 giugno presso la Galleria Dorothy Circus, in via dei Pettinari 76, Roma.
Stefania Ciocca