E’ un dispiacere personale quello che mi procura Michela Vittoria Brambilla quando scatena, o meglio cerca di scatenare, battaglie senza quartiere contro il circo con animali, che è come dire circo tout-court perchè senza animali il circo equestre sarebbe tutt’altra cosa. E’ un dispiacere personale perchè, polemiche anticircensi a parte, è una fiera figlia di Lombardia piena di risorse. Ed è pure simpatica. Ho il ricordo di un pomeriggio trascorso in quella sua casa anzianotta ma aristocratica, retaggio del nonno, in cui vive sprofondata fra piante e animali. La visita alla stalla dei cavalli aveva avuto addirittura risvolti spassosi. Mentre carezzavo le cavalle, un maschio deciso a restare tale mi ricordava, con colpi di testa sulla mia schiena, che le femmine erano sua proprietà esclusiva.
Ancora lo ricordo, quel pomeriggio. Ero ospite della Brambilla per scrivere qualcosa su Oggi, il settimanale che ha condizionato per buona parte la seconda metà della mia esperienza professionale. Ma più del dovere da compiere mi stimolava la piacevolezza dell’incontro con questa giovane signora, così milanese nel suo dinamismo, che distribuiva equamente le attenzioni da destinare a me con quelle da destinare al pupo che era nella culla ma voleva esser preso in braccio.
Non abbiamo parlato di circo, allora, e forse per questo siamo rimasti buoni amici. Ma mentre parlava guardavo quel piccolissimo, che sicuramente mai metterà piede sotto quel tempio degli orrori che è lo chapiteau, e pensavo invece quanto mi erano grati i miei tre figli ogni volta che li portavo con me a condividere, dentro un mondo fatto a cerchio, una realtà favolistica che chiede, pretende, il sogno pazzesco di animali e uomini insieme, e così insieme da far pensare che i ruoli predestinati dalla natura vadano in confusione. Talvolta il cavallo è un uomo, talvolta l’uomo è un cavallo. E questo è il circo, prendere o lasciare.
Proprio oggi trovo sul sito del Circo una notizia curiosa riguardante la Feld Entertainment, cioè a dire il più importante centro di produzione di divertimenti per le famiglie di tutto il mondo per un complesso di 10 milioni di spettatori. Bersagliata di accuse, la Feld ha deciso di partire al contrattacco in sede giudiziaria facendosi forza su una sentenza a proprio favore che risale al 30 dicembre 2009 ed è stata confermata dalla corte d’appello.
Sono particolarmente interessato alle ultime righe del testo. “La corte aveva riscontrato, fra gli altri fatti, che il querelante principale, Tom Rider, risultava ‘retribuito e testimone dei fatti senza alcun danno’, e che “la sua unica fonte di reddito durante la controversia ‘derivava allo stesso Rider dai co-querelanti della sua stessa organizzazione e dai loro avvocati. La Corte d’Appello è stata molto chiara: il giudice distrettuuale Emmet Sullivan ha riconosciuto che Feld Entertainment dispone di accuse sufficienti per procedere e denunciare gli animalisti.” Non contento, Feld ha aggiunto al commento una martellata: “Anche eventuali cittadini impropriamente indotti a fare donazioni alle organizzazioni animaliste sulla base della causa legale orchestrata potranno chiamare in causa quelle organizzazioni”.
Materia su cui riflettere, direi. Chi non è addetto ai lavori, potrebbe pensare che si tratta di una disputa fra chi lucra sugli animali portandoli sulla pista (i circensi) e puri spiriti da null’altro animati che dall’ansia di una buona causa. Beh, leggendo questo comunicato nasce il sospetto che non sempre e non tutto sia così.
Ruggero Leonardi