Manege ha rispettato le attese e il motto del fondatore del Circus Krone: ‘Eure gunst unser streben!’ (ci sforziamo, per il vostro piacere!). Rispetto al solito, meno clown d’oro e d’argento in pista, ma livello eccelso in quasi tutti i numeri. Insomma, uno spettacolo all’altezza dell’onorificenza di “Ambasciatrice del Circo” che la Fédération Mondiale du Cinque, sotto il patrocinio di S.A.S. la Principessa Stephanie di Monaco, ha conferito a Christel Sembach-Krone. La prima nomina di tal genere in Europa.
Elegantissima e confortevole la struttura, utilizzata negli altri mesi dell’anno per concerti e teatro, l’orchestra comincia a suonare, alle 20 in punto (puntualità tedesca assolutamente rispettata!) ed apre lo spettacolo. Primo numero e sono subito brividi con i lanci di coltelli dei Los Alamos, coppia tedesca. Frontale, spalle al bersaglio, bendato e da lontanissimo il lanciatore spesso fa la barba al corpo della partner.
Con l’arrivo di Pietro Bento scema la tensione per dare spazio alla curiosità ed ai sorrisi procurati da un animale che quasi mai si vede in pista: il cinghiale. Stacco musicale e fra cerchi metallici e cubi scintillanti arriva il bulgaro Stefan, in prima assoluta per Monaco. Ritmo, effetti visivi, musiche, equilibrio, luci ultraviolette si fondono in un clima di innovazione e creatività.
Quindi i clown, il trio Balder, provenienti dal Portogallo, con Cristiana, Frankie e Sidney impegnati nell’entrata del Saloon in pieno clima western. Dalle risate ai cavalli, il passo è breve. Jana Mandana, reduce dal kolossal circense di Parigi ‘La perla del Bengala’, torna nella sua Monaco con il bianco dei cavalli arabi ed il nero dei frisoni. In pista alcuni dei più belli esemplari delle scuderie del Krone. E’ il preludio ad un numero di agilità e potenza: un mano a mano che provocherà la standing ovation del pubblico. I Giang Brothers, giovani fratelli vietnamiti, vincitori del ‘Latina d’argento’. La potenza del porteur viene assolutamente mimetizzata dalla sua agilità, dalle sue scattanti fibre muscolari, dal costante sorriso che, come tutte le persone dell’estremo oriente, porta costantemente stampato sul volto. A fine esibizione, tutti in piedi e gli applausi non si fermano più.
Nell’intervallo foto ricordo con il cammello e con i copricapo tipici del deserto a soli 5 euro. Un esempio probabilmente da seguire per i circhi italiani. Una duplice campana segnala l’inizio del secondo tempo che, come tradizione classica insegna, si apre con il numero della gabbia diretto dalla bionda Carmen Zander.
L’adrenalina è tanta e comincia a scorrere a fiumi con il numero successivo, quello al filo alto che al Festival di Montecarlo si è aggiudicato un meritatissimo clown d’oro. Si tratta della troupe dei fratelli Weisheit, un gruppo di funamboli abituati alle grandi altezze degli spettacoli all’aperto. Sotto la cupola del circo, fanno di tutto fino alla piramide composta da cinque persone. Il cuore e l’orologio degli spettatori si ferma più volte; nessuno in sala respira più per guardare, lassù, le folli acrobazie di quel gruppo di artisti capaci anche di dare avanti e indietro su due file di biciclette.
Ed è l’ora degli elefanti presentati, in maniera singolare e forse unica, in chiave allegra e coinvolgente da Sonni Frankello. Timba, Mala e Kenya fanno gli equilibristi, i giocolieri con l’hula-hoop, i calciatori, i ballerini di breakdance ed anche i birboni con l’addestratore e con un paio di bambini del pubblico, chiamati in pista.
Il programma del Krone Bau sta per finire ma ancora mancano una decina dei 39 artisti del primo spettacolo del Winter Circus. Dapprima il duo Somalas, mangiafuoco tedeschi che lanciano fiamme ad oltre dieci metri di altezza e sembrano in grado di inghiottire, davvero, il fuoco prima di buttarlo fuori.
Termina lo spettacolo e gli applausi finali sono lunghi come un fiume. All’uscita, anche noi italiani ed i nostri bambini, ci siamo resi conto perché, davanti al Krone Bau, tutti si fanno le fotografie. Il circo, per Monaco, è una vera istituzione, uno spettacolo di serie A, una passione di cui vantarsi, un evento da immortalare.
Piero Messana