Per Katie Azzario, che in questi giorni si sta godendo un po’ di meritato riposo in Svizzera, il Clown d’Argento a Montecarlo è stata un’emozione… da svenire. Chi si stava chiedendo a cosa fosse dovuto il piccolo incidente che le è capitato nella stanza d’albergo e che le ha impedito di godersi fino in fondo il successo negli ultimi gala del Festival, ecco la risposta in questa intervista che Katie ha concesso a Circo.it.
Allora Katie, che esperienza è stata il Festival del circo di Montecarlo che ti ha vista salire sul podio delle stelle insieme a tua sorella Quincy?
La verità?
Tutta la verità, nient’altro che la verità.
Nervi tesissimi, da questo punto di vista una cosa che non auguro a nessuno. Molta tensione e, ripeto, nervi a fior di pelle.
Non ti era mai capitato prima?
Un po’ si, in occasione dei debutti, ma non così, a Montecarlo anche i nervi sono stati speciali.
Ci descriveresti il Festival?
Bellissimo, un’atmosfera incredibile, da toccare il cielo con un dito. Inoltre io, mia sorella e la mia famiglia conosciamo bene diversi artisti che si sono esibiti, a partire dai Casselly, coi quali ci lega una amicizia di lunga data, e anche questo è stato molto piacevole.
Cosa significa esibirsi in un tempio dell’arte circense come quello?
Una soddisfazione immensa, quella è davvero una pista fantastica… Se solo inizi a pensare a tutti gli artisti che hanno lavorato in quella pista ti viene l’emozione, anzi prima di tutto una certa soggezione. E poi uscire fuori dal tendone di Fontvieille e già dalla prima sera sapere che hai lavorato al meglio e che sei andata bene, beh, non trovo le parole per descrivere quello che si prova. Molto più di fantastico.
Tu e tua sorella vi aspettavate il Clown d’Argento?
Per niente. Siamo andate li senza aspettarci niente perché questo è l’unico modo in cui puoi arrivare a Montecarlo abbastanza tranquillo. Ci siamo concentrate pensando solo a lavorare al meglio e a goderci quella opportunità che ci è stata data.
Quando avete saputo che vi era stata assegnata la statuetta d’argento qual è stata la vostra prima reazione?
Stupore… e poi gioia. E’ stato uno dei momenti più belli della mia vita, e ancora non ci credo.
Di chi sono le musiche e i costumi del numero che avete portato a Montecarlo?
La musica è stata scritta da German Bourque, il noto compositore franco canadese che ha lavorato con Arlette Gruss, Bouglione, Cirque du Soleil e con Knie. I costumi sono stati un’idea nostra, mentre i vestitini neri del finale sono stati disegnati da Roberto Rossello, costumista per il Lido di Parigi e sono stati realizzati nella famosa casa di costumi Mine Barral Vergez.
Poi il tam tam degli amici ha cominciato a diffondere la notizia che all’inizio ci ha allarmati: Katie è finita all’ospedale. Ma cos’è successo?
Niente a che fare col lavoro… siccome soffro un po’ di pressione bassa, mi sono svegliata la notte e ho avuto un crollo… i soliti nervi. Sono svenuta e ho battuto la testa sul pavimento procurandomi un ematoma. Non ci posso credere (ride Katie). Ora dovrò stare un mese ferma, a riposo, e poi riprenderò, comunque nulla di grave.
Se ho capito bene, quando hai scaricato tutte le tensioni sei svenuta?
Si, più o meno è successo così e ho avuto la sfortuna di sbattere la testa.
Da quel momento ti sei preclusa i gala.
L’unico rimpianto che ho è proprio questo.
Nelle premiazioni sulla pista di Montecarlo si vede solo tua sorella infatti.
Esatto, io ero in ospedale e lei si prendeva tutto il merito (sorride).
Avete fatto amicizia con la principessa Stephanie e con Pauline? Sono state contente per il vostro numero?
Si. Sono due donne stupende, molto alla mano, simpatiche, con un grande amore per il circo.
Tu hai 23 anni e Quincy 18, siete molto giovani ma avete già al vostro attivo un Clown d’Argento e numerose esperienze in circhi internazionali. Soddisfatta?
Sicuramente si. Grazie a Dio le soddisfazioni e il lavoro non mancano.
In quali circhi avete lavorato fino ad oggi?
Abbiamo iniziato da Roncalli nel 2007, nello stesso anno abbiamo partecipato al festival di Liegi, e anche metà della stagione 2008 siamo rimaste da Roncalli. Poi al Roncalli’s Apollo Varieté di Düsseldorf per quattro mesi, in seguito Krone Bau e in Svezia al circo Brazil Jack per una stagione. Poi al Cirque d’Hiver a Parigi, Knie, Nanterre (nello spettacolo sul ghiaccio di Bouglione). E’ seguito un altro festival natalizio, un mese a Sarasota in Florida, e l’ultima stagione, il 2011 ancora da Roncalli, compreso il Tempodrom di Berlino.
Accidenti che curriculum! E dopo il Festival di Montecarlo cosa vi aspetta?
Dal 18 marzo iniziamo in Svezia, al circo Brazil Jack.
Il Clown d’Argento ha significato anche maggiori richieste di ingaggio?
Si, sono arrivati già un paio di contatti nuovi.
Andiamo a ritroso, anche per capire quali sono state le vostre scuole di formazione che vi hanno portato a questi livelli. Prima di frequentare l’Accademia d’Arte Circense a Verona, chi sono stati i vostri “maestri”?
Io e Quincy abbiamo iniziato molto giovani a provare, io avevo 4 anni e mia sorella 6. Mio padre ci ha sempre messo a disposizione degli insegnanti per farci provare. Ha sempre curato molto la nostra formazione.
E vostro papà, Josè Mitchell, è a sua volta un artista importante.
Si, è un clown abbastanza famoso in Spagna ed ha lavorato con diversi circhi.
Con quale disciplina avete mosso i primi passi?
Con le verticali, sin da piccole, più che altro per apprendere elasticità e forza.
Come siete arrivate all’Accademia?
Mio padre nel 2004 aveva intenzione di ingaggiare un insegnate russo, poi però si trovò ad un festival in Germania insieme ai fratelli Peres. Hanno parlato, e Adans Peres quando ha compreso l’esigenza ha chiamato il signor Palmiri, il quale ha subito trovato due posti in Accademia, e dopo un mese eravamo li, era l’ottobre del 2004.
Che cosa vi ha dato l’Accademia?
Moltissimo. Abbiamo iniziato li il numero di “mano a mano” che presentiamo da qualche anno, col nostro maestro Eugenio Larible. Si tratta di un numero che senza l’insegnante giusto che ti sa dare le basi, non puoi nemmeno iniziare.
Cosa ricordi in particolare del suo insegnamento?
A parte la pazienza, che per far apprendere esercizi come quelli del mano a mano è fondamentale, ricordo il suo originale modo di insegnare soprattutto. Lui ti insegna prima a correre e poi a camminare… prima ti fa provare le cose difficili e così tutto il resto sembra facile.
Quando avete saputo che sareste andate a Montecarlo?
Sentori ne abbiamo avuti quando eravamo al Cirque d’Hiver a Parigi. Passò il segretario di Urs Pilz e si mostrò interessato a noi, era il 2009. La certezza è venuta nel 2011.
Claudio Monti