Protesta animalista contro l’arrivo del circo in città. «Basta episodi come quello di Imola dove ha perso la vita la giraffa Aleksander».
A mettere le tende in città da giovedì prossimo sarà il circo con tanto di elefanti, tigri e leoni di Miranda Orfei. E i gruppi animalisti insorgono: contro l’uso degli animali negli spettacoli circensi, ma anche contro il sindaco Marzio Favero colpevoli di difenderli.
«Un lavoro nobile» dice il primo cittadino «Anche loro hanno diritto a lavorare in un momento in cui è dura per tutti andare avanti. È giusto anche tutelare i diritti degli animali senza sottovalutare quelli degli uomini».
Ma per gli animalisti resta vivo il ricordo della giraffa morta a Imola. Un caso che non deve ripetersi. Si chiamava Aleksander ed era ancora un cucciolo maschio di giraffa quando lo scorso 21 settembre a zoccoli alti era fuggito dal circo di Nando Orfei imboccando le strade di Imola.
Una fuga che era durata poche ore con il povero animale con il terrore negli occhi e nel cuore dell’animale, ma anche di chi l’ha vista fuggire per le vie della città.
La sua corsa, fatta da un metro di altezza per una tonnellata di peso, si era conclusa con due iniezioni di narcotico sparate con un fucile da un’agente della Polizia Provinciale che poco dopo si erano rivelate fatali per l’animale.
L’arrivo del circo a Montebelluna sta scatenando la rivolta anche nel mondo politico. «Niente circo con animali in città» tuona il capogruppo di Montebelluna Nuova, Lucio De Bortoli.
Ribatte il primo cittadino: «Come sindaco non voglio mettere fine a questa tradizione considerato che il circo in città arrivava anche con le precedenti amministrazioni comunali», sottolinea Favero, « A vigilare sul benessere degli animali ci penseranno i servizi veterinari». Sulle barricate gli animalisti: «Per fare spettacolo non serve la violenza sugli animali», dichiara Adriano De Stefano, presidente dell’Enpa di Treviso,«caro sindaco cosa c’è di così divertente in un elefante che balla? Provi a trascorrere il resto della sua vita impazzendo in una gabbia. Per tutelare il benessere degli animali ci sono delle normative che nella maggior parte dei casi purtroppo non vengono applicate dai Comuni».
« Non può esistere una conciliazione tra i diritti degli animali e il circo», spiega Sandro Campana, portavoce di Centopercento animalisti, «Allora se tutti hanno diritto di lavorare lasciamo liberi tutti. I circhi sappiamo che ricevono contributi statali, cioè soldi, di noi contribuenti che vanno nelle tasche dei circensi».
Vera Manolli