Sull’ultimo numero del settimanale Vero si può leggere la risposta di Maurizio Costanzo ad una lettrice che, prendendo spunto dalla fantomatica “fuga” di due elefanti e una tigre da altrettanti circhi, domanda: “Non le sembra un motivo in più per chiedere la chiusura definitiva di quei circhi che prevedono esibizioni con animali?” Dove stia la logica dell’interrogativo è difficile capirlo. Visti gli incidenti mortali che si verificano nella Formula 1, nel calcio e nello sport in genere, sulle strade, fra le mura domestiche, perché non si vieta tutto?
Eppure Costanzo, da anni impegnato sul fronte animalista, sta al gioco e Vero decide di dedicare addirittura una pagina al tema, evidentemente perché il circo continua ad essere un grande spettacolo popolare che interessa la gente, vale a dire milioni di persone, per cui andare al traino di tanta popolarità è comodo a tutti (animalisti in testa).
Nella sua risposta Costanzo spiega di avere combattuto “perché vengano tolti gli animali dai circhi e perché gli spettacoli vadano in scena solo con gli umani”. Ma, ammette, la battaglia è stata “senza esito”. Aggiunge che gli animali presenti nei circhi andrebbero restituti “alla loro vera natura e, soprattutto, al destino per il quale sono nati”.
Sul caso intreviene il presidente dell’Ente Nazionale Circhi, Antonio Buccioni: “Perché solo gli animali dei circhi andrebbero “rinaturalizzati”? I cani e i gatti sono nati forse per vivere negli appartamenti? O, nel caso dei cani, per lavorare con le forze dell’ordine, per fiutare droga negli aeroporti, per farsi profumare e pettinare per poi sfilare per ore in qualche mostra canina? E i cavalli sono nati per correre negli ippodromi? E i pesci per essere rinchiusi in un acquario? E i canarini in gabbia? Rettili e anfibi nei terrari e i roditori in altre gabbie ancora? Insomma, se si vuole puntare a restituire gli animali al destino per il quale sono nati, occorre allargare lo sguardo ben più lontano dei circhi, anche perché in essi vivono oggi non più di 1500-2000 animali in tutto, nella stragrande maggioranza dei casi cavalli e non aniomali esotici. Mentre nelle case degli italiani vivono milioni di animali. Un animalista serio e conseguente dovrebbe porsi quantomeno l’obiettivo di liberarli tutti. Altrimenti si chiama farsa o buffonata”. Infine Buccioni introduce un ulteriore spunto di riflessione: “La strada maestra dovrebbe essere quella di regolamentare, non di vietare, vigilando sulle condizioni di benessere di tutti gli animali che da poco o tanto tempo, in alcuni casi da secoli, come per quelli dei circhi, convivono con l’uomo. A chi ha posto il quesito su Vero consiglio di preoccuparsi di più, sempre nell’ambito di una regolamentazione, degli incidenti, spesso con esiti mortali o comunque tragici, che accadono agli animali domestici e a quelli che convivono con l’uomo in una miriade di situazioni diverse.”