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Il circo visto dalla biglietteria

di Simonetta Purpura

 

Davanti alla biglietteria del circo a volte va in scena un altro spettacolo (immagine di repertorio, fotografia di Francesco Cito)

E’ un problema italiano o possiamo permetterci di pensare che ci sia solo qualche caso umano che crede ancora nelle fiabe, vive soltanto di stereotipi, dimentica le regole del corretto vivere e forse anche l’educazione?
Il circo è uno spettacolo, ma la gente spesso “stenta a crederci”! Nonostante il successo e l’importanza dei circhi e degli artisti di quest’ambito a livello internazionale e il proliferare di scuole, di spettacoli televisivi, di corsi universitari e di dibattiti, in Italia l’argomento circo è appannaggio di chi lo vive come una passione o ne è incuriosito; per il resto, la scena è dominata da ignoranza e vecchie leggende. E’ interessante, divertente e a volte anche comico assistere alla cassa alle pretese delle persone, o ascoltare quello che hanno compreso riguardo al pagamento del biglietto. Talvolta le vicende si giustificano addebitando le stesse alla “solita crisi”, altre ancora al fatto di non ritenere quello del circo uno spettacolo per il quale valga la pena di spendere soldi, e altre ancora? Al piacere degli italiani ad avere tutto gratis.
Spesso gli italiani corrono dove sanno di trovare cibo ed eventi gratis, pretendono di avere quasi un dovere a non pagare e paradossalmente si vantano quando non lo fanno. Considerando che la gratuità della partecipazione è sempre conveniente, voci sagge raccontano che nella maggior parte dei casi al circo chi paga gode maggiormente del piacere dello spettacolo. Si sa che le cose guadagnate sono più apprezzate di quelle avute facilmente, ma è possibile che non si capisca che pagare non è un crimine? E’ possibile che la gente, anche la più facoltosa, pretenda di assistere allo spettacolo al prezzo di una coca cola, o addirittura a nessun prezzo e abbia anche il coraggio di lamentarsi?
Esistono altri due problemi di fondo. Il primo è che la gente classifica i circhi in base ai nomi delle famiglie senza neanche aver assistito agli spettacoli e il secondo è che crede che i circensi vivano davvero nelle favole. Nessuno crede che anche loro abbiano bisogno di mangiare, di vestirsi; nessuno crede che a volte decidano di uscire dal circo; nessuno crede che lo spettacolo abbia delle spese: gli artisti lavorano gratis, le piazze sono concesse senza denaro per il piacere di ospitare uno spettacolo culturale viaggiante, gli adorabili animali su cui tanto si discute non mangiano cibi specifici e non vengono lavati, i costumi sono creati dalle piante e le attrezzature sono bidoni della spazzatura o forse, tutto quello che consente al circo e ai circensi di andare avanti fa sempre parte della dotazione senza costo propria dei mondi magici.
E’ consuetudine che per qualsiasi piazza determinati soggetti godano di agevolazioni o biglietti omaggio, ma determinati non significa tutti. La gente inventa fantasiose storie per esonerarsi dal modesto prezzo del biglietto e crede di esser presa in giro quando ci sono promozioni che invece costituiscono un vantaggio.
Altro stereotipo: i circensi imbrogliano! E quindi visi arrabbiati e frasi d’intolleranza causate da prezzi che si accomunano a malapena a quelli del cinema, precedono talvolta la vista dello spettacolo.
Il bello, e forse anche ciò che dà la maggior soddisfazione è che, concluse le due ore, all’uscita, la gente allegra e gioiosa saluta e ringrazia entusiasta per quello che ha visto, ma il buon costume vorrebbe che si scusasse anche di aver parlato o preteso troppo.
In certi casi, però, le parole mancano.

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