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Il circo sociale conquista la Comunità Europea

L'arte sboccia fra il degrado: vecchi frigoriferi, topi (sotto), homeless. Le foto del servizio sono di Rebecca Magosso e Ahara Bischoff
Al Bando Europeo Cultura 2007-2013, le proposte presentate sono state alcune centinaia e fra queste è riuscito a meritarsi il quarto posto, con una valutazione di 96 punti su 100, anche un progetto di circo teatro realizzato a cavallo fra Italia, Ungheria e Polonia. Grande merito, e un impegno europeo di cofinanziamento, per un circo che ha saputo rispondere e soddisfare al meglio alle esigenze di questo concorso, istituito per valorizzare lo spazio culturale condiviso dagli europei e basato su un comune patrimonio culturale.
Homeless. The wandering of the circus, questo il nome del progetto, riunisce tre nazioni e quattro partner: Accademia Perduta, Teatro Stabile d’Innovazione per l’Infanzia e la Gioventù, Circo e dintorni, associazione culturale che dedica i suoi sforzi a promuovere l’arte del circo in tutto il mondo e Foundation for the Circus Art (Magyar Cirkuszmuveszetert alapitvany), la più antica fondazione culturale ungherese creata dalla Scuola di Circo di Stato nazionale e Ocelot foundation, associazione polacca che valorizza circo, sport e medicina. Un gran bel mix, che attraversa i confini e parla però un’unica lingua, quella del circo.
Presentato alla Comunità Europea nell’ottobre dello scorso anno, Homeless. The wandering of the circus, ha preso il via a giugno, compiendo in questi due mesi i suoi primi passi verso la creazione di uno spettacolo in grado di promuovere lo scambio degli artisti circensi sul territorio europeo, la circolazione di una nuova produzione artistica nata dal dialogo creativo tra artisti di diversa nazionalità e promuovere il dialogo interculturale valorizzando il circo come occasione di visibilità sulle tematiche legate all’emarginazione sociale su scala europea.
Da sinistra, Alessandro Serena, Marcello Chiarenza e Oleg
Il progetto si articola in più fasi e passa attraverso la scrittura dello spettacolo, tre workshop nelle nazioni partner, una sessione di prove a Budapest, circa venti giorni di repliche durante il periodo natalizio a Bagnacavallo (Ravenna) per il Circo della Pace, una conferenza sul tema del circo sociale a Budapest e un tour europeo.
Lo spettacolo ha come autori Alessandro Serena, Marcello Chiarenza e Carlo Cialdo Capelli, gli stessi di Ombra di Luna, Creature e Tesoro, fra le produzioni di circo teatro di maggior successo delle passate stagioni, invitate ad importanti festival europei, prestigiosi teatri e piazze d’Italia e d’Europa. Per mesi i tre autori si sono riuniti fra Milano e San Donà di Piave in una serie di sessioni creative per lavorare alle sequenze dello spettacolo, una produzione di teatro acrobatico ispirata ai Balcani che racconta le vicissitudini di un gruppo di clochard dell’umanità rinchiusi in un luogo senza forma disseminato di oggetti senza senso e impegnato nel tentativo di sopravvivere alle condizioni più ostili.
Il presidente Napolitano saluta i bambini ospiti del Circo della pace nella passata edizione
Importanti per il progetto i tre workshop realizzati in giugno: in Polonia e Ungheria per rinsaldare i rapporti fra partner e ricercare gli acrobati da inserire nel cast artistico dello spettacolo e in Italia, a San Donà di Piave, per creare scenografie e oggetti di scena, con cui i clown hanno potuto cominciare ad interagire. I quattro acrobati polacchi, due ungheresi, un clown italiano e uno rumeno selezionati sono poi in questi giorni a Budapest per l’allestimento delle sequenze dello spettacolo. Poco più di due settimane per riunire quattro culture, un pot-pourri di lingue e competenze diverse che si mescolano e completano nei quadri dello spettacolo.
A seguire, il progetto prevede circa venti giorni di spettacolo nel contesto dell’interessante manifestazione Circo della Pace a Bagnacavallo, che da quattro anni accoglie durante le festività natalizie una diversa esperienza di circo sociale (nella prima edizione Parada e i ragazzi di Bucarest, nella seconda i ragazzi di strada di Nairobi, nella terza il Circo para todos dei ragazzi colombiani, e nella quarta i bambini afgani del Mobile Mini Circus Children di Kabul, che hanno incontrato anche il presidente Napolitano) e che quest’anno ha scelto di ospitare uno spettacolo nuovo, ricco di spunti riguardo temi di interesse attuale e sociale.
Acrobati durante le prove dello spettacolo
Il passo successivo del progetto porta di nuovo a Budapest a febbraio durante il biennale Festival del circo, in cui si terrà un convegno internazionale sull’arte del circo incentrato sulle sue declinazioni sociali. Ad aprile poi il progetto si chiuderà con due tappe europee dello spettacolo, di nuovo in scena prima a Budapest all’interno dell’importante circo nazionale, poi in Polonia. Aprile è da considerare come termine del progetto, ma in realtà come punto di inizio per la vita dello spettacolo, in grado di creare forti legami e una fitta rete di relazioni ancora prima della sua messa in scena. Un circo che unisce e che dimostra il suo valore formativo e sociale. I primi passi e le prime linee sono ormai delineati, non resta che svelare i frutti al pubblico, per cui… arrivederci a dicembre!
Rebecca Magosso