Giocolieri, funamboli e trapezisti. E poi cavalli e tigri, clown e contorsionisti, senza dimenticare il cammello bianco regalato a Moira Orfei per il suo compleanno. Lo spettacolo del circo da sempre incanta bambini, adulti e famiglie, e durante le festività natalizie ha fatto registrare un buon numero di visitatori. L’offerta, del resto, è varia. Solo a Roma fra Natale e l’Epifania hanno montato le loro tende 8 circhi: dal Medrano della famiglia Casartelli (due clown d’oro a Montecarlo), uno dei più importanti circhi europei, al circo teatro Apollo, un esempio di piccolo circo che ha puntato sulla qualità dello spettacolo e degli ambienti.
In zona Marconi, all’ombra del Gazometro, fa bella mostra una carovana bar del circo Apollo che è un gioiello, risale a fine 800 e proviene dalla famiglia Bouglione, celebre dinastia circense francese. Poi i due circhi della famiglia Zoppis, Magnifico Acquatico a Tor di Quinto e Boreal all’Eur, che propongono spettacoli nuovi e senza animali. Ma nella capitale c’è stato anche il Golden Circus Festival di Liana Orfei. Sempre belli, e con continue innovazioni nello spettacolo create da Stefano Orfei Nones e Brigitta Boccoli, anche il circo Moira Orfei (oltre 5 mila persone per il Capodanno al Mandela Forum), attualmente a Firenze, e Darix Togni a Milano.
”Non possiamo non subire la crisi generale che vive il Paese ma arriva la conferma, grazie al buon lavoro delle nostre imprese durante il periodo natalizio, che il circo può contare su uno zoccolo duro di affezionati che lo frequenta da anni con passione, apprezzando lo spettacolo tradizionale”, spiega all’Adnkronos Antonio Buccioni, presidente dell’Ente Nazionale Circhi. Che lancia ”un appello all’Italia: abbiate un sorriso nei confronti del circo. Se un sindaco o un parlamentare guardasse le nostre carovane con un sorriso e ci desse una mano, come avviene all’estero, avremmo risolto l’80% dei nostri problemi”.
”E’ l’amore per il circo classico -rimarca Buccioni- che permette a queste attività di sopravvivere e in certi casi di consolidarsi”. Infatti, fa notare il presidente dell’Ente Nazionale Circhi, ”l’entità dei contributi del Fus è di circa due milioni di euro l’anno per 100 circhi italiani. E’ un aiuto che non basta, e senza polemiche credo che la cifra si commenti da sola. Tenendo conto che non vi è traccia di contributi di enti locali, tutta la tenda del circo si regge sulle spalle di artisti che non rinunciano al sogno di mettre in scena un’emozione che sfida il tempo”.
Finanziamenti a parte, ”lo stato stato di salute del circo italiano è buono”, assicura Buccioni, perché ”queste realtà vivono con il biglietto del pubblico pagante e inventando mille attrazioni per far passare un messaggio ricco di arte e cultura da secoli. In questo periodo – sottolinea il presidente dell’Ente Nazionale Circhi – Moira Orfei a Firenze, il Circo Americano a Napoli e gli spettacoli a Roma, Medrano in testa, sono realtà artistiche che hanno buoni motivi per essere soddisfatti della risposta del pubblico”.
Quanto agli animali, tradizionale attrazione del circo, ”il pubblico telefona ai botteghini per sapere se c’è uno spettacolo con gli animali. E spesso ne fa un motivo di scelta”, fa notare Buccioni, sottolineando che ”il numero degli animali negli spettacoli è oggi il 25% di quelli che si contavano negli anni Sessanta. Gli elefanti, ad esempio, sono circa 30. Difendiamo ostinatamente la libertà di espressione artistica. Siamo uomini di spettacolo e amiamo gli animali”.
”In tutta la sua meravigliosa semplicità – sottolinea Buccioni – il circo è la più antica e al tempo stesso moderna comunità multietnica, multireligiosa e multirazziale della terra. Un invito a ”riscoprire la magia del circo anche in periodo di crisi”, viene da Antonio Giarola, presidente dell’Associazione nazionale Sviluppo arti circensi e direttore del Cedac, il centro educativo documentazione arti circensi.
”Il circo – spiega – è il primo spettacolo dal vivo per i bambini. Una scuola di educazione che parte dal 1768. Gli italiani – sottolinea lo storico del circo – hanno un ruolo importantissimo nella storia dell’arte circense. Nonostante vi sia una forte campagna denigratoria, il circo vive con gli animali, che sono curati e fanno parte di una grande famiglia”.
”Stop quindi alle polemiche sugli aninali – taglia corto Giarola – così come esistono famiglie che trattano male i bambini, anche nel mondo del circo può esserci qualche pecora nera che a volte trascura qualche ‘compagno di spettacolo’. Ma nel 99,9% dei casi gli animali sono compagni di vita. Anche loro sanno che si mangia nella stessa ciotola. E che lo spettacolo deve sempre continuare”.
In Italia si contano 100 circhi, suddivisi in tre grandi categorie secondo le disposizioni ministeriali. Al primo posto, ci sono i circhi di grande dimensione, con oltre 1.800 posti e più di 70 addetti (calcolati sulla media mensile). In seconda posizione, i circhi di media dimensione, oltre 700 posti e fino a 1.800, con un minimo di 20 e fino a 70 addetti. Il ‘bronzo’ va invece ai circhi di piccola dimensione, oltre 100 posti e fino a 700, con un minimo di 8 e fino ad un massimo di 20 addetti. Si arriva fino ai 3.000 mila posti per l’American Circus di Flavio Togni, clown d’oro alla passata deizione del Festival internazionale del circo di Montecarlo con i suoi numeri di animali.
Tutti insieme i 100 circhi ricevono dallo Stato (Fus) circa 2 milioni di euro l’anno. In realtà sono così numerosi e lavorano perché lo spettacolo del circo continua a richiamare tanto pubblico nei diversi periodi dell’anno e in particolare fra dicembre e gennaio.
Quanto agli animali, si stima un 25% di quelli che c’erano negli anni Sessanta. Per decisione dei circhi stessi, da una trentina d’anni sono stati tolti dai circhi gli animali che più difficilmente si ambientavano, come orsi e primati (scimmie e scimpanzé). Quelli presenti oggi sono nati quasi tutti in cattività e quindi non importati dai Paesi d’origine.
L’Ente Nazionale Circhi ha dato vita negli anni 80 ad una delle prime scuole del circo del mondo, l’Accademia d’arte circense, che ha già diplomato intorno ai 90 allievi fra i 14 e i 18 anni (e non c’è un disoccupato fra questi, tutti hanno un lavoro in Italia o all’estero); è nata nell’88 a Verona, ha operato a Cesenatico dal 1990 al 2003 e dal 2004 è tornata a Verona. I suoi allievi sono i più premiati in festival e competizioni internazionali (4 clown d’oro a Montecarlo).
Il circo in Italia ha anche un centro di documentazione sulle arti circensi (Cedac), che ha sede a Verona, e raccoglie migliaia di volumi (alcuni risalgono all’800), fotografie, video, manifesti, costumi e film sul circo. Sono già decine le tesi di laurea realizzate grazie a questo supporto di documentazione. Ha una rivista mensile, che si chiama ‘Circo’ e un portale di informazione (www.circo.it).
Di recente l’Ente Circhi e Circo.it hanno lanciato un concorso letterario nazionale sul circo, “letteralmente circo” (http://www.circo.it/al-via-il-concorso-letterario-sul-circo/), che si chiude ad aprile, con una giuria formata, fra gli altri, da Maurizio Scaparro, Paolo Bosisio, ordinario di Storia del teatro e dello spettacolo all’Università degli studi di Milano, Maurizio Porro, critico teatrale e cinematografico del ‘Corriere della Sera’, da Claudio Monti, capo redattore di ‘Circo.it’. Dal 2006 all’Università statale di Milano è attivata la cattedra di Storia dello Spettacolo Circense e di Strada, tenuta da Alessandro Serena, all’interno del Corso di Laurea Magistrale in Scienze dello spettacolo e della comunicazione multimediale, facoltà di Lettere e Filosofia.