
Una valorizzazione dell’arte della pista che trova spiegazione non appena l’occhio cade sul nome del direttore editoriale de Il Ridotto, Roberto Bianchin, giornalista (a lungo a Repubblica), scrittore e critico di circo da lungo tempo. Direttore responsabile è invece Luca Colferai. “Abbiamo deciso di innovare il modo di fare informazione sugli eventi culturali, dando al circo la stessa dignità e lo stesso spazio abitualmente riservato ad altri generi di spettacolo – spiegano – rompendo l’imbarazzante silenzio di altri media che da troppo tempo penalizza la conoscenza e lo sviluppo delle arti circensi”.
Va detto che in realtà qualcosa si sta muovendo nei giornaloni nazionali e sui mass media in generale. Da un po’ di tempo a questa parte non è raro imbattersi in “paginate” dedicate al circo sui quotidiani e sulle reti televisive, ad esempio: vuoi per recensire il clown David Larible (che gode di ottima stampa anche in Italia), vuoi per lanciare l’ultima novità letteraria in tema di circo e dintorni (basta sfogliare Io donna in edicola), vuoi per raccontare il circo a Natale (le reti Rai e Mediaset hanno fatto a gara), vuoi ancora per approfondimenti dedicati ai tendoni e ai loro protagonisti, che nell’ultimo anno sono stati parecchi. Quel che manca, spesso, è invece la competenza, la figura del critico circense, insomma, che una testata nazionale dovrebbe schierare al fianco del critico teatrale, cinematografico e di danza. Ecco perché Il Ridotto va nella direzione giusta, e c’è da augurarsi che questa testata, insieme a quelle di settore, riesca a “contagiare” le pagine dello spettacolo della carta stampata e non solo. Anche se su questa strada la speranza è riposta anche altrove, nella formazione, cioè, legata alla cattedra di Storia dello Spettacolo Circense e di Strada, tenuta dal professor Alessandro Serena, all’interno del Corso di Laurea Magistrale in Scienze dello Spettacolo e della Comunicazione Multimediale, facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università degli Studi di Milano. Da qui, infatti, stanno uscendo giovani preparati e con un approccio multisciplinare, allenati a frequentare il passato, il presente e il futuro dell’arte circense, figure preziose anche per il contributo che possono portare nel campo dell’informazione. C’è anche il rischio di una dispersione delle forze nel proliferare di testate che si occupano di circo? Forse si, ma guai a mettere briglie alla creatività.
Nel nostro piccolo possiamo testimoniare (Circo.it in appena un anno di vita è diventato catalizzatore di migliaia di contatti quotidiani) che esiste un pubblico amplissimo che è alla ricerca di una forma d’arte intramontabile, a patto di saperne fare apprezzare lo spessore artistico, culturale, storico, identitario, sociale… (c.m.)
