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di Flavio Michi

In questa breve ricognizione, a cavallo tra cenni storici e dati di attualità, Flavio Michi fa il punto sui legami tra circo russo e ucraino e sulla situazione dello spettacolo popolare e dei suoi interpreti nei due paesi, ricordando alcuni casi di performer confinati all’estero in attesa di una risoluzione degli eventi che, si spera, porterà pace anche al mondo del circo.

Il Circo Salamonsky di Mosca in una foto d’epoca

La storia del circo russo è molto articolata, ricchissima, con origini lontane nel tempo, ricordate anche grazie a molte fonti letterarie che parlano di saltimbanchi, comicità, orsi e cani addestrati. Per trovare l’inizio dell’arte circense bisogna andare indietro di tanti secoli fino alla Rus’ di Kiev. Era una monarchia medievale e comprendeva una parte dell’Ucraina attuale, Bielorussia, Moldavia, Polonia, Lituania, Lettonia ed Estonia orientali e una parte della Russia occidentale: un grandissimo territorio. Si sta parlando del IX secolo e di insediamenti di tribù vichinghe. Passano gli anni e nella cattedrale di Santa Sofia a Kiev possiamo rintracciare immagini di equilibristi ed esibizioni equestri che risalgono al 1037.

Nel XVIII secolo troviamo addirittura un gabinetto delle curiosità, in poche parole freaks, voluti da Pietro I. L’arte circense si sviluppava soprattutto nelle fiere grazie a giocolieri, maghi, acrobati, uomini forti e comici. Venivano poi organizzati spettacoli equestri e in seguito, con lo zar Nicola I, nella prima metà del XIX secolo, l’arte circense si sviluppò grazie soprattutto al patrocinio dello stato russo. Questo sostegno incentivò artisti e compagnie straniere a fare tournée in quella nazione. Nel 1825 arrivò in Russia la compagnia circense di Jacques Tourniare; a San Pietroburgo iniziò a costruire un edificio in legno che venne inaugurato due anni più tardi. Venne smantellato nel 1877 quando fu inaugurato il Circo Ciniselli, che è ancora il circo stabile della città, completamente ristrutturato qualche anno fa. Anche a Mosca vennero costruiti diversi edifici in legno, che non durarono molto tempo, fino alla costruzione di un edificio in pietra su Tsvetnoy Bolulevard, che venne inaugurato nel dicembre del 1880. Era il Circo Salamonsky, oggi Circo Nikulin. In quegli stessi anni furono costruite sale in legno e pietra a Saratov, Ivanov, Kiev, Astrakan, Baku, Kazan e in altre città. Molti di queste appartenevano ai fratelli Nikitin. In tempi recenti il Circo Nikulin è rimasto l’unico circo stabile a Mosca, fino al 1971 quando venne costruito il Great Moscow State Circus, il “Bolshoi”. È il più grande circo stabile del mondo, con ben 3300 posti e un’altezza in cupola di 36 metri. Le cinque piste intercambiabili si trovano a 18 metri di profondità e sono specifiche per i numeri equestri, su ghiaccio, in acqua, di magia e con le luci. Il tutto funziona grazie a un meccanismo colossale, con ingranaggi di alcuni metri di diametro!
Questo circo dovrebbe essere ristrutturato e nel frattempo il cambio delle piste non viene utilizzato. Si parla addirittura di costruirne uno completamente nuovo.

Il circo stabile Kazan in Russia

I due circhi moscoviti appartengono praticamente alla città e non al Rosgoscirk, la compagnia statale russa del circo, che comprende tutti gli altri edifici. Si tratta, attualmente, di 38 circhi stabili sparsi in tutto il grandissimo territorio. In realtà ce n’è qualcuno in più, ma questi sono chiusi o in ristrutturazione. Oltre ai circhi stabili ce ne sono alcuni che agiscono sotto chapiteau e la compagnia comprende circa 3400 persone. Nel 1919, dopo la rivoluzione, Lenin firmò un decreto sull’unificazione degli affari teatrali per cui i circhi diventarono statali. Era la Soyuzgoscirk, che nel 1995 è diventata Rosgoscirk. La compagnia decise di organizzare un proprio e grande festival internazionale del circo nel 1996, ma non si rivolse né al Circo Nikulin, né al Circus Bolshoi, bensì alla famiglia di Ferdinando Togni dell’American Circus. Così lo chapiteau bianco dei Togni venne installato incredibilmente sulla Piazza Rossa, invasa dalle imponenti scenografie, 13 come il diametro della pista del circo, allestite per l’imponente inaugurazione. Come il Rosgoscirk, anche Nikulin e Bolshoi sono compagnie con tanti artisti, che effettuano tournée in giro per il mondo; possiamo applaudire le produzioni di queste tre realtà ogni anno nei festival più importanti tra i quali Monte Carlo e Latina. Il circo in Ucraina ha avuto un percorso parallelo a quello in Russia. Strutture prima in legno e poi in pietra sono state costruite nelle città principali. Citiamo i circhi stabili di Kiev, Kharkiv, Odessa, Leopoli, Mykolaiv, Donetsk, Dnipro, Lugansk, Zaporižžja… Città che in questo periodo sono diventate tristemente note a tutti.

Il circo stabile di Dnipro in Ucraina

Il primo circo in muratura a Kiev risale al 1875, ma dopo solo un anno dalla sua costruzione divenne un teatro. Un secondo circo venne costruito nel 1903, ma nel 1941 venne distrutto e il suo posto venne preso da un cinema. Nel 1995 il governo della Repubblica Socialista Sovietica Ucraina decise di riorganizzare lo spettacolo circense e la nuova sede trovò spazio in Piazza della Vittoria. Nel 1998 è diventato Circo Nazionale, il principale del paese. A Donetsk il circo è stato costruito su un progetto del 1966.

È un tronco di cilindro, per 1850 posti, diametro di 60 metri e altezza di 30. Grandi innovazioni, ristrutturazioni e modernizzazione anche nelle altre città. Allo stesso tempo, da circa 25 anni, in Ucraina sono nate scuole di circo, compagnie, laboratori che hanno prodotto centinaia di artisti non solo tecnicamente bravi ma, grazie ai registi e ai creativi, anche geniali a livello artistico. Li abbiamo applauditi nelle rassegne più importanti e nei grandi circhi, sempre presenti con novità a dare forti emozioni al pubblico e a ricevere ovunque tante soddisfazioni e tantissimi premi. Ricordiamo solo alcuni di questi performer: Viktor Kee, Anatoly Zalewski, Shcherbak e Popov, i Bingo, Flight of Passion, Housch ma Housch, il Duo el Beso, Vladislava Naraieva, Sofia Tepla, Mariia Shevchenko, Ameli Bylik, Danilo e Oskar, Alexander Koblikov… e sono solo alcuni!

Gli spettacoli presentati nei circhi stabili russi, ma anche in quelli ucraini, sono spesso delle produzioni destinate a durare per diversi anni. Teniamo presente che le città sono piuttosto grandi e il pubblico ama moltissimo questo genere di show. La tenuta media di uno spettacolo in una delle strutture stabili è quindi di circa un mese, ma può andare anche oltre. Questo vale per esempio per i lavori di Gia Eradze, da I cinque continenti a Baronetto fino a Burlesque o agli spettacoli sull’acqua.
Una stessa produzione, come quella di Zorro del compianto e immenso Tamerlan Nugzarov, viene vista da un numero impressionante di spettatori. Gli spettacoli presentati al Circus Bolshoi o al Nikulin a Mosca sono completamente rinnovati almeno un paio di volte all’anno, con grandissimo successo di pubblico che comprende i moscoviti ma anche moltissimi turisti, tranne in questo difficile periodo. Almeno fino a pochi mesi fa sono stati scritturati anche molti artisti stranieri per spettacoli affidati a regie come quella di Antonio Giarola, per ben due volte al Nikulin, con performer quali i nostri Togni, della famiglia di Ferdinando. Gli altri Togni, i figli di Darix, sono ormai in tournée da anni dapprima in Ucraina e adesso in Russia. Ma cosa è cambiato e cosa sta cambiando a causa della guerra? È diventato difficilissimo poter scritturare artisti russi, soprattutto a causa dei problemi legati al loro pagamento. Le organizzazioni come il Rosgoscirk, come le altre aziende russe, sono diventate molto rigide dopo le varie sanzioni che sono state decise e applicate, per cui i loro artisti, almeno per il momento, non riescono ad arrivare in Occidente.

Il Circo Ciniselli di San Pietroburgo, attivo dal 1877

L’ultima occasione è stata il Festival del Circ Elefant d’Or di Girona, che ha visto la pacifica convivenza di artisti, direttori e addetti ai lavori di Russia e Ucraina. Chissà se e quando potrà ripetersi un’esperienza del genere; pensiamo al prossimo 45° Festival International du Cirque de Monte Carlo: ci sarà Gia Eradze? Vedremo artisti ucraini? Gli addetti ai lavori di quei due paesi, i direttori, potranno arrivare nel Principato? Sono belle domande alle quali è difficile, se non impossibile, rispondere oggi. Di conseguenza anche gli artisti occidentali, presenti spesso in produzioni russe ma anche in Ucraina, hanno gli stessi problemi per trasferirsi da quelle parti. A causa della legge marziale numerosi performer sono bloccati nelle città dell’Ucraina. Molti di loro hanno il resto della famiglia all’estero, ma non riescono ad uscire dal paese. Forse ci sarà qualche eccezione, ma solo dopo un lungo lavoro; solo la diplomazia e i ministeri della cultura possono fare qualcosa per poter sbloccare situazioni molto complicate. Diversi artisti ucraini si trovavano già all’estero, per lavoro o per altre vicissitudini, al momento dello scoppio della guerra. Alcuni di loro stanno lavorando sulle grandi navi da crociera o in spettacoli in paesi europei. Altri stanno aspettando in Ucraina di ricongiungersi alla famiglia o di poter tornare a lavorare all’estero. Vogliamo citare alcune troupe di Irina Herman, la deus ex machina del Circo Teatro Bingo. Una di queste compagini (che comprendeva anche i membri dell’orchestra) si trovava a Monaco di Baviera, al Circus Krone-Bau, quando è iniziato il conflitto. I familiari dei componenti del gruppo che hanno potuto lasciare la patria sono stati ospitati da Krone, proprio a Monaco. Nello spettacolo New Memories gli ucraini erano ben 37 e se pensiamo anche al numero di familiari di una parte di loro… Onore a Jana e Martin per questo bellissimo gesto. Una troupe fa invece parte dello spettacolo del Circo Knie e quindi è in tournée in Svizzera, mentre un’altra ancora è negli Stati Uniti, al Circo Hermanos Vazquez. Va ricordato che in Ucraina tutte le attività spettacolari sono state sospese. I circhi stabili sono chiusi, ed alcuni di loro vengono usati per accogliere gli sfollati e proteggerli dagli incessanti bombardamenti. Una situazione davvero drammatica, che unisce l’impossibilità di fare arte al pericolo per la propria vita. Come se non bastasse la guerra, in Ucraina ci sono stati molti problemi per i circhi itineranti con animali anche prima del conflitto. Gli stabili ne possono avere nei loro spettacoli, per il fatto che non vi sono spostamenti continui, mentre ciò è vietato negli chapiteau. Ne ha fatto le spese un grande circo come Kobzov, che dopo aver tolto gli animali dallo spettacolo ha preferito chiudere l’attività per la diminuzione verticale degli incassi. Ma è ovvio che adesso la prima criticità è rappresentata dalle persone. Diversi artisti contattati (soprattutto tramite Messenger) hanno risposto: “Sono qui a …, sto bene. Il mio pensiero va alla mia famiglia che è riuscita ad uscire. Chissà quando potrò riabbracciarla”. “Mi trovavo e mi trovo su una grande nave da crociera. Sto bene. Penso sempre al mio paese”. “Se sarà necessario andrò a combattere. Non so neanche da che parte si comincia, ma amo troppo il mio paese per tirarmi indietro”.
Sappiamo anche cosa pensano della situazione molti artisti russi, soprattutto tramite i social. Noi rispettiamo russi e ucraini, le persone, gli amici, artisti che stimiamo. Ci auguriamo il meglio per tutti loro, andando oltre la loro patria e la loro bandiera. La stima c’era, c’è e ci sarà sempre.

Articolo tratto dal nono numero speciale della rivista Circo – Fiori dal cielo estate 2022