TORINO. «La prima volta che ho messo piede in una scuola di arti circensi non sapevo bene cosa avrei trovato. Avevo diciannove anni, arrivavo dal mondo della danza e credevo che il circo fosse clown, acrobati e poco di più. Quando mi misero in classe con bambini di dodici anni, capii che avevo ancora tanto da imparare». A quasi dieci anni da quell’iniziazione, oggi Ilona Jäntti è una delle artiste circensi più apprezzate d’Europa. Elegante come una danzatrice classica (nel suo curriculum c’è anche una collaborazione con la Royal Opera House) e tenace come un’artista capace di imporre il proprio stile («il circo è circo: mischia molte tecniche, ma il suo linguaggio resta fisico e inimitabile»), la ragazza arriva dalla Finlandia. E non è un caso. Perché proprio lì, nella terra di Aki Kaurismaki e Mika Hakkinen, l’arte circense non solo ha una tradizione lunga più di due secoli, ma nell’ultimo ventennio ha visto una vera esplosione di compagnie apprezzate in tutto il mondo.

Colpi di scena ed effetti speciali. Artigianali o computerizzati, se ne vedranno tanti in un festival che, oltre al circo, darà spazio anche alla danza e al teatro. E cosi, se la stella della scena coreutica norvegese Ina Christel Johannessen aprirà la rassegna con Again (17 luglio, Teatro Astra), in cui la sua Zero Visibility Corp danza in una scenografia creata con una carta minuziosamente pieghettata che si anima insieme ai ballerini, l’ultimo giorno del festival (3 agosto, Teatro Astra) i francesi Système Castafiore incanteranno con Stand Alone Zone e loro danza fantascientifica. «La realtà virtuale ha cambiato il confine tra ciò che è vero e ciò che è immaginato» spiegano Marcia Barcelos e Karl Biscuit. «In questo lavoro interagiremo con immagini virtuali proiettate su degli schermi. E mettendo in scena un mondo post-apocalittico, daremo vita a una danza in 4D».
Emiliano Coraretti
“Ora anche in Italia il circo fa la corte e il teatro ricambia”, Il Venerdì di Repubblica, 11.07.2014
