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“Il circo è uno spettacolo buono e bello”

Luciana Della Fornace

“Per bambini e famiglie non c’è migliore spettacolo di quello del circo, che vive dentro di noi, fa parte della nostra cultura più autentica”. Chi parla è Luciana Della Fornace, autorevole e notissima presidente di Agis Scuola. Qualche anno fa, quando uscì il magnifico film di Pino Tordiglione “Il Natale rubato”, lei ne sottolineò il valore con queste parole: “E’ così raro trovare una storia buona, adatta ai bambini”. Ed oggi esprime lo stesso concetto ma allargando il tiro all’offerta di intrattenimento rivolta ai ragazzi: “Il circo è uno spettacolo buono e bello. Non c’è ombra di dubbio, continua ad essere lo spettacolo più gradito da parte dei ragazzi delle scuole elementari e medie di tutta Italia”, risponde Luciana Della Fornace.
Eppure c’è chi sostiene che quest’arte sarebbe diseducativa per i bambini.
“Diseducativo è lasciare morire i cani per strada o inscenare certe manifestazioni animaliste davanti ai circhi, dove gli animali sono tenuti bene. Il bambino al circo ci va per divertirsi, si stupisce nel vedere come gli animali siano così ubbidienti davanti ai loro ammaestratori, impara a rispettare gli animali, ammira quello che riescono a fare e spera tanto di poter avere un cagnolino o un gattino che faccia le stesse cose e diventi tanto bravo come lo sono gli animali nei circhi: questo è il messaggio che apprendono, non certo la violenza ma l’esatto contrario”.
Lei come spiega questo accanimento di alcuni gruppi animalisti verso il circo?
“Più che spiegarmelo comincio ad essere infastidita perché l’insistenza si è fatta eccessiva. Le cronache ci parlano non certo bene delle tigri presenti allo zoo di Roma, ad esempio, degli abbandoni di cani, delle gare che impiegano cavalli, degli allevamenti intensivi e di tanto altro: mi chiedo perché gli animalisti continuino a dedicare la loro attenzione a quello spettacolo che impiega animali nati in cattività e mantenuti con tutte le attenzioni. Negli zoo gli animali servono solo a farsi ammirare, non hanno coinvolgimento “affettivo”, come invece accade al circo”.
Lei ha esperienze dirette nelle quali è venuta a contatto con gli ammaestratori e i loro animali?
“Ho in mente più di un episodio, ma in particolare ne ricordo uno. Andai al circo Americano e Flavio Togni si scusò, mi disse che doveva partire, perché aveva un circo a Parigi e doveva andare subito lì perché una delle sue tigri non stava bene. E non è che a Parigi mancassero bravi veterinari, ma lui voleva esserci nel momento in cui la sua tigre aveva bisogno di cure. So di animali che mangiano solo se vicino hanno il loro ammaestratore. Questo è affetto allo stato puro, altroché segregazione e violenza verso gli animali. Ma poi cosa pensano questi animalisti? Credono di poter riportare nella giungla gli animali che sono nati e cresciuti nei circhi? Non sanno che morirebbero dopo qualche giorno?”
La “cultura” animalista è diventata di moda?
“Una certa mentalità ha preso sicuramente piede e in una maniera tanto assurda che talvolta si rimane senza fiato. Sono stata per tanti anni in commissione “censura cinematografica”, dove ad un certo punto sono arrivati anche gli animalisti. Siamo giunti al punto che se in un film si vede un animale che cammina, bisogna chiamare l’animalista. Venne chiamato anche per un cartone di Walt Disney perché c’era un lama. Mi dica lei se tutto questo è normale. Così come certo esibizionismo animalista comincia ad essere insopportabile. Ci sono tante “signore bene” che si sono stancate di tutte le pellicce che hanno nell’armadio ed escono a seno nudo per manifestare contro l’uso delle pellicce. Farebbero bene ad accogliere e a sfamare cani e gatti, ad occuparsi di certi canili nei quali gli animali sono tenuti in condizioni deplorevoli, ma forse questa attività non darebbe loro la stessa visibilità di un’azione plateale”.
C’è stata una stagione felicissima che ha visto grandi pellicole dedicate al circo: qual è stata la ragione di quel successo?
“Grandi attori si sono immersi nel mondo del circo, da Gina Lollobrigida a Totò, da Claudia Cardinale a Chaplin, Fellini, Jerry Lewis, ad esempio. Ma come accade sempre, i filoni di successo ad un certo punto si esauriscono e si cominciano a produrre dei film di scarso valore”.
E oggi ci sono attori che a suo parere potrebbero ambientare qualche film al circo? “Come no. Tutti quelli che hanno un fisico sufficientemente ginnico”.
Ma non scendiamo nei particolari, niente nomi. I “non ginnici” potrebbero aversene a male. Dal suo angolo di osservazione, e per la lunga esperienza maturata alla presidenza di Agis Scuola, che giudizio ha della scuola italiana e dei suoi protagonisti odierni?
“Nonostante il fatto che emergano sui media solo le notizie negative, c’è tanto positivo nella scuola, ma il bene sta nascosto. Da anni a Roma organizzo il David giovani coinvolgendo 140 ragazzi di diverse scuole superiori, dal Visconti al Tasso, insieme alle scuole di borgata, quindi con ragazzi di estrazioni culturali e familiari diverse, ma si crea sempre una unione e un affiatamento straordinari fra tutti. Le assicuro che i temi dei ragazzi in moltissimi casi sono al di sopra di ogni aspettativa”.
Claudio Monti

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