Nell’intervista concessa a Swissinfo.ch, l’artista e produttore, impegnato anche in esperienze di circo sociale, spiega che non è tanto importante che si chiami nuovo circo, ma “ciò che conta per me è che questa forma artistica consente la massima libertà espressiva, il circo è l’ultima forma di arte anarchica. Non è una disciplina accademica sistematizzata una volta per tutte”.
Hirzel muove i suoi primi passi con la televisione, ma si trova subito stretto e va alla ricerca di nuove forme espressive.
Diventa a sua volta artista, “ho fatto l’equilibrista e il clown per diversi anni, per apprendere le basi e poi sviluppare altre forme espressive e ho capito che le abilità circensi sono anche un modo per comunicare con il corpo”.
Dà vita ad una Compagnia e al primo spettacolo, Aladin, che porta in Svizzera, Francia e Germania. A Parigi conosce un altro cileno, produttore teatrale, Caioia Sota, e iniziano a lavorare insieme. Sfornano vari spettacoli, da Cirque O a Que-Cir-Que.
Un horizonte quadrado è proposto dalla Compagnia de Paso: “Si tratta di una coreografia aerea con vari trapezi che narra la storia di sei personaggi fin dall’inizio della loro vita”.
Un horizonte quadrado, qualcosa di esteso e di circoscritto allo stesso tempo, una sorta di piazza senza limiti. Il circo è un linguaggio, sottolinea Hirzel, e alla fine “ogni persona ci legge ciò che vuole, si presta a diverse interpretazioni. Io racconto solo delle storie”. E Horizonte quadrado è una storia “tra il mondo e il cielo, che ciascuno può cogliere come vuole, è questa la sua ricchezza e forza”.