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“Il circo è l’ultima forma anarchica di arte”

Ueli Hirzel
“Il circo è l’ultima forma anarchica di arte”. Parola di Ueli Hirzel, quotato esponente del nuovo circo in terra cilena, che i suoi spettacoli ha portato in giro anche in diverse città europee. Dal 10 al 12 novembre, in occasione della settimana culturale di scambio fra Svizzera e Cile (una sorta di festa degli elvetici che vivono in questo Paese dell’America Latina), Hirzel presenta nella Plaza Ñuñoa di Santiago la sua nuova creazione artistica, dal titolo Un horizonte quadrado. Uno spettacolo aereo nel quale sono il trapezio e la musica dal vivo a farla da padroni.
Nell’intervista concessa a Swissinfo.ch, l’artista e produttore, impegnato anche in esperienze di circo sociale, spiega che non è tanto importante che si chiami nuovo circo, ma “ciò che conta per me è che questa forma artistica consente la massima libertà espressiva, il circo è l’ultima forma di arte anarchica. Non è una disciplina accademica sistematizzata una volta per tutte”.
Hirzel muove i suoi primi passi con la televisione, ma si trova subito stretto e va alla ricerca di nuove forme espressive.
Lo spettacolo Un horizonte quadrado
Nemmeno il teatro lo soddisfa, “perché troppo intellettuale e accademico”. Così si avvicina per caso al circo: “Per me è stato molto importante incontrare il circo, perché mi sono reso conto che l’esercizio fisico non è solo un fatto artistico, ma incorpora un modo di fare teatro veramente popolare, la commedia dell’arte”.
Diventa a sua volta artista, “ho fatto l’equilibrista e il clown per diversi anni, per apprendere le basi e poi sviluppare altre forme espressive e ho capito che le abilità circensi sono anche un modo per comunicare con il corpo”.
Dà vita ad una Compagnia e al primo spettacolo, Aladin, che porta in Svizzera, Francia e Germania. A Parigi conosce un altro cileno, produttore teatrale, Caioia Sota, e iniziano a lavorare insieme. Sfornano vari spettacoli, da Cirque O a Que-Cir-Que.
Un horizonte quadrado è proposto dalla Compagnia de Paso: “Si tratta di una coreografia aerea con vari trapezi che narra la storia di sei personaggi fin dall’inizio della loro vita”.
Un horizonte quadrado, qualcosa di esteso e di circoscritto allo stesso tempo, una sorta di piazza senza limiti. Il circo è un linguaggio, sottolinea Hirzel, e alla fine “ogni persona ci legge ciò che vuole, si presta a diverse interpretazioni. Io racconto solo delle storie”. E Horizonte quadrado è una storia “tra il mondo e il cielo, che ciascuno può cogliere come vuole, è questa la sua ricchezza e forza”.