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Il circo di Moira Junior

Intervista e fotografie di Giovanni Lagorio

Moira Junior (le foto del servizio sono di Giovanni Lagorio)

Dieci domande alla bella e brava nipote della più famosa delle nonne italiane, la grande Moira Orfei. Moira Orfei Malachikine, meglio nota come Moira Junior, si racconta in questa simpatica intervista che ci ha gentilmente rilasciato in occasione del suo diciannovesimo compleanno. Una ragazza che, nonostante le sue acrobazie, può affermare di avere realmente la testa sulle spalle, idee chiare e sani principi morali. Oggigiorno non è poco e, soprattutto, non è da tutti.
Potresti parlarci del tuo nuovo numero?
L’anno scorso più o meno ad ottobre ero molto indecisa sul numero che avrei scelto di fare, dato che il mio partner di mano a mano nonché fratello Walter, stava cominciando a crescere e presto sarebbe stato impossibile lavorare ancora insieme con me come porteur… Così mi venne in mente di cominciare a provare con gli hula-hoop, tanto per vedere come andava e quando ho visto che ero portata e mi appassionavano anche molto cominciai a fare seriamente. Presi spunto inizialmente da tutti i migliori esempi nel mio campo e piano piano imparai le varie tecniche con l’aiuto di mia cugina Tiziana, anche lei ex hula-hoop girl molto dotata, e in seguito proseguii da sola sotto il punto di vista tecnico. Da gennaio 2011, quando finì definitivamente la tournée a Roma e anche la mia esperienza con Walter, fino a giugno, montando coreografia, musiche costumi con l’aiuto prezioso di mio padre, che è ed è sempre stato al mio fianco nella mia carriera. Così a luglio riuscii a debuttare nel circo di mia nonna con questa nuova esibizione, arrivando finalmente all’obbiettivo che mi ero prefissato da qualche anno ormai: essere indipendente e lavorare da sola. Con l’andare dei mesi ho superato le difficoltà iniziali di questa nuova disciplina totalmente differente da tutto ciò che avevo sempre fatto prima e adesso sono soddisfatta dei risultati e penso di poter cominciare a variare con nuove coreografie e diverse versioni di hula-hoop, tanto per non annoiarmi.
Come riesci a conciliare il tempo che dedichi allo studio e quello che trascorri al circo?
Conciliare scuola e spettacolo non è facile, ma negli anni mi sono abituata a questo ritmo. Solamente l’anno di cambio dalla scuola media al liceo classico ho avuto qualche difficoltà, che si è risolta nel giro di pochi mesi, quando ho imparato un buon metodo di studio, che mi permettesse di passare i pomeriggi oltre che sui libri anche in palestra. Quest’anno inoltre per me è l’anno della maturità e della conclusione di questi cinque anni passati al liceo. Così, avendo rischiato un po’ il primo quadrimestre per aver lavorato più degli anni scorsi, ho preso la decisione di stare tutto il periodo del secondo quadrimestre ferma a casa mia, vicino a Venezia, per prepararmi al meglio in vista degli esami e senza nessuna interruzione.
Potresti parlarci della tua famiglia e in particolare di tuo fratello Walter?
Sono molto orgogliosa della mia famiglia per la sua unità e compattezza, alla quale posso appoggiarmi nei momenti di difficoltà. I miei genitori sono sempre pronti a sostenermi in ogni decisione importante, i miei fratelli danno colore e gioia (soprattutto l’ultimo nato, Alexander) alla mia vita. Walter, che ora ha 14 anni, è nell’età dello sviluppo, critica per lui così come per ogni ragazzo suo coetaneo, e questo è anche un momento molto delicato per la sua carriera circense, poiché, avendo terminato a gennaio con la tournée a Firenze il numero di mano a mano con nostro padre Misha, si sta preparando fisicamente e psicologicamente ad affrontare l’allenamento per un nuovo numero da solista alle verticali. Seguirà quindi le orme di nostro fratello Vladimir che come lui, dopo aver concluso il numero in coppia di mano a mano, ha continuato con successo su questa strada anche se molto dura e difficile, perché richiede notevole prestanza fisica e buona capacità di conciliare perfettamente forza e leggerezza. Inoltre non deve dimenticare, il mio caro Walter, il suo impegno anche a scuola, perché questo è per lui il primo anno di liceo linguistico. Non è detto che in futuro non torneremo a lavorare di nuovo in coppia col mano a mano… naturalmente invertendo i ruoli originali.
Cosa si prova ad essere nipoti della “grande Moira”?
Mia nonna per me è prima di tutto “nonna” nel vero senso della parola e forse anche di più. Cioè, non la vedo come Moira Orfei, la grande diva e via dicendo… Per me è spettacolare prima di tutto come nonna e, secondariamente, anche come grande artista e personaggio mediatico. Ciò che ovviamente fa di lei una figura ancora più affascinante e da prendere come esempio. L’immagine che ho di lei è sì quella di nonna, ma si avvicina moltissimo anche alla figura di madre.

Il Museo Alain Frère si è appena arricchito anche di un celebre costume di Moira, che va ad aggiungersi a quello di Stefano Orfei Nones (foto Giovanni Lagorio).

Ho passato tutta la mia infanzia, fino all’età di nove anni, quasi solo con lei, specialmente nel periodo da uno anno a sei anni, quando la seguivo dappertutto. Nel 2002 mi sono fermata per iniziare gli studi, e da allora non sto più con lei dodici mesi all’anno. Non c’è un ricordo nella mia infanzia che non sia legato a lei. Allora come oggi mi dà sempre tutto il suo più totale appoggio in ogni situazione possibile, anche quando ho visibilmente torto, mi sta sempre accanto, cerca sempre di proteggermi da tutto e da tutti. Volendo tenermi il più lontano possibile dalla sofferenza e dalle brutture della vita. Tutto ciò fa di lei una delle persone fondamentali della mia vita, oserei dire la più importante. Lei è la mia armonia e la sua carovana quando sono al circo è la mia isola di pace: una volta dentro tutti i problemi si minimizzano e tutto diventa più semplice.
Quindi senti anche molto la sua mancanza quando non sei con lei?
Nei mesi in cui siamo separate mi manca moltissimo la sua presenza fisica. Gli unici motivi per cui posso farla arrabbiare, sono quelli riguardanti l’abbigliamento, il trucco, le parrucche: guai ad avere qualcosa fuori posto o che non sia perfettamente elegante od originale come vuole lei. Discutevamo un po’ di più nel periodo dei miei tredici-quattordici anni, quando, nel difficile passaggio da bambina a ragazza, dovevo ancora capire quale fosse il mio stile, che tipo di personalità avrei voluto avere. Ora discutiamo di rado e solo per futili motivi, ad esempio perché non amo mettere i tacchi e lei vorrebbe farmeli portare tutti i santi giorni, anche in casa! “L’importante”, dice lei, “è sapersi distinguere dalla massa e non essere un modellino fatto in serie. Al giorno d’oggi hanno quasi tutte gli stessi capelli, stesso colore, stesso taglio, stesso modo di vestire. Bisogna lasciare che le persone alle quali ti presenti, sia nello spettacolo che negli eventi importanti, ed anche nella vita quotidiana, possano apprezzare quel tocco in più, quel particolare non comune, che lasci di te un’impronta indimenticabile”.
Cosa pensi di avere preso da lei?
Soprattutto la passione per i profumi forti, classici o con fragranze esotiche, orientali, inusuali; insieme potremmo aprire una catena di profumerie! “Regola fondamentale: lasciare una gradevole scia di profumo al proprio passaggio”. Vasto è il repertorio di consigli e filosofie sull’amore. In conclusione è la nonna migliore che si possa avere.
Pensi di fare carriera nel circo oppure hai altri obiettivi professionali?
Nel mio immediato futuro al momento ci sono due possibilità. Stabilirmi al circo da mia nonna definitivamente e continuare solo con la carriera dello spettacolo, oppure continuare gli studi all’università, cercando di conciliare ancora le due cose, poiché anche in questo secondo caso, non avrei la minima intenzione di lasciare del tutto una così grande parte della mia vita e del mio mondo. Certamente l’università mi porterà via molto più tempo del liceo, e questa è una cosa da considerare, ma tengo molto però ad avere anche un futuro che possa ampliare le mie vedute al di fuori del mondo dello spettacolo. Vivendo qui al circo e contemporaneamente andando a scuola, mi rendo conto che la realtà esterna è molto diversa da quella che c’è sotto il tendone, dove tutto potrebbe sembrare più giocoso e meno grave in generale. Ma ripeto, sembrerebbe, perché anche il mondo del circo ha bisogno di una solida e concreta amministrazione, una sua politica tutta particolare, per poter andare avanti negli anni. È incredibile l’organizzazione di cui necessita per far funzionare tutto l’insieme di cui è composto. E uno dei miei obiettivi è imparare a vivere anche al di fuori di questo mondo e il modo migliore per farlo è frequentare una buona università, proprio come faranno la maggior parte miei coetanei. Per il momento le mie vedute sul futuro si fermano alla scelta dell’università, passaggio importante che farò tra pochi mesi. Poi in base alla scelta si vedrà quali possibilità mi si apriranno per il futuro. Forse sarà tutto diverso da quello che mi sono prefissata, non si sa mai… Ora voglio solo aprirmi anche questa porta.
Cosa pensi del futuro del circo in generale e di quello del circo di Moira in particolare?
Penso che il circo sia un’arte affascinante, ma che pochi sappiano apprezzarla veramente. Solo le persone dall’animo ancora aperto al mondo della fantasia e al piacere dello stupore, della meraviglia, possono veramente apprezzare il circo, non chi ha la mente ottenebrata dalla troppa razionalità, dal pragmatismo che la vita quotidiana, soprattutto ai giorni nostri, costringe ad avere, imponendoci le sue regole. In fondo non è solo la vita quotidiana che non permette di sognare, ma semplicemente una questione di disposizione d’animo, di senso estetico, della bellezza e dell’armonia che il circo può offrire solo se lo si apprezza davvero. Purtroppo noto che molti non capiscono, o mancano semplicemente di predisposizione d’animo. In Italia soprattutto, credo che si dia ben poca importanza a livello istituzionale al circo. Una situazione molto differente la troviamo invece in Russia (Paese natale di mio padre), dove il circo è posto esattamente sullo stesso piano del teatro: nelle scuole primarie, anche sui libri di testo, i bambini sono incitati ad andare a teatro e al circo per accrescere la loro istruzione e cultura. Qui in Italia ciò non esiste. Già debole istituzionalmente, si pensa sempre più spesso a denigrarlo e a sminuirlo, soprattutto a causa degli animalisti che non sanno assolutamente nulla di cosa significhi, ad esempio, allevare un cucciolo di tigre fino a vederlo diventare quella bellissima creatura che poi si potrà apprezzare in uno dei nostri spettacoli. Questo è uno dei fattori che fa una pessima pubblicità al circo in Italia e, purtroppo, anche nel resto dell’Europa. Viene sempre più nascosto il lato artistico del circo e sempre più accentuata questa sterile vena di protesta. Bisognerebbe prima pensare agli orrori che commettono gli esseri umani contro loro stessi, tutti i giorni, cercando di migliorare la propria morale e poi pensare agli animali al circo, e dicendo questo mi riferisco sempre al circo di mia nonna.

Il costume di Moira Orfei accanto ad Alain Frère con in mano una foto che ritrae Moira e Walter Nones insieme a Ranieri III, Alberto di Monaco e lo stesso Frère (foto Lagorio)

Come vengono trattati gli animali nel circo Moira Orfei?
Nel migliore dei modi, proprio con “moralità”, occupandosi del loro benessere e della loro la salute. Con assoluta priorità, mio nonno, mio zio e ovviamente tutti gli altri componenti del circo, che quando possono danno sempre una mano, si prendono cura di loro in modo esemplare. Certo ci sono purtroppo alcuni casi in altri circhi che fanno scandalo con i maltrattamenti agli animali, che diventano pane per i denti degli animalisti più accaniti, che tendono a totalizzare… Ma tutto avviene sempre vivendo fuori dal circo, e questo ne sta causando a un ingiusto svilimento.
Pure in Russia esistono gli animalisti, ma perdono sempre più terreno, perché c’è vero rispetto per l’arte circense, rispetto che qui da noi viene spesso a mancare. Anche per un circo di così grande portata, come quello di mia nonna che purtroppo viene spesso e volentieri preso d’assalto da maniaci ambientalisti talvolta violenti e incivili … Ricordo a questo proposito lo spiacevole episodio di Vicenza nel 2008, quando un gruppo di animalisti fece irruzione nel bel mezzo dello spettacolo, rischiando di ferire anche gli spettatori.
Cosa pensi del Cirque du Soleil?
Attualmente, anche se molti della mia stessa famiglia non lo considerano vero e proprio circo, il Cirque du Soleil può essere visto come il futuro prossimo della vasta storia del circo. Si dovrebbe lavorare per far salire il livello del circo in Europa allo stesso livello dei circhi canadesi, che riscuotono grande successo in tutto il mondo. Per quanto riguarda il circo di mia nonna, il punto forte per andare avanti nel tempo, oltre che proporre spettacoli sempre al top, è la grande popolarità, il gossip sempre all’ascolto, le novità e l’autenticità dalla mia mitica nonna. Forse un nuovo ingrediente “chiave” per il futuro del circo potrebbe essere il glamour.

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