|

Il circo degli orrori

Non si può certo dire che il circo in Spagna in questo periodo tiri come il calcio. Mentre le squadre di club e nazionali continuano a mietere successi ovunque e gli stadi sono sempre pieni, i tendoni non riscuotono lo stesso successo. Sarà per la stagione calda o per la crisi, fatto sta che gli spettatori in questo periodo sembrano disertare gli chapiteau dei cugini iberici. Molti dei complessi che girano per la penisola sono di matrice italiana, perché fondati o diretti da italiani oramai nazionalizzati spagnoli.
In Spagna il panorama è piuttosto vario, ci sono circhi classici come il Mundial, colossi come l’Americano dei Faggioni, circhi all’antica come il Raluy, oltre a complessi di medie dimensioni ma raffinati come quello dei Rossi, dalle diverse insegne. Ma nonostante la varietà della proposta il mercato è fermo, manco fosse quello degli immobili.
Unica eccezione, per altro segnalata dagli stessi circensi a metà fra invidia ed ammirazione, è il Circo de los Horrores. Si tratta di un complesso che, ispirandosi in maniera leggera ed ironica ad atmosfere tipiche delle pellicole horror, mette in scena uno spettacolo dinamico e divertente che fa pieno in tutta la nazione. All’ingresso del pubblico alcuni strani personaggi lo accolgono con seghe a nastro, pitoni, ed altri terrificanti accessori. Gli spettatori prendono posto in uno chapiteau accogliente e raccolto, con 800 comode poltroncine, dotato di aria condizionata (un toccasana in quest’estate arsa dal sole). Al posto del sipario un’enorme cancellata che potrebbe essere quella di un vecchio cimitero o di una chiesa sconsacrata. Fumo basso, lapidi inquietanti che riempiono la pista. Appare uno strano personaggio che ricorda Nosferatu e che sarà il padrone di casa per tutta la prima parte. Prende di mira un ignaro spettatore (il quale diventerà di fatto uno dei protagonisti della serata) e dà il via allo spettacolo. I numeri si susseguono veloci, venati di tenebra ma anche sempre di un efficace sense of humour. Pur non essendo uno spettacolo pensato per i bambini, quelli presenti non sono mai neppure per un momento spaventati ma piuttosto affascinati e divertiti.
Gli spunti horror sono i più classici. Le contorsioniste mongole sembrano due giovanissime indemoniate in attesa di un esorcista. Gli acrobati africani paiono uscire da un rito voodoo: dei morti viventi che si alzano fra le lapidi e man mano acquistano un ritmo indiavolato. E ovviamente il diavolo è uno dei personaggi ricorrenti, così come un paio di killer clown dall’aspetto non proprio tranquillizzante ma sempre assai comico. I virtuosi di bolas puntano tutto sull’aspetto satanico, il mano a mano (dei convincenti fratelli Marton) è lo strano epilogo di un’impiccagione preceduta da un sinistro corteo funebre. Inoltre sono presentati alcuni trucchi classici di grande illusione anche questi rivisitati in chiave horror. Nel secondo tempo il suono di un treno scarica in questa landa desolata uno strano personaggio, una sorta di turista per caso, al quale la paura e lo strano ambiente non impediranno di prodursi in esilaranti numeri comici. Il finale è una sorta di danza macabra tra tutti i personaggi che termina con la scoperta che il nuovo arrivato non è altri che lo stesso Nosferatu che infine saluta il pubblico, il quale, in risposta, ad ogni replica si alza in piedi a battere le mani in una convinta standing ovation.
Il successo ha persuaso il creatore e gli attuali gestori del marchio ad aprire una seconda unità col titolo El Manicomio de los Horrores il cui tour sta avendo altrettanto successo. Una idea geniale? Bisogna dire che la formula ha origini antiche. Il prototipo potrebbe essere individuato addirittura, per alcune caratteristiche, in Archaos, lo spettacolo di Pierrot Bidon e Guy Carrara che rivoluzionò il modo di fare circo negli anni ’80. Altro spettacolo estremo è il Jim Rose Circus che però è incentrato sull’esibizione di moderni e paradossali freak (uomini tatuati, donne cannone, etc.). Ma il modello più vicino (per altro omonimo) è l’inglese The Circus Of Horrors, nato nel 1995, grazie alle intuizioni di “Doctor John Haze”, un mangiafuoco che ebbe l’idea di proporre un incontro fra numeri di rischio estremo e musica rock suonata dal vivo. Il titolo era ispirato da un film inglese degli anni Sessanta e quello che nacque era un incrocio tra il Cirque du Soleil e il Rocky Horror Show con grande partecipazione degli spettatori che diventano veri e propri fan e seguono il complesso negli anni assistendo alle nuove produzioni.

Jesús Silva González, un clown da paura

Lo spettacolo spagnolo è ovviamente ispirato dall’antecedente britannico, ma con delle significative peculiarità apportate dall’ideatore, lo stesso clown Suso, che ha puntato tutto sulla comicità trasversale per tutta la durata dello show. È doveroso ricordare che i due principali numeri comici da lui interpretati e che lo hanno portato al successo ricalcano gli originali creati dall’americano David Shiner. Ma il comico spagnolo li presenta con personalità ed esperienza. Del resto ha un vissuto personale e artistico interessante.
Il suo vero nome è Jesús Silva González, è nipote (ma ne aveva moltissimi, naturali o meno) di padre Jesus Silva Mendez, più conosciuto come Padre Silva, fondatore de La Ciudad de los Muchachos, una comunità dedicata a giovanissimi con problemi il cui circo realizzò tournée in tutto il mondo e nei cui spettacoli si formò il giovanissimo Suso che ebbe modo di lavorare con Charlie Rivel e di conoscere il leggendario Salvador Dalì (amante del buon circo). Alla metà degli anni Ottanta creò un piccolo spettacolo di teatro acrobatico, prima di distinguersi come solista in numerosi circhi di buona categoria, come il citato Mundial, il Merano, l’Hippodrome di Great Yarmouth, il Surreal o lo spagnolo Circo del Arte. Fino a vedersi riconoscere, nel 2004, la massima onorificenza spagnola del settore, il Premio Nacional de Circo, conferito dal Ministero della Cultura. Da allora si esibisce nelle più importanti case spagnole dove spesso è chiamato anche a dirigere gli spettacoli. Due anni dopo crea il Circo de los Horrores.
Bisogna precisare che il recente esito del complesso è anche dovuto all’arrivo dei fratelli Manuel e Rafael Gonzalez della società Productores de sonrisas, produttori di sorrisi. I due sono nipoti del Jose Maria Gonzalez, che da decenni dirige con successo il Gran Circo Mundial, ma da oltre un lustro si sono distinti con produzioni proprie. Hanno coprodotto e circuitato lo spettacolo del Circo Acquatico degli Zoppis e producono quello natalizio del Circo Price, con cast di tutto rilievo, direzioni artistiche determinate e conseguente aumento del numero degli spettatori di percentuali importanti. I Gonzalez hanno preso una formula già di per sé vincente e l’hanno resa ancora più solida con scelte artistiche e moderne tecniche di marketing che hanno permesso un rapporto costo qualità interessante e di conseguenza un grande successo. Idee e ricette che non appaiono per la prima volta ma che sono impaginate e gestite in maniera moderna e dinamica e che portano a risultati significativi in una nazione che ha caratteristiche proprie ma non è in fondo molto diversa dalla nostra.
Alessandro Serena

La recensione è stata pubblicata sulla Rivista Circo di agosto-settembre 2012.

Short URL: https://www.circo.it/?p=21866

Comments are closed

Archives

Comments recenti