“Un artista è attratto da certi tipi di forme senza saperne il motivo. Prima adotto una posizione per istinto, e solo in un secondo tempo cerco di razionalizzarla o anche di giustificarla”. Quest’affermazione di Fernando Botero (Colombia, 1932) ben descrive quello stilema che lo ha reso famoso in tutto il mondo, uno dei pochi artisti contemporanei ad essere stato oggetto di merchindising. In realtà le forme opulente e tondeggianti di Botero non sono la caratteristica primaria, ma sono solo una conseguenza di ciò che il pittore reputa importante: il colore. Per Botero il colore deve esprimere, deve essere inteso e per fare ciò deve essere steso in larghe campiture: ecco la necessità di riempire forme grandi.
Come la maggior parte degli artisti Fernando Botero inizia precocemente a dedicarsi all’arte, iscrivendosi all’accademia di Belle Arti di Medellìn, lavorando sin da giovanissimo come illustratore presso la rivista El Colombiano e frequentando i caffè degli artisti dove si discuteva delle istanze pittoriche più attuali. La sua carriera è costellata di alti e bassi, di fatiche e di successi: in patria conosce fama e plauso vincendo una borsa di studio che gli permette di viaggiare in Europa e scoprire l’arte del vecchio continente: Goya, Tiziano, Mantegna, Giotto, Rubens e molti altri maestri della pittura.
In seguito si appassionerà all’espressionismo astratto messicano, a Velazquez, Rubens.
Negli anni ’60 a Washighton espone delle opere che riscuotono grandissimo successo, ma in seguito nel suo paese natio riceverà aspre critiche e sarà costretto ad abbandonarlo. Altri insuccessi, problemi famigliari tra i quali due divorzi e la perdita del figlio più piccolo lo accompagnano nel corso degli anni, ma dagli anni ’70 in poi il suo lavoro conosce periodi infaticabili: espone in tutto il mondo, si sposta spesso per assorbire le diverse influenze e per trovare sempre nuova linfa vitale che nutra le sue creazioni. Pittura a olio, disegni a pastello e sculture sono le sue tecniche più utilizzate, le forme grandi e le figure umane opulente la sua cifra stilistica.
Nel 2007 Botero arriva ad affrontare anche il tema del circo, tematica immancabile per un artista che desidera esprimere attraverso la vivacità, l’ottimismo e i colori forti.
La serie pittorica “Il Circo” si accompagna, come sequenza temporale e come abbinamento all’interno delle mostre internazionali, alla serie di “Abu Grahib”, ispirata alle violenze del carcere. Questa ha rappresentato una deviazione nel percorso artistico di Botero, dovuto in particolare alla scelta di una tematica triste e d’impatto come quella costituita dai terribili avvenimenti riportati diffusamente dai media. Questo lavoro ha impegnato molto il pittore ma gli ha anche assorbito tante energie e quell’ottimismo che non è mai mancato nei suoi lavori. Cercava quindi una boccata d’aria, una nuova fonte di energia, e il circo capitò al momento giusto. Ed è capitato prendendo le sembianze di un piccolo e povero circo di provincia, incontrato per caso in inverno sulle coste messicane dell’oceano pacifico. Botero era perfettamente consapevole che il circo da sempre è stato una fonte ispiratrice per moltissimi artisti, da Picasso a Seurat, da Degas a Chagall, ma non aveva mai pensato di doverlo affrontare, se non quando arrivò l’occasione giusta per sentirsi libero di creare, colorare, inventare.
E quest’occasione ha innescato a sua volta una serie di riflessioni di ampio respiro, come la valutazione del circo in quanto attività universale.
Per Botero “il circo esiste ovunque, non solamente in Messico dove l’ho visto. Non c’è altra attività umana che presenta all’artista il corpo umano in posizioni particolari come il circo: basta pensare ai contorsionisti, ai funamboli. E allo stesso tempo si ha anche una poesia, una filosofia di vita propria delle persone nomadi che vivono in carrozzoni e che hanno un circo come scenario permanente nelle loro vite”.
Tra il 2007 e il 2010 una ventina di opere di questa serie ha girato il mondo per diffondere il puro svago e per rappresentare la magia che Botero ha ritrovato per caso in un luogo e in una forma impensabili.
Stefania Ciocca
Qui sotto alcuni dei dipinti di Botero che si trovano alla Galleria Contini di Venezia: