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I voli memorabili di Ketty Jarz

di Michele Casale

Alfredo Codona

Volare, sembra essere diventato il sogno ricorrente di molte persone. Non a caso, da diversi anni a questa parte, hanno preso forma discipline definite di sport “estremo” quali il Bungee Jumping, che prevede il lancio nel vuoto da ponti o da alture di vario genere, con il sostegno esclusivo di un elastico agganciato ai piedi. A parte il paracadute, quella di volare è stata fin da prima del Novecento una prerogativa esclusiva dei cosiddetti “uomini volanti”, con il notorio e affascinante trapezio volante.
La giusta consacrazione di questa spericolata e folle attività avviene nel 1920, grazie alla troupe dei messicani Codona – capeggiata dall’agile Alfredo – primo artista ad eseguire il triplo salto mortale con regolare precisione. Negli anni successivi si sono susseguite diverse troupe di assoluto valore come i nostri connazionali Amadori e gli americani Arthur e Antoinette Concello (negli anni ’30).

Tony Steele in anni recenti

... e negli anni d'oro

Nel 1960, l’americano Tony Steele riesce ad eseguire il triplo salto mortale e mezzo con presa alle gambe, in seguito è emulato al Festival del Circo di Monte Carlo nel 1975 da Don Martinez. Negli anni ’70 c’è da registrare il ritorno artistico in grande stile dei sudamericani con Tito Gaona su tutti (oro al Festival di Monte Carlo nel 1978), dotato di una classe e di un’eleganza fuori dal comune.
Per gli storici del circo, l’anno memorabile per il trapezio volante risulta essere il 1982, quando il diciottenne messicano Miguel Vasquez riesce ad eseguire il quadruplo salto mortale che gli consentirà di aggiudicarsi successivamente, nel 1990, il clown d’oro a Monte Carlo. Una delle troupe europee che è riuscita meglio di tutte a contrastare il dilagante predominio dei sudamericani è stata senza dubbio la famiglia dei nostri connazionali Jarz, che ha avuto in Enzo Cardona e Ketty Jarz i suoi principali protagonisti. La classe sopraffina di Ketty è rimasta memorabile negli annali del circo e nei ricordi degli addetti ai lavori e appassionati di ogni latitudine, soprattutto per essere stata una delle prime donne al mondo ad eseguire negli anni ’70 il triplo salto mortale. Ketty adesso vive in Germania, vicino Hannover, ed ha acconsentito gentilmente di rispondere a qualche nostra domanda.

Ketty Jarz e la sua troupe

Qual è il tuo primo ricordo legato al circo e in quali discipline hai iniziato a cimentarti?
Sono figlia di circensi e ricordi ce ne sono tanti. Ne racconto uno. Mi piaceva vedere mio padre quando lavorava al trapezio con i suoi fratelli, e mentre li ammiravo, sognavo di diventare nel contempo una brava trapezista, ed ho iniziato ad impegnarmi perché ciò avvenisse.
Il primo circo italiano dove vi siete esibiti pare sia stato il Circo Togni negli anni ‘50. Fino agli anni ‘70 si sono susseguiti vari componenti all’interno della vostra troupe, e le punte di diamante eravate senza dubbio tu ed Enzo Cardona. In che anno avete avuto la formazione migliore e quali artisti comprendeva?
Fino all’età di quindici anni ho lavorato con il circo della mia famiglia. Successivamente, ci siamo spostati da Orlando Orfei con mio fratello Roberto e i miei cugini Emilio e Carlo. Da lì abbiamo girato un po’ l’Europa fino al 69, quando poi mi sono sposata con Omar Liazeed ed è nata mia figlia Zaida. E’ così che poi si è formata la troupe composta da fratelli e cugini con Roberto, Omar, Dea, Ketty. Venimmo quindi scritturati al circo Togni. I Cardona e gli Jarz sono sempre stati bravissimi artisti.
Siete stata una delle poche eccelse troupe europee in grado di sbaragliare la supremazia e il talento dei trapezisti sudamericani in voga in quel periodo con stelle del calibro di Tito Gaona. Cos’hai provato quando hai visto nel 1982 l’appena diciottenne messicano Miguel Vasquez eseguire il quadruplo? Tu, o qualcuno della tua famiglia, lo avevate mai tentato?
Mi parli di fantastici trapezisti e artisti. Tito Gaona è stato il mio idolo, e prima di lui ho ammirato Tony Steele, un grande trapezista e un grande personaggio. Miguel Vasquez l’ho visto lavorare e lo conosco bene. Non ho parole per definire la sua bravura. Non ho mai tentato il quadruplo. Con le mie misure e quelle del trapezio di allora era per me praticamente impossibile riuscirci, ma Dio è sempre stato dalla mia parte e mi ha assistita in tutte le performance. Sono contenta di quello che ho ottenuto nella mia carriera.

Ketty Jarz

Dalle scuole di circo orientali, soprattutto nordcoreane, a partire dagli anni 80 è arrivato un tipo di trapezio rinnovato per struttura e metodo, con la presenza spesso di più porteur. Come hai accolto questo cambiamento?
Sono sicuramente numeri molto belli e di grande effetto, ma io gli avrei dato un altro nome. Sono una tradizionalista. Per me il trapezio volante è quello classico.
Ti è capitato di seguire le gesta dei nostri due giovani talenti Italiani Angela e Maycol Martini, con quest’ultimo in grado di compiere addirittura il triplo da quando aveva soltanto dieci anni?
Ho visto Angela e Maycol in un video su internet. Sono veramente bravi, soprattutto per la loro giovanissima età.
Ti occupi ancora attivamente di circo?
Io mi sono fermata. Chi lavora ancora nel circo è mia figlia, suo marito Francisco e mio marito Omar con un numero di equilibrismo.

Ketty Jarz

Oggi, il circo tradizionale italiano è oggettivamente lontano dai fasti e dal successo che riscuoteva ad esempio negli anni 70. Come mai a tuo parere?
Questa si che è una bella domanda. Io penso che negli anni Settanta la gente era più semplice, non aveva a disposizione tutto ciò che ha oggi. Le persone non si divertono più, e c’è la crisi, però se devo essere sincera, non sono a conoscenza della situazione dei circhi in Italia. Sono tanti anni che non sto più in Italia, ma qui in Germania, dove vivo adesso, vanno tutti abbastanza bene.
Negli annali del circo sei menzionata come la prima donna italiana – e una delle poche al mondo – ad aver eseguito il triplo salto mortale al trapezio negli anni 70. Ricordi esattamente l’anno, il circo, e quale fu la reazione tua e quella dei tuoi colleghi?
Si è vero, sono stata la prima donna in Europa ad eseguire il triplo salto mortale, dapprima solo nelle prove. Successe al circo Knie a Ginevra, nel 1973. Fu una grande gioia per me, per gli artisti e per tutta la grande famiglia di Knie. In pubblico, invece, accadde in Ungheria al circo di Moira Orfei. Ne scaturì una festa infinita, con un brindisi a fine serata che anche in quel caso coinvolse la mia famiglia, gli amici e tutto il circo. Come sempre il mondo del circo si stringe attorno ai campioni nei momenti belli e in quelli meno belli. Non potrò mai dimenticarlo.

L’intervista a Ketty Jarz è pubblicata sulla rivista Circo aprile 2013.

Short URL: https://www.circo.it/?p=29495

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