Più volte preannunciata si è consumata ieri una vera e propria “deportazione” per quanto riguarda gli animali del “Circo Martin” e della famiglia Caroli, attualmente in Sardegna.
Infatti, su delega della Procura della Repubblica di Tempio Pausania, gli agenti del Corpo Forestale dello Stato hanno oggi eseguito la materiale sottrazione di parte degli animali sequestrati dalla disponibilità del Circo Martin e della famiglia Caroli.
Come ampiamente previsto da questa difesa si è trattata di un’operazione particolarmente cruenta che ha visto l’impiego di personale e di mezzi non adatti alla bisogna, il che ha determinato uno stato di disagio, stress e grande sofferenza per gli animali. In effetti oggi, probabilmente per la prima volta nella loro esistenza, quegli animali hanno patito un vero e proprio maltrattamento.
Sembra che gli animali siano stati caricati in modo disumano, senza curare le possibili incompatibilità tra i vari esemplari, in qualche caso sedati, comunque sottratti alla stimolazione quotidiana dell’addestramento, allontanati dagli addestratori e dagli addetti con cui trascorrevano le loro giornate, portati a centinaia di chilometri di distanza non è difficile ipotizzare quale potrebbe essere la triste sorte di questi animali. Ci si chiede, alla fine di questa assurda vicenda, chi sarà a pagare… a parte gli animali stessi.
La Lega Antivivisezione ha già diffuso “veline giornalistiche”, evidentemente già pronte nel cassetto da giorni, dai toni trionfalistici tanto sguaiati quanto mistificatori. Ovviamente, la stampa – allineata col pensiero unico animalista, ultraminoritario ma mediaticamente potentissimo – non ha esitato a riprenderle senza neppure curarsi di riadattarne lo stile.
Sin dall’inizio tutta la vicenda ha assunto i contorni di una vera e propria caccia alla streghe, con gli operatori circensi nei panni delle vittime designate e con la L.A.V. protagonista assoluta, visto che la Procura della Repubblica di Tempio Pausania sembra svolgere un ruolo di mero supporto. Si pensi che più volte i militanti animalisti hanno cercato di prelevare i cavalli dal Circo Martin pretendendo di farli viaggiare su mezzi di trasporto non idonei purché gli esemplari venissero sottratti al circo. Oppure si guardi ai reiterati, invasivi e traumatizzanti accertamenti clinici sugli animali voluti dalla L.A.V. al fine di procurarsi le prove di un maltrattamento che, evidentemente, tanto palese non dev’essere. Infine, si veda una paradossale diffida inviata al titolare del Circo Martin, due giorni prima il prelevamento degli animali, nella quale si ordinava di non nutrire ed abbeverare una leonessa senza null’altro specificare, con ciò determinando la messa in pericolo della vita dell’animale stesso.
Le veline della L.A.V., poi, parlano di orsi e tigri sequestrati già a Cagliari quando, al contrario, il G.I.P di quella città qualche mese fa negò l’autorizzazione alla convalida del sequestro non ravvisando alcun fumus di reato o periculum di reiterazione e oggi nessun orso o tigre è stato sequestrato. Anzi, alla famiglia Caroli sono stati sottratti ieri otto esemplari di animali di fatto domestici (dromedari, zebre, mucche scozzesi): per far ciò ci sono volute cinque ore di patimenti con alcuni animali caricati lasciati sui mezzi di trasporto ad attendere la fine delle “operazioni”. I veterinari presenti sul posto hanno filmato ogni istante dell’assurda vicenda e gli interessati valuteranno nelle prossime ore l’eventuale proposizione di una denuncia penale nei confronti dei responsabili della vicenda. Nessuno escluso.
Ieri gli animali sono stati inviati in alcuni “centri di recupero” ove, ovviamente, il loro standard di vita è verosimile che peggiorerà grandemente, privati del contatto umano e del training quotidiano. Ma tali centri sono gestiti dalle associazioni animaliste e i sequestri costituiscono una fonte di introito per gli assegnatari visto che esistono i c.d. “piani di mantenimento” finanziati dallo Stato, cioè dai cittadini. Suona davvero beffardo che la L.A.V. abbia persino l’ardire di chiedere pubblicamente a soci e simpatizzanti dei contributi straordinari per sostenere l’ “operazione”. Ma con gli animalisti di casa nostra, ormai, è difficile sorprendersi.
Oggi la L.A.V. parla di “liberazione”, noi preferiamo ricordare le deportazioni perché meglio si addicono al caso di specie.
Si è scritta una pagina oscura della storia giudiziaria nazionale in tema di animali. Ma il libro è ben lontano dall’essere finito e niente di ciò che è lecito tentare resterà intentato per ottenere il ripristino della giustizia.
Avv. Francesco Mocellin
Avv. Valentina Nichele